Hanno tentato di rimanere impuniti , contestando alla corte dei conti la
legittimità a verificare le loro rubberie , E' quanto ha deciso la Corte Costituzionale in riferimento a un ricorso presentato dalla Regione lo scorso maggio su un conflitto di attribuzione, riferito alle deliberazioni dei giudici contabili sull'esercizio 2013 per i gruppi consiliari.Il ricorso fa riferimento all’autonomia dell’ente regionale (istituzionale, legislativa e finanziaria) e ai controlli della Corte dei Conti, che non sono solo di verifica "della corrispondenza del rendiconto al modello astratto" ma arrivano a "verifiche di tipo sostanziale" che "prendono in esame scelte di merito", invadendo quindi "le legittime prerogative dei gruppi consiliari".La Corte Costituzionale, quindi, ha giudicato in parte inammissibile il ricorso per il conflitto di attribuzione, respingendo poi lo stesso per quanto riguarda le verifiche dei giudici contabili, anche tenendo conto delle modifiche introdotte con la legge regionale numero 28 del 2012.
Avvisi di chiusura delle indagini per le spese pazze 2009 Dalle creme antirughe agli scampi "di rappresentanza
Di Amato Leo
POTENZA - Scampi freschi per 160 euro, creme antirughe, panettoni, bollette telefoniche duplicate, un divano, e persino il contributo a un concerto di beneficenza del cantante Massimo Ranieri.
C’è questo e altro tra i rimborsi dei 21 consiglieri regionali ed ex, che in queste ore stanno ricevendo l’avviso di conclusione delle indagini, per i reati di peculato e falso, sulle “spese pazze 2009”. Assieme ai titolari di un noto ristorante del capoluogo.
L’inchiesta degli agenti delle Fiamme gialle di Potenza, coordinata dai pm Francesco Basentini e Valentina Santoro, è il terzo filone degli accertamenti avviati a ottobre del 2012 sulla gestione delle spese di segreteria e rappresentanza dei membri del parlamentino lucano: 2.600 euro al mese incassati in maniera anticipata da giustificare alla fine del periodo contabile fissato dall’ufficio di presidenza, depositando scontrini e fatture collegate.
Tra le contestazioni spiccano quelle per l’ex assessore Rosa Mastrosimone, che a marzo dell’anno scorso era finita ai domiciliari e si è dimessa per quanto emerso dalle indagini sui rimborsi incassati nel 2010 e nel 2011. Sua la crema antirughe inserita tra le spese «per l’esercizio del mandato senza vincolo di mandato», assieme a tovaglie, profumi vari, e la riparazione di un televisore.
Mentre l’ex presidente del Consiglio regionale Vincenzo Santochirico rischia di finire a processo per l’acquisto di un divano e ben 58 panettoni di «rappresentanza».
Singolare il caso dell’ex segretario del Consiglio, Luigi Scaglione, che ha rendicontato 6 fatture diverse con la stessa data per pasti consumati a ristorante: 2 a Potenza, e 4 a Milano, di cui 2 tra le spese del suo gruppo consiliare di riferimento, e 4 tra quelle di rappresentanza. Dieta metabolica? Non si direbbe se si pensa che una sola di queste è valsa poco meno di 300 euro, vino incluso. Di cui 160 di scampi freschi.
Poi c’è una strana bolletta telefonica da oltre 500 euro, già portata a rimborso nel primo semestre del 2009, ma sdoppiata nel secondo, quando agli atti è finito il bollettino postale utilizzato per pagarla (con un euro in più per l’addebito dei costi dell’operazione).
Al presidente del Consorzio Asi Potenza, Donato Salvatore, viene contestata la spesa per l’affitto di un minibus e il pernottamento con alcuni amici a Verona in occasione del Vinitaly. Un appuntamento fisso, che gli è già costato il rinvio a giudizio, con una quarantina di altre persone, incluso il presidente della Regione Marcello Pittella e il suo predecessore Vito De Filippo, nel processo sui rimborsi 2010 e 2011.
E ancora vini pregiati per il consigliere Michele Napoli, un collaboratore “fantasma” per Franco Mollica, e il contributo per il concerto di beneficenza di Massimo Ranieri per l’ex assessore Antonio Autilio.
