mercoledì 29 ottobre 2008
Bari, Vendola in corteo con gli studenti
BARI - Il grande afflusso all’assemblea convocata stamani nell’atrio della Facoltà di Giurisprudenza, ha indotto gli studenti a organizzare una manifestazione per le vie della città, alla quale hanno partecipato in alcune migliaia. Si tratta in prevalenza di universitari, ma ci sono anche diverse centinaia di studenti di licei, in particolare del «Socrate» e del «Fermi». Molti ragazzi hanno sfilato in camice bianco, scandendo slogan come «giù le mani dal nostro futuro», accanto a loro in maniche di camicia anche il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, il sindaco di Bari, Michele Emiliano ed il presidente della Provincia di Bari, Vincenzo Divella. «La Gelmini ritiri la 133 e si cominci il dialogo. Impari ad ascoltare questo mondo» ha detto, Nichi Vendola, rivolgendosi idealmente al ministro all’Istruzione. «Per dialogare bisogna rimuovere ciò che impedisce il dialogo: la 133 – ha detto Vendola – è una ferita insopportabile per la scuola ma soprattutto per la democrazia». «Quando ci sono movimenti come questo vuol dire che c'è futuro, che la partita tra l’ignoranza organizzata, eterodiretta e la domanda di sapere, la domanda di cultura e la conoscenza critica è una partita aperta», ha continuato Vendola, «questa generazione dice che la propria libertà comincia dal diritto alla formazione, dal diritto a non essere prigionieri di una specie di analfabetismo programmatico, di una scuola dequalificata e residuale. Di un mondo – ha sottolineato – nel quale ci sono scuole e Università private per i figli degli establishment e invece per i figli del popolo c'è una scuola e una Università dequalificata che deve educare solo al precariato». Quindi, è stato chiesto al presidente della Regione Puglia, non la imbarazza essere un presidente di Regione e scendere in piazza? « Un presidente di Regione – ha risposto Vendola – deve stare dove stanno i propri giovani». «E' un dovere democratico – ha commentato Vendola – sentirsi accanto a questa straordinaria espressione di democrazia, di forza vitale che c'è nelle giovani generazioni che presidiano il diritto all’istruzione, che presidiano la scuola pubblica e l’ Università pubblica, che dicono no a una controriforma che ha un sapore classista, che interviene come un colpo alla nuca nel diritto allo studio. Per me – ha continuato – è normale, è giusto, è sacrosanto e doveroso essere qua con questa speranza che sono le giovani generazioni». «Nichi sei uno di noi», era il grido che di tanto in tanto si sollevava dalla coda del corteo nei confronti del presidente della Regione. Si aspettava, è stato chiesto, un simile entusiasmo da parte dei ragazzi? «Sono stato accolto dagli studenti con tanto affetto e questo, sinceramente, mi fa piacere».( La gazz. del Mezzogiorno)
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