lunedì 24 novembre 2008

ORA POLICORO CHIEDE AIUTO

NON è nostra abitudine montare le notizie, per attirare l’attenzione dei lettori su determinati fatti di cronaca, tantomeno usiamo gettare la croce sulle forze dell’ordine, impegnate quotidianamente nel delicato compito di “controllare
il territorio”. Ma oggi siamo costretti a fare i portavoce di un panico ormai dilagante a Policoro, città divenuta preda inerme nelle mani di una banda di ladri senza scrupoli. Malviventi che sfidano ogni controllo, agendo in ore di vita attiva
dei cittadini, saccheggiando più abitazioni in poche ore, come i predoni del deserto. Molti cittadini ci hanno confessato di dormire poco la notte, perchè assediati dall’incubo di essere derubati. Eppure Policoro è una delle città più popolose del Materano, sede di Compagnia carabinieri, c’è la Tenenza
della Guardia di finanza con tanto di nucleo attivo di Baschi Verdi, ospita una importante sede della Polstrada e a pochi chilometri, c’è un commissariato della Polizia di Stato. Nessuno di questi fattori funge da deterrente per questa banda di ladri, che spadroneggia da circa un mese, infischiandosene altamente di Gazzelle e Pantere.Non c’è stata una sola settimana in cui non si sia registrata un’incursione in qualche villetta di periferia. Ora basta, serve una risposta decisa e repressiva delle forze dell’ordine, il prefetto deve convocare immediatamente un Comitato per l’ordine e la sicurezza, si deve fermare un’escalation che rischia di far scappare via i cittadini da Policoro.
Antonio Corrado( il quotidiano della Basilicata)

Noi aggiungiamo a questo ottimo articolo, che gli amministratori di questo comune non percepiscono la gravità della situazione e continuano imperterriti a minimizzare.

8 commenti:

  1. Come mai si é creata questa situazione, nonostante i tanti soldi che arrivano (acqua, royalties del petrolio) e non si sa in quali tasche vanno a finire? E come mai il popolo lucano non si decide a ribellarsi a questa regione ed a questa maggioranza regionale che pensa solo a se stessa? leggete l´articolo.
    Dalla Gazzetta del Mezzogiorno.
    POTENZA - Basilicata, una regione «anziana » e con la valigia in mano. I lucani stanno assistendo ad un fenomeno che riporta indietro le lancette della storia di almeno 30-40 anni: l’emigrazione è tornata ai livelli del 1960-70. Mediamente ogni anno vanno via 2.000 cittadini, una «fuga» che incrociando gli scarsi indici di natalità determina lo spopolamento della reg ione. I dati sono inequivocabili: alla fine del 2006 la popolazione della Basilicata era pari a 594.476 persone, con un calo di 165 unità rispetto al 2005.

    È quanto si ricava dal bilancio demografico regionale elaborato dall’Istat, secondo cui «negli ultimi dieci anni la popolazione della Basilicata è diminuita di 8.789 unità e il bilancio è negativo sia per la provincia di Potenza (meno 5.853 unità) che per quella di Matera (meno 2.711). Tra vent’anni, ricalcando l’attuale trend, il territorio lucano sarà abitato da 482.531 cittadini. Tutto questo, si diceva, è l’effetto di due dinamiche: scarsa natalità e ripresa dell’emigrazione. La popolazione, nel frattempo, invecchia sempre più: oggi gli anziani lucani over 60 sono circa 117 mila, vale a dire il 19,83% dei residenti. Percentuale tra le più alte d’Italia, nelle cui pieghe si annida l’esigenza di attivare un più forte servizio socio-assistenziale, oggi incapace di rispondere alle esigenze del «macrocosmo» della terza età.