C’è chi si è fatto rimborsare le bollette del suo studio legale, come Antonio Di Sanza.
Non mancano, infine, esborsi per la cura delle auto: a rimborso lavaggi, manutenzione, e anche la rata del leasing per l’acquisto di una Mercedes.
Il contributo per le spese di segreteria e rappresentanza è stato abrogato a dicembre del 2012 (due mesi dopo il blitz negli uffici del Consiglio regionale) accorpandolo alla diaria per le «spese sostenute per le attività e i compiti connessi con lo svolgimento del mandato» aumentata da 3.200 euro a 4.500, senza alcun obbligo di rendicontazione. Unico limite l’utilizzazione di un terzo di questa somma (1.500 euro) per assumere uno o più collaboratori. Pena un taglio equivalente della stessa.
L’inchiesta degli agenti delle Fiamme gialle di Potenza, coordinata dai pm Francesco Basentini e Valentina Santoro, è il terzo filone degli accertamenti avviati a ottobre del 2012 sulla gestione delle spese di segreteria e rappresentanza dei membri del parlamentino lucano: 2.600 euro al mese incassati in maniera anticipata da giustificare alla fine del periodo contabile fissato dall’ufficio di presidenza, depositando scontrini e fatture collegate.
Tra le contestazioni spiccano quelle per l’ex assessore Rosa Mastrosimone, che a marzo dell’anno scorso era finita ai domiciliari e si è dimessa per quanto emerso dalle indagini sui rimborsi incassati nel 2010 e nel 2011. Sua la crema antirughe inserita tra le spese «per l’esercizio del mandato senza vincolo di mandato», assieme a tovaglie, profumi vari, e la riparazione di un televisore.
Mentre l’ex presidente del Consiglio regionale Vincenzo Santochirico rischia di finire a processo per l’acquisto di un divano e ben 58 panettoni di «rappresentanza».
Singolare il caso dell’ex segretario del Consiglio, Luigi Scaglione, che ha rendicontato 6 fatture diverse con la stessa data per pasti consumati a ristorante: 2 a Potenza, e 4 a Milano, di cui 2 tra le spese del suo gruppo consiliare di riferimento, e 4 tra quelle di rappresentanza. Dieta metabolica? Non si direbbe se si pensa che una sola di queste è valsa poco meno di 300 euro, vino incluso. Di cui 160 di scampi freschi.
Poi c’è una strana bolletta telefonica da oltre 500 euro, già portata a rimborso nel primo semestre del 2009, ma sdoppiata nel secondo, quando agli atti è finito il bollettino postale utilizzato per pagarla (con un euro in più per l’addebito dei costi dell’operazione).
Al presidente del Consorzio Asi Potenza, Donato Salvatore, viene contestata la spesa per l’affitto di un minibus e il pernottamento con alcuni amici a Verona in occasione del Vinitaly. Un appuntamento fisso, che gli è già costato il rinvio a giudizio, con una quarantina di altre persone, incluso il presidente della Regione Marcello Pittella e il suo predecessore Vito De Filippo, nel processo sui rimborsi 2010 e 2011.
E ancora vini pregiati per il consigliere Michele Napoli, un collaboratore “fantasma” per Franco Mollica, e il contributo per il concerto di beneficenza di Massimo Ranieri per l’ex assessore Antonio Autilio.
C’è chi si è fatto rimborsare le bollette del suo studio legale, come Antonio Di Sanza.
Non mancano, infine, esborsi per la cura delle auto: a rimborso lavaggi, manutenzione, e anche la rata del leasing per l’acquisto di una Mercedes.
Il contributo per le spese di segreteria e rappresentanza è stato abrogato a dicembre del 2012 (due mesi dopo il blitz negli uffici del Consiglio regionale) accorpandolo alla diaria per le «spese sostenute per le attività e i compiti connessi con lo svolgimento del mandato» aumentata da 3.200 euro a 4.500, senza alcun obbligo di rendicontazione. Unico limite l’utilizzazione di un terzo di questa somma (1.500 euro) per assumere uno o più collaboratori. Pena un taglio equivalente della stessa.
(tratto dal quotidiano della Basilicata)