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“protocollo
Vicino”: dalle intercettazioni un copione degno di Saviano.
di
Giorgio Santoriello, Andrea Spartaco
“Se
dobbiamo stare a guardare, staranno tutti a guardare…….non esce
una carta da qua, niente, se i nostri non lavorano……..noi non
lavoriamo”
è il motto che spesso si ritrova nelle intercettazioni di
“Trivellopoli” e pronunciate dall’ex sindaco di Corleto
Perticara, Rosaria Vicino: la frase ricorre decine di volte in oltre
800 pagine di intercettazioni telefoniche. La legge a Corleto era
lei, la Total e le subappaltatrici assumevano i suoi “nomi” e lei
sbloccava le pratiche di Total ed indotto, vagliate presso l’ufficio
tecnico comunale. Tutti d’accordo, tutto ben oleato, tutto normale,
tutto accettabile in un sistema dove il più puro aveva la rogna,
perché bisogna lavorare poco per guadagnare molto ed i controlli
ambientali sbandierarli solo quando c’era da ricattare. La terra,
l’acqua, l’aria, l’agricoltura, l’allevamento…..tutte cose
da falliti, bisogna diventare tutti manager col culo del prossimo e
passare dal bar alla multinazionale. Grazie alla Procura di Potenza
abbiamo uno spaccato incontaminato del “Sistema Basilicata”.
Il
neocolonialismo ed i colonizzati raccomandati, assunti e contenti. Si
sapeva da tempo che la prima ondata di assunzioni sarebbe stata
quella strategica, già ma chi assumere? Ovviamente i figli degli
amministratori, maggioranza e minoranza, i figli dei dirigenti
pubblici (scolastici inclusi), il fratello del parroco e via
discorrendo. Il welfare della Vicino fa impallidire quello svedese:
assiste i suoi elettori e parenti dalla “culla alla tomba”, come
nel caso della corruzione e dell’abuso d’ufficio ipotizzato dalla
procura in carico alla Vicino e a Vincenzo Clemente ( titolare della
srl che gestisce la casa di riposo di Corleto Perticara ) perché si
aiutavano vicendevolmente, ossia la Vicino dava una mano ad occultare
la rendicontazione e rinviare i pagamenti che Clemente doveva al
Comune per il fitto della struttura, e Clemente si impegnava ad
acquistare i farmaci per la casa di riposo presso la farmacia della
figlia della Vicino, praticamente la filiera perfetta, il “welfare
saurino” – tutti e due vincevano a danno della comunità che non
ha incassato per almeno 9 mesi consecutivi, i 65mila euro mensili di
canone comunale, intanto la casa di riposo si riforniva di farmaci a
15 km di distanza, ad Armento, presso la farmacia di Filomena Fiore,
figlia della Vicino.
L’olimpo
degli agevolati e l’Outsourcing srl. Abbiamo
già scritto in passato dell’impresa Outsourcing
srl ,
dove erano presenti figli di politici regionali e locali con soci
attivi proprio nell’indotto Eni-Total, e la stessa Outsourcing
nell’ottobre 2010 diventava beneficiaria, dietro approvazione di
Sviluppo Basilicata di un contributo di 300mila euro per 10 anni,
corrisposti dalla BCC di Laurenzana. Col tempo i vantaggi per la
Outsourcing aumentarono, infatti vennero ammesse spese non
conteggiate in precedenza e nel dicembre 2010 Sviluppo Basilicata
assegnò 447mila euro complessivi di aiuti. Due anni dopo
l’Outsourcing chiese una proroga per il completamento degli
investimenti e la giunta De Filippo, con Marcello Pittella assessore,
la concesse. Il 4 giugno 2013 chiese la seconda proroga, concessa
anche questa – praticamente abbiamo pagato un investimento privato
che non ha ad oggi avuto ancora inizio, visto che al 2014 risultavano
due unità dipendenti neanche iscritte ad Inail o Inps secondo la
procura. La Outsourcing avrebbe dovuto fornire in seguito i locali
per creare un business center da fittare in seguito a Total.
Invece
la moglie del dirigente regionale si occupava di ingegneria per i
petrolieri.
Grazia Panetta invece è la moglie del sempre verde “mandarino
piddino”,Donato Viggiano ( dg dipartimento ambiente e, prima,
direttore dell’Enea di Trisaia ). Viggiano rilasciava i pareri
ambientali sui progetti Eni e la
moglie lavorava nell’indotto
di Eni, nella Mediterranea Ingegneria srl. E guarda caso c’era chi,
come Criscuolo, stava come socio di capitale sia nella Outsourcing
che nella Mediterranea Ingegneria e nella Outsourcing c’era anche
l’altro figlio della Vicino, Gerardo Fiore, la cambiale politica
che pendeva sulla testa di De Filippo, l’obiettivo strategico della
Vicino mamma più che sindaco.
