Con
comunicato stampa del 7/10/2017, Vincenzo Vitale, in qualità di
amministratore unico di Marinagri s.p.a., con riferimento alle
notizie giornalistiche riguardanti la società in parola nel fornire,
a suo dire, alcune precisazioni, ha fatto riserva di “ogni
azione nei confronti di qualsivoglia soggetto che, anche mediante la
diffusione di informazioni non rispondenti a vero, possa danneggiare
gli interessi della società e, soprattutto dei suoi creditori”.
Che
il sig. Vitale si preoccupi della società che amministra è
legittimo e comprensibile.
Che
voglia il silenzio intorno alla società e all’attività dei suoi
amministratori è inaccettabile.
Che
si preoccupi degli interessi dei creditori è assolutamente
superfluo: gli stessi sono in grado di tutelarsi senza dare
preoccupazioni ad altri.
Del
gruppo Marinagri sono titolati ad occuparsene tutti i contribuenti
italiani per ragioni che appresso si spiegheranno.
Per
inquadrare la vicenda non sarà inopportuno ricordare che Marinagri
opera in un’area di circa 300 ettari di certo non fortunata.
Nel
1959 l’intera zona fu interessata dalle piene alluvionali che
modificarono il corso del fiume. Quell’alluvione è rimasta
scolpita nella memoria dei cittadini perché vi fu un morto.
Negli
anni ’70 l’area di cui innanzi fu oggetto di esproprio per la
realizzazione di impianti di acquacoltura con collegata attività
industriale mai realizzata.
Negli
anni ’80 una società denominata Consyris propose di realizzare un
centro di acquacoltura con una spesa a totale carico della Cassa del
Mezzogiorno di oltre 25 miliardi di lire.
Ma
anche quell’iniziativa non ebbe fortuna e si arenò.
Agli
inizi di questo secolo l’area venne destinata ad un complesso
turistico che fu oggetto di indagini. Dal relativo processo gli
imputati vennero assolti all’udienza preliminare.
Vi
fu appello del P.M. ma il giudice di secondo grado confermò
l’assoluzione.
Il
Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Catanzaro, così
ricorda lo scrivente, predispose il ricorso per cassazione ma il
diavolo ci mise la coda e il relativo atto fu depositato con un
giorno di ritardo causandone l’inammissibilità.
Di
recente sono circolate notizie circa difficoltà economiche della
società che ora sono all’attenzione del Tribunale Civile di
Matera. Direbbero i maligni (o, per qualcuno, i gufi) che la iella
continua.
Poiché
non intendo osservare il silenzio come richiesto dal sig. Vitale
formulo, a chi di dovere, le seguenti domande
PRIMA
DOMANDA
All’on.
Filippo Bubbico, all’on. Vito De Filippo, al dott. Marcello
Pittella, nella qualità e per il periodo in cui hanno ricoperto
l’incarico di presidente della Giunta Regionale.
Nel
predisporre il progetto di Marinagri, in una pubblicazione del
Consiglio Regionale della Basilicata è scritto: “la ET&M
mette in risalto che lo studio dell’impatto delle opere esterne
portuali sulla morfologia costiera condotto mediante l’applicazione
del modello numerico del tipo ad una linea definito Aries sviluppato
dalla Modimar e dal Polidraulico dell’Enel, ha evidenziato che la
zona localizzata in prossimità della foce del fiume Agri è
caratterizzata da una marcata erosione della linea di riva e che il
trasporto solido costiero è diretto prevalentemente da sud verso
nord”. Si aggiunge poi che la realizzazione di nuove opere
esterne avrebbe potuto accentuare l’erosione. Sarebbe stato quindi
opportuno costruire un sistema di difesa “per garantire il
riequilibrio della fascia costiera interessata da vistosi fenomeni di
erosione dell’apparato fociale del fiume Agri”. Si
ipotizzava, pertanto, un’opera di difesa comprendente un
“versamento di sabbia (circa 30.000 metri cubi annui) avente
caratteristiche congruenti con quella nativa tale da determinare un
avanzamento della linea di riva pari a 50 metri rispetto alla
posizione” dell’epoca.
Dunque
l’erosione della costa era stata prevista e si imponevano opere di
difesa anche con l’apporto di 30.000 metri cubi di sabbia
all’anno!!!
Che
io sappia, i 30.000 metri cubi di sabbia all’anno non sono mai
stati apportati e per porre rimedio ai guasti causati occorrono non
meno di 7 milioni di euro. E allora, si chiede:
- perché fu autorizzato un progetto che avrebbe comportato una rovinosa erosione della costa?
- chi avrebbe dovuto vigilare sull’apporto della sabbia che poi non è avvenuto?
- chi pagherà i 7 milioni occorrenti per riparare quei danni?
- chi, per il futuro, dovrà farsi carico dell’apporto della sabbia?
