ccuse agli uffici sugli acquisti “allegri” dell’ex assessore: «Noi portavamo gli scontrini a Cella che ci diceva se andavano bene»
L'ex assessore regionale di Idv Rosa Mastrosimone
POTENZA - Rischiano un’incriminazione per falsa testimonianza o peggio ancora per favoreggiamento 2 dei 4 collaboratori dell’ex assessore regionale Rosa Mastrosimone (Idv), sentiti ieri mattina nel processo sulla “rimborsopoli 2010-2011”.
A disporre la trasmissione del verbale di udienza in Procura è stato il pm Francesco Basentini, dopo un interrogatorio a dir poco combattuto in cui, tra l’altro, hanno accusato gli uffici del Consiglio regionale di aver avallato la rendicontazione delle spese pazze dell’ex assessore, presente in aula per tutta la durata dell’udienza.
«Noi portavamo le fatture e gli scontrini a Cella che ci diceva se andavano bene». Ha spiegato Alessandra Pugliese. Quanto invece alle ricariche sul suo telefonino privato, ha aggiunto che utilizzava l’utenza in questione anche per questioni di servizio.
Incalzata dal pm a riguardo l’ex collaboratrice si è giustificata dicendo che era un modo per evitare di «sovraccaricare» le linee della Regione, come quelle piazzate nelle loro stanze, che invece sarebbero rimaste sempre libere per ricevere le chiamate urgenti dell’assessore. Ma ha taciuto quando il magistrato le ha fatto notare che sarebbe stato più pratico il contrario, per essere sempre reperibile. Un silenzio annotato dal presidente del collegio, che le ha ricordato l’obbligo di rispondere e di dire la verità. Quindi ha disposto anche l’acquisizione del contratto telefonico vigente relativo a quell’utenza cellulare, per verificare il piano tariffario.
Prima di lei si era seduta sul banco dei testimoni anche un’altra collaboratrice dell’ex assessore, Maria Lapolla, che agli investigatori aveva detto di essere andata a Roma in missione per conto dell’assessore non più di «2 o 3 volte nel periodo tra maggio e agosto 2010».
Di fronte ai giudici quei viaggi che avvenivano quasi sempre nel fine settimana sono diventati molti di più. Trasferte per discutere di questioni istituzionali al Ministero il venerdì, prolungate fino alla domenica sera per questioni personali. Motivo per cui tra le spese rimborsate all’assessore risulterebbero i biglietti di andata e ritorno e