Vito
De Filippo: il santo protettore di Rosaria Vicino. Le
intercettazioni delineano un quadro da guerra politica, ove Pittella
cerca di mettere le sue bandierine in Val Sauro, e la Vicino con De
Filippo ad arginarne le mire. Per sostenere la guerra la Vicino ha
bisogno di mezzi, come i cellulari intestati alla Provincia di
Potenza che lei usa per i fatti propri, o l’auto comunale della
Polizia Municipale di Corleto ( più che polizia sembra la sua
milizia personale ) con la quale fa le commissioni private, dalla
parrucchiera al panificio, fino alla campagna elettorale, autista
incluso, nonostante da dipendenti comunali gli autisti ricoprissero
le mansioni di operai. La Vicino oltre al “sindaco-mamma-centro per
l’impiego” faceva parte del SIAN dell’Asp, ossia del
dipartimento di igiene degli alimenti – quindi chi analizza il
cibo……….quella cosa che in Basilicata e nella sua Corleto non
si analizza mai come si dovrebbe, o meglio se lo si fa lo si nasconde
o lo si fa male. Quindi vigili e relativa auto, servivano anche alle
campagne elettorali del PD, ed addirittura a fare propaganda anche
politica come in occasione delle primarie del PD e del sostegno da
dare al defunto Luongo ed ecco che nell’auto della polizia
municipale si caricavano i santini ed i fac simili.
La
società matriarcale all’ombra dell’altare. La
Vicino usava il cellulare della Provincia di Potenza per la campagne
elettorali, come nelle europee del 2014, quando soltanto a Corleto
Perticara, Gianni Pittella non fu il primo eletto, un risultato così
evidente e forte che De Filippo si congratulò telefonicamente con la
Vicino dicendo: ”Gesù,
hai superato a Pittella!…sei un capo vero, veramente!”
E quando la Vicino capisce che in paese qualcuno, (l’avvocato
Massari, attuale sindaco in quota Pittella soprannominato “il
principino” dalla stessa Viccino) sta preparando le liste contro di
lei alle future comunali, Don Paolo Paradiso, parroco locale, era
pronto all’azione al fianco della Vicino, infatti il fratello del
Don è stato assunto grazie al petrolio. La fedeltà è alla Vicino
più che alla croce, infatti il don si conferma nella “messa” a
disposizione politica addirittura nel fare la guerra al locale
presidente dell’Azione Cattolica, Luca Guerra, ispettore di polizia
in quiescenza, pericoloso perché stimato da molti. Don Paradiso
assicura alla Vicino il suo impegno anche in consiglio pastorale pur
di non farlo candidare. Il parroco si conferma uno dei terminali del
“protocollo Vicino” utile a gestire le assunzioni da convogliare
verso i propri sostenitori politici, elencando precisamente i nomi di
chi non ha votato la Vicino e non si meritava il “lavoro” secondo
il Don. In cambio la Vicino metteva sul piatto anche l’appoggio per
la festa patronale.
La
moglie tutto fare di De Filippo. Rosa
Tutino, dirigente ARBEA, moglie di De Filippo, nonché segretario ad
horasdel
marito, infatti è la Tutino ad usare il cellullare (intestato ad
Arbea) col quale comunica alla Vicino le utenze telefoniche della
collaboratrice di De Filippo, Mariachiara Montemurro, candidata
all’epoca al Comune di Gallicchio e dove infatti fu la prima eletta
della sua lista, ma oltre a questo la mansione principale era
aggiornare la Vicino sulla stato d’avanzamento della
raccomandazione a favore del figlio della Vicino che doveva lavorare
in Eni. La Vicino nonostante tutta la riverenza che a volte mostra a
De Filippo, in altre conversazioni sostiene invece che non gli era
simpatico. La Vicino denigrava sia De Filippo che i suoi candidati,
infatti definiva Luongo “quel
morto di Luongo”,
ma con quel sistema anche i morti o gli assenti potevano vincere,
infatti il vigile urbano Giovanni Pagano durante le primarie del PD
si recava alle urne presiedute da Luana Savino ( consigliere comunale
di maggioranza PD e dipendente di Total ) e consegnava al seggio,
dopo essersi girato le campagne, i documenti d’identità di
cittadini non recatisi a votare. I vigili sembrano degli
intermediari, sono centrali per carpire sia i risvolti sociali del
protocollo Vicino ma anche gli equilibri politici interni, e
discutono della mancata volontà della Vicino di ricandidarsi,
riflettono sulle lotte interne al PD e del fatto che alla Vicino
interessi ora solo sistemare il figlio presso Eni. Proprio ENI viene
citata dal vigile Pagano perché stando al testo delle
intercettazioni il vigile si lascia andare una frase:”Eni
ha regalato a De Filippo un hotel a Milano”.