- che dice in proposito il Procuratore Regionale della Corte dei Conti?
SECONDA
DOMANDA
Al
dott. Nino Grasso, capo ufficio stampa del Presidente della Giunta
Regionale, al dott. Marcello Pittella, presidente della Giunta
Regionale.
Nelle
polemiche intercorse negli anni in cui si svolgevano le indagini
sulla vicenda Marinagri il dott. Nino Grasso elogiava l’iniziativa
e criticava l’indagine giudiziaria.
A
supporto delle sue tesi poneva l’occasione importante dello
sviluppo dell’area che avrebbe comportato non meno di 1.000 posti
di lavoro.
L’indagine
si concluse consentendo l’iniziativa ma i posti di lavoro sono di
là da venire. Alcuni in maniera generosa parlano di 200 posti ma di
ciò si dubita.
Cosa
dicono in proposito il dott. Nino Grasso e il dott. Marcello
Pittella?
TERZA
DOMANDA
Al
sindaco di Policoro, al dott. Giovanni Trifoglio.
Da
comunicati stampa di gruppi politici è emerso che per l’anno 2013
il Comune di Policoro non avrebbe incassato l’IMU per un importo di
1.455.800,00 euro. Di tale importo quello dovuto da Marinagri sarebbe
una somma CONSISTENTE. Nulla si sa di eventuali tributi precedenti
o successivi al 2013.
Si
chiede perché a distanza di 4 anni quell’imposta non sia stata
ancora pagata.
Sulla
circostanza, osservo:
- il responsabile dei servizi finanziari del Comune di Policoro è il dott. Ivan Vitale, figlio di Vincenzo Vitale;
- dal 2012 al 2015, presidente del collegio dei revisori del Comune di Policoro è stato il dott. Giovanni Trifoglio;
- dal 2012 e fino a questo momento il dott. Giovanni Trifoglio è sindaco revisore di Marinagri;
- dalle scorse elezioni del mese di giugno il dott. Giovanni Trifoglio è assessore al bilancio ed è quindi il diretto superiore di Ivan Vitale.
Alla
luce di quanto esposto emerge che il dott. Giovanni Trifoglio è
stato controllore di Marinagri e controllore del Comune di Policoro.
Oggi è controllore di Marinagri, debitrice verso il Comune di
Policoro. Contestualmente è assessore al bilancio dello stesso
Comune, a sua volta creditore di Marinagri di oltre 1 milione di euro
che avrebbe dovuto riscuotere dal 2013.
Chiedo
al sindaco di rispondere pubblicamente a questa domanda: può il
dott. Trifoglio continuare a ricoprire l’incarico di assessore al
bilancio?
Potrà il dott.re Vitale ricoprire la carica di dirigente dell'ufficio finanziario
QUARTA
DOMANDA
Pende,
innanzi al Tribunale di Matera, un giudizio intentato dall’Alsia
nei confronti di Marinagri per la restituzione di alcune superfici di
terreno.
In
qualità di contribuente mi permetto di far osservare
all’amministratore unico di Marinagri che i circa 300 ettari su cui
sorge il complesso turistico furono espropriati per un’attività
industriale mai compiuta. Il prezzo pagato fu stimato pari al costo
di una sigaretta per metro quadro.
La
stessa società, per l’opera turistica, avrebbe incamerato un
cospicuo contributo pubblico.
Sia
pure in maniera infinitesimale le mie tasse hanno contribuito al
beneficio goduto da Marinagri. Ho dunque il diritto di chiedere conto
di quel danaro.
Pochi
anni or sono l’Alsia, sulla base di un parere reso da un docente
universitario, ritenne di affidare ad un avvocato di Potenza
l’incarico di richiedere la restituzione di circa 300 ettari di
terra ovvero il controvalore economico. Il professionista
scrupolosamente predispose l’atto di citazione ma il legale
rappresentante dell’Alsia non gli conferì il mandato. Per l’opera
svolta fu corrisposto a quell’avvocato il meritato compenso di
circa 40 mila euro ma apparve incomprensibile il comportamento
dell’Alsia.
Domanda:
può dire il Direttore Generale dell’Alsia perché quell’atto di
citazione non venne notificato? Soprattutto può dire se la causa
attualmente pendente innanzi al Tribunale di Matera riguarda tutta
l’area o solo una piccola parte?
QUINTA
DOMANDA
Vincenzo
Vitale ha affermato che la società, pur vivendo un momento di
difficoltà, sarà in grado di mantenere i suoi impegni. Mi auguro
sinceramente che ciò si verifichi e che tutti i creditori siano
soddisfatti. Ma una domanda a Vincenzo Vitale debbo porre: è vero
che numerosi soci hanno convenuto in giudizio la società Marinagri
perché non ha provveduto a stipulare contratti di vendita? E se è
vero, perché?
Ottavio
Frammartino
Cittadino
policorese e senegalese