lunedì 4 febbraio 2008

Vito Petrocelli: La questione Rifiuti non cè più tempo da perdere


Anche su questa questione è caduta l'amministrazione di S.Di Sanza
Sulla questione rifiuti non c'è più tempo da perdere e l'atteggiamento da assumere oggi non può essere altro che quello di chiedere una rivoluzione totale, come hanno fatto ieri i comitati di lotta alla grande manifestazione contro la monnezza a Napoli: "raccolta differenziata porta a porta sotto il controllo popolare". Perché il problema rifiuti non è un’emergenza. Sono anni che a Napoli la gente comune vive tra cumuli di spazzatura, respirando aria malsana e per di più pagando tasse sempre più salate. Sono anni che nei territori campani, ma non solo, vengono smaltiti abusivamente rifiuti tossici e nocivi provenienti dalle grandi industrie del Nord. Sono anni che chi abita vicino a discariche ed inceneritori si trova a fare i conti con malattie sempre più gravi e mortali.Il problema rifiuti non riguarda solo la Campania e lo sappiamo bene: i fusti tossici individuati a Pisticci in contrada Lavandaio e non ancora bonificati, la protesta popolare dei cittadini di Vietri di Potenza e di Caggiano contro la discarica di Serra Arenosa. Il presidente De Filippo (poi parzialmente contraddetto dall'assessore Santochirico) ha dichiarato alcuni giorni fa che le discariche in Basilicata hanno soltanto 10 mesi di autonomia. Fra 10 mesi cosa succederà? Che misure ha preso il governo regionale? Questo il presidente De Filippo non lo ha detto.Certo è che la gestione dei rifiuti in Basilicata presenta dati sconcertanti. Non serve tirare in ballo cifre su cifre, basta citare i dati riassuntivi forniti dall’ARPAB nell’annuario dei dati ambientali regionali, edizione 2006: 13.599 tonnellate di raccolta differenziata su un totale di 237.261 tonnellate di rifiuti solidi urbani. La raccolta differenziata quasi non esiste!Anche a Policoro il problema rifiuti non deve essere più camuffato, visto che proprio dalla questione relativa alla gestione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti urbani sarebbe nata la crisi che ha portato alla caduta della giunta Di Sanza. Potrebbe essere diversamente per il Comune di Policoro che, su circa 7.500 tonnellate all’anno di rifiuti totali raccolti, effettua una raccolta differenziata di poco più di 200 tonnellate e manda tutto il resto in discarica?Quello che sta succedendo in Campania, in Basilicata e in altre Regioni non solo del sud Italia, rappresenta l’apice di una gestione fallimentare, colma di loschi intrecci tra malavita organizzata, imprenditoria e politica.La questione rifiuti rappresenta solo uno degli aspetti particolari della tendenza generale del sistema capitalista al saccheggio delle risorse naturali, all’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del terreno, all’adulterazione del cibo e delle bevande, alla produzione e all’uso di sostanze sintetiche nocive, alla devastazione dell’ambiente.A minacciare il nostro futuro è l’ordinamento sociale capitalista, il cui motore principale è la ricerca del profitto, in contrapposizione al diritto delle masse popolari a vivere in armonia con il territorio e in un ambiente sano.Anche la gestione dei rifiuti, dalla produzione allo smaltimento, è un’attività che gli imprenditori avviano se ne traggono profitto e nelle modalità che più danno profitto. I governi e i politicanti al loro servizio, di centrodestra e di centrosinistra, nazionali e locali, non fanno altro che seguire la stessa logica.Lo stato di emergenza dichiarato da Prodi per difendere l’immagine dell’Italia, la nomina a commissario straordinario di De Gennaro “il macellaio del G8 di Genova” e la richiesta di solidarietà nazionale non solo non risolvono il problema alla radice, ma sono tentativi per spezzare il fronte della solidarietà espressa da parte di tutti coloro che si organizzano e lottano contro il degrado ambientale. Sono mosse per portare le comunità del resto d’Italia ad accettare sbrigativamente e supinamente discariche ed inceneritori che non rispondono a criteri tecnologici avanzati.Giornali e televisioni fanno la loro parte per criminalizzare chi lotta, per giustificare l’azione della polizia, per dividere una parte delle masse popolari dall’altra. Dicono che la gente del nord è contro la gente del sud, che gli abitanti di Pianura sono contro quelli di Quarto. Parlano di infiltrati, di violenti e di facinorosi. Ciò che più temono è che le masse popolari prendano coscienza che l’unico problema irrisolvibile è l’incompatibilità di interessi tra noi e chi ci affama e ci ammazza per fare profitti; tra chi la mattina si alza per andare a lavorare e sopravvivere e chi vive di privilegi e di lusso. Temono che la maggioranza comprenda bene tutto questo e decida di porre fine a questo sistema, comprenda che sia possibile e concretamente fattibile fare a meno di questa classe di parassiti. Temono che sempre più persone comprendano che la soluzione definitiva al problema dei rifiuti, come a tutti i problemi che rendono la nostra vita precaria, sia cacciare i padroni, i politicanti al loro servizio e l’unica legge che rispettano: la legge del profitto di pochi a danno di molti.La resistenza all’opera di devastazione dell’ambiente ad opera di questi sfruttatori, ladri, assassini può estendersi e rafforzarsi tanto maggiormente quanto più si farà strada in noi la volontà di liberarci non solo di amministratori imbroglioni, ma anche dei loro mandanti e dell’ordinamento sociale al quale fanno riferimento.Pensiamo che sia giunto il momento per costruire un Blocco Popolare, che porti nel “teatrino della politica” un nuovo programma, il programma delle masse popolari: difendere, senza se e senza ma, i nostri interessi, lottare per migliorare salari e condizioni di vita e di lavoro, per un ambiente in cui le generazioni future possano vivere, per un Paese senza basi militari, senza stragi sul lavoro, senza miseria, senza precarietà e senza guerra.Potrà farsi anche a Policoro?

Vito PetrocelliPartito dei CARC - Matera

1 commento:

  1. ...ma chi sono questi carc? forse 'comitati armati per la ricotta di capra'?

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