La
questione morale sollevata dagli sciacalli. La
Vicino non perde occasione per sputare nel piatto in cui mangia e ad
un’amica confessa che dopotutto De Filippo non le è simpatico ed
addita De Filippo come “uno
che si
fa i cazzi suoi”
e che tutto sommato nonostante il legame politico forte tra i due, De
Filippo le fa “schifo“.
Forse lo schifo della Vicino verso “il
De Filippo”
come lo chiamano i magistrati negli atti, era dovuto anche al fatto
che l’assunzione in Eni per il figlio non arrivava ed infatti il
figlio della Vicino nel marzo 2015 lavorava con la D’Apollonia spa,
braccio operativo del RINA SERVICES (servizi integrati per
l’ingegneria), indotto Eni in Val d’Agri, la quale versava 43mila
euro annui lordi alla D’Apollonia per la retribuzione di Gerardo
Fiore, figlio della Vicino. Pazzesco il gioco al massacro degli
attori di questa vicenda, uno scenario da Catilinarie, dove
addirittura lo stesso manager Total, Cobianchi, dopo essersi prestato
ad una serie di complicità con la Vicino, quando le pressioni di
quest’ultima si fanno per lui opprimenti, arriva a dire che il
motto Vicino:”se
non lavoriamo noi anche gli altri staranno a guardare, da qui non
esce una carta”
era ascrivibile ai reati di concussione od omissione d’atti
d’ufficio.
I
figli dei controllori dell’ASP da assumere in Total. Da
sottolineare anche Il ruolo del “liaison officer” di Total, il
lucano Gianpaolo Gagliardi, ossia il “reclutatore di indigeni”.
Da ex contestatore del petrolio a dipendente della Total, si può
riassumere così la carriera dell’ing. Gagliardi che nelle
intercettazioni con la Vicino appare come uno degli interlocutori più
frequenti per la bassa manovalanza. Gagliardi viene interessato dalla
Vicino per assumere anche il figlio di una sua collega dell’Asp,
tale Esia Bontempi, facendo notare che la collega “era
la stessa deputata ai controlli (ambientali/alimentari
– ndr ) cosa
che avrebbe potuto interessare la Total”. Infatti
la minaccia di analisi ambientali viene usata dalla Vicino per
pressare la Total che in caso di esito positivo delle stesse avrebbe
potuto veder rallentati i lavori, quindi con un danno economico.
Infatti la Vicino al telefono con Gagliardi dice che: “questa
è una filosofa, fa campioni,…..raccolta….. ti ho detto
leviamocela”
– quindi i controlli ambientali usati come merce di scambio per
alzare la posta del gioco.
“Se
scoppia il pozzo TR2 noi non ci andiamo, a noi la sicurezza non ce ne
fotte”.
Nelle mire clientelari della vicino c’è anche la Maersk, azienda
mondiale leader nella gestione della sicurezza, proprio in
un’intercettazione telefonica tra la Vicino e Rocco Carone (
corletano, manager della Maersk) quest’ultimo dice relativamente al
pozzo Total – TR 2 (Tempa Rossa 2 – ndr):”…se
scoppia il pozzo ed il gas va nelle campagne noi alle campagne non ci
andiamo nemmeno sotto tortura, per farvi capire la situazione come
è”.
Il problema pare che sia dato dal fatto che le aziende in alcuni casi
dicano no alla Vicino perché i nomi avanzati dal sindaco pare non
abbiano i requisiti professionali minimi in materia di
sicurezza-formazione professionale, e ad un certo punto la Vicino
afferma che:”……a
noi la sicurezza non ce ne fotte niente, io gli blocco tutto”.
E Carone replica minacciando un esposto alla procura.
C’era
da raccomandare anche il fornaio, la Vicino era un monopolio. La
Vicino indicava alla Cascina anche da chi avrebbe dovuto rifornirsi
di pane:“……per
il pane devi pigliare anche De Angelis…è un fornaio qui, bravo,
buon prezzo ed è buono…..il pane è buono anche perché è
vigilato dall’Asp, io mò lo faccio io il controllo, quindi”.
Servono
indagini patrimoniali serie ed estese per dirigenti regionali e
comunali, politici e servitori dello stato, e Cova Contro solleciterà
tale richiesta a tutti i livelli.