    I GIOVANI -
    Gli anziani restano, i giovani partono. Sono soprattutto i ragazzi con un buon livello di istruzione a cercar fortuna altrove, lasciandosi alle spalle paesi di origine sempre più svuotati. Centri come Carbone (il cui tasso migratorio è del 22,8% secondo quanto riportato dagli ultimi dati del censimento Istat), Brindisi di Montagna (22,2), San Martino d’Agri (19), Viggiano (17,4), Marsicovetere (17,1), Villa d’Agri (16,5) e Ripacandida (11,6) sono alle prese con un processo di spopolamento di notevole portata. Carbone, 750 abitanti, detiene il poco invidiabile record del paese più «deantropizzato». Oggi, verrebbe da dire, nel centro dell’Alto Sinni non c’è un solo disoccupato: già, perché chi è restato in paese lavora. Non solo. La ripresa del processo di ricostruzione post-sisma, l’apertura di cantieri e l’arrivo dei fondi (circa 35 milioni di euro) derivanti dall’accordo sull’acqua - che proprio in questi giorni attende un programma d’investimento - determinano la creazione di nuovi posti di lavoro. Considerando che da queste parti i giovani scarseggiano, c’è da chiedersi: ma tutta questa occupazione (per ora soltanto promessa, intendiamoci) a chi servirà?

    GLI ANZIANI -
    La popolazione lucana invecchia. E si trova con quattro soldi in tasca. Incrociando le ultime statistiche di Istat e Inps, infatti, si scopre che in Basilicata c’è il rapporto più basso a livello nazionale tra i giovani e gli anziani (è di 1 a 10). I pensionati, insomma, sono sempre di più (oggi i trattamenti pensionistici, nel territorio lucano, sono oltre 230 mila). E sono sempre di più quelli che si barcamenano tra privazioni, difficoltà economiche e debiti. Non a caso, sempre la Basilicata registra il poco invidiabile primato delle pensioni più basse d’Italia: in media ogni pensionato riceve al mese un assegno da 632 euro. Le altre regioni? Qualche esempio, partendo dal Sud, dove la media è di 672 euro a fronte di 778 euro del dato nazionale: i pensionati più ricchi (si fa per dire) del Mezzogiorno sono quelli pugliesi che incassano circa 712 euro. Seguono i siciliani con 692 euro, i campani con 691 euro e i calabresi con 640 euro. Scorporano i dati a livello provinciale emerge che le pensioni più «pesanti», sempre tenendo conto delle regioni del Sud, sono a Taranto (828 euro). Gli assistiti dall’Inps meno ricchi, invece, si trovano a Benevento (580 euro) e Potenza (610 euro). Va un po’meglio a Matera (645 euro) che contribuisce ad alzare la media regionale.

    GLI INVALIDI -
    Restando in tema di pensioni, la Basilicata è seconda a livello nazionale (dietro la sola Campania) per rapporto tra assegni di invalidità e popolazione: sono sei i trattamenti vigenti ogni cento residenti. Perché questo record? Fino al 1984, al Sud, l’invalidità veniva assegnata con criteri sia sanitari che socio economici. Una gastrite, tanto per fare un esempio, poteva tradursi in un assegno di invalidità, mentre al Nord, per effetto dei redditi più alti, non determinava assolutamente nulla. Le pensioni, insomma, sono la fotografia di quello che è avvenuto negli ultimi quarant’anni di storia, ma oggi il sistema è radicalmente cambiato. E cambierà ancora: in futuro l’assegno di invalidità avrà criteri diversi, dipenderà più dagli incidenti stradali e sarà più breve, a causa di malattie che creano basse aspettative di vita.

    23/11/2008

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  2. Impara un pó di cose (di sotto c´é uno stralcio della legge) e soprattutto evita, se riesci, di confondere la politica con il gossip e le maldicenze. Se uno dovesse considerare il livello qualitativo politico del prc da quello che c´é a Policoro ed in provincia allora non avrebbe dubbi sulla sua scomparsa dalla scena locale e nazionale.
    Dalla legge: .......
    A livello provinciale la figura del Prefetto è caratterizzata da un duplice ruolo: egli, infatti, è preposto all'attuazione delle direttive ministeriali ed al coordinamento delle forze di polizia. ed è anche responsabile provinciale dell'ordine e della sicurezza pubblica. In particolare, il Prefetto è all'esterno della struttura gerarchica che fa capo al Capo della Polizia (e di cui fa parte il Questore) ed è, invece, vincolato gerarchicamente al Ministro.
    Il Prefetto predispone, in attuazione delle direttive ministeriali, piani coordinati di controllo del territorio, che i responsabili delle forze di polizia devono attuare.
    Nella formulazione di questi, come più in generale nell'attuazione dell'attività di coordinamento, il Prefetto si avvale del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica, organo consultivo del quale fanno parte il Questore, il Comandante Provinciale dei Carabinieri ed il Comandante il Gruppo Guardia di Finanza, la cui composizione, allargabile anche a soggetti esterni all'Amministrazione della pubblica sicurezza, contribuisce a rendere trasparente la natura della funzione prefettizia.
    Il Sindaco, invece, quale autorità locale di PS , è inquadrato in una posizione di subordinazione funzionale nei riguardi del Prefetto e del Questore, dai quali può essere chiamato a collaborare negli ambiti di competenza dell'ente locale per il migliore espletamento della funzione di pubblica sicurezza.

    La salvaguardia dell'ordine pubblico va oltre un'attività di tipo repressivo per estendersi fino a ricomprendere ogni determinazione capace di evitare l'insorgere di conflitti ed il loro degenerare in episodi di turbativa.

    In tal modo tutelare l'ordine pubblico significa soprattutto prevenire le cause che potrebbero incrinarlo. In questo scenario si colloca il ruolo fondamentale del Prefetto al servizio delle istituzioni e del cittadino.

    Tutela dell'ordine pubblico, quindi, come prevenzione degli atti collettivi di violenza e di arbitrio, ma anche come garanzia dell'ordine sociale, dell'armonico sviluppo dei rapporti nel mondo del lavoro, dell'impresa e della scuola, come quieto svolgimento della vita comunitaria in tutte le sue manifestazioni d'ordine economico, culturale, volontaristico etc.

    In estrema sintesi il compito fondamentale dell'autorità di pubblica sicurezza è di garantire le condizioni di pace sociale, impedendo il concretizzarsi dei fattori che potenzialmente la minacciano, prima ancora che eliminando gli stati di turbativa già in atto.

    Ciò comporta la necessità per il Prefetto di un continuo contatto con tutti i livelli istituzionali e sociali, un lavoro paziente di tessitura di rapporti e di intese equilibrato e lungimirante, una attenzione costante ad emergenti tensioni sociali e conflitti, mirato ad attivare, ove necessario, interventi ed iniziative idonee a garantire il normale svolgimento della vita di relazione e la libera operatività delle istituzioni.
    Tra i principali provvedimenti di competenza del Prefetto come autorità provinciale di Pubblica Sicurezza la attribuzione della qualifica di Agente di Pubblica Sicurezza agli appartenenti alle Forze di Polizia Municipale, il rilascio dei porti d'arma corta per difesa personale, l'autorizzazione a gestire Istituti di Vigilanza (e ad approvarne la nomina delle Guardie Giurate) ed Agenzie Investigative e varie autorizzazioni in materia di impiego di esplosivi, l'istruttoria su istanze di contribuzione statale in favore di comuni a sostegno di attività verso i minori soggetti a rischio di coinvolgimento in attività criminose, la potestà di espulsione degli stranieri.

    Nell'ambito della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica si inquadrano anche le competenze del Prefetto in materia di lotta alla droga, che si estrinseca in un'attività di recupero del tossicodipendente.

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  3. Si vede che sei rimasto indietro.
    Dovresti aggiornarti e altro che gissip e qualità del prc, non per niente gli articoli di Frammartino sono pertinenti perchè ben informato . qua si chiede Buon senso ed operatività non le chiacchere. Il testo che tu Sapientone del C...o hai scritto è superato , dal testo pubblicato Gazzetta Ufficiale (GU n. 186 del 9-8-2008 ), diventando dunque norma effettiva, il decreto che precisa e definisce gli ambiti di applicazione dei poteri speciali conferiti ai sindaci in materia di sicurezza urbana e incolumità pubblica.
    Il nuovo decreto, firmato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni dopo la Conferenza Stato-città e autonomie locali che si è svolta al Viminale lo scorso 5 agosto, recepisce alcune richieste avanzate dagli enti locali e dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e disciplina, in buona sostanza, l’ambito di applicazione dei primi quattro commi del rivisto art. 54 del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267, contenuto nella legge di conversione n.125/08 del decreto legge n.92/08, cioè, uscendo dalla nomenclatura dei codici, quello relativo alle “misure urgenti in materia di sicurezza pubblica” del quale molto si è dibattuto nelle scorse settimane durante il suo iter di approvazione in Parlamento.

    In sintesi il decreto, scandito in due brevi articoli, amplia per i sindaci i poteri di intervento, prevenzione e contrasto nelle situazioni urbane di degrado, quali la diffusione dello spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento e l’esercizio della prostituzione in strada, l’accattonaggio molesto, i fenomeni di violenza legati all’abuso di alcol, le situazioni di danneggiamento al patrimonio pubblico e privato, l’incuria, il degrado e l’occupazione abusiva di immobili, nonché l’abusivismo commerciale e l’illecita occupazione di suolo pubblico (articolo 2).

    Il decreto prevede che dei provvedimenti presi dal “primo cittadino” sia comunque data comunicazione preventiva al Prefetto, anche ai fini della predisposizione di strumenti idonei alla loro attuazione, ma attribuisce al sindaco un ruolo specifico di concorso nella attività di coordinamento fra la polizia locale e le Forze di Polizia statale, nell’ambito delle direttive impartite dal Ministro dell’Interno. “Quello che vogliamo creare è una sinergia sul territorio tra strutture di polizia, prefetti e sindaci; questi ultimi, però, d’ora in poi avranno un ruolo da protagonisti per garantire la sicurezza sul territorio”, ha puntualizzato nei giorni scorsi a commento del decreto il ministro dell’Interno Roberto Maroni, il quale però non vuole sentir parlare, come spesso si è fatto, di “sindaci sceriffi”. “I sindaci - ha proseguito il ministro - potranno utilizzare questi nuovi poteri per difendere l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana. Con il primo termine si intende l’integrità fisica della popolazione mentre con il secondo un bene pubblico da tutelare attraverso attività poste a difesa del rispetto delle norme che regolano la vita civile. Ora - ha concluso Maroni - mi aspetto idee creative sulla sicurezza da parte dei sindaci”.
    Devo ringraziare iul Blog e Frammartino per il contributo importante che danno per Policoro.
    Dott. A.G.

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  4. Di cretini è pieno il mondo.Il sapientone è un giornalista sociologo del comune, che ha tentato di truccare le carte come il proprio concorso. La risposta del dottore non solo è pertinente , ma svela il menefreghismo e l'incopetenza di questa amministrazione

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  5. Complimenti per il blog.

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  6. Questa testa di m---_ del dott. a.g. che dice? Da buon sinistrorso dei co.... invoca le leggi della destra a tutela dell´ordine pubblco dopo che tutti quei mer...oli come lui che siedono in parlamento non hanno fatto altro che far entrare tanta gente in Italia pur di avere qualcuno che li votasse, hanno favorito tutte le mafie che traghettano questi poveracci, hanno contestato la Bossi-Fini, hanno contestato lo stesso decreto Maroni parlando di sindaci sceriffi.. ed ora che fanno? Invocano l´applicazione del decreto Maroni ... ma va a ca--- dott. a.g. dei miei stivali!

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  7. Siete sempre dei poveracci, invocare le leggi della destra é tutto dire. Perché queste leggi di cui parla questo presunto dottore non le ha fatto Prodi con rifondazione? La situazione italiana é la stessa ora come un anno fa! Il problema é che al di lá delle autoreferenze che vi attribuite non c´é assolutamente niente, Bertinotti non ha potuto parlare a Mirafiori e questo é tutto dire su chi rappresenta o meno le classi sociali piú deboli! In altre parole: NON RAPRESENTATE UN C.... per uniformarmi ad un linguaggio che vi piace e che forse comprendete meglio.

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  8. Policoro l'isola felice delle fesserie.il comune ha sempre funzionato poco adesso con questa moltitudine di uomini prestati alla politica e sottratti al lavoro abbiamo toccato il massimo.
    Per far politica la gente devv'essere preparata altroche' "io mi presto..." e valanghe di buonismo. vedessero che fare ......w il blog
    per quello che giudica la qualita' del prc ha ragione"chi mi da il pane mi viene padre" e lui si deve inchinare a lopy d'arabia perciò tutto per screditare gi avversari e sempre a diposizione per il capo.....pur a .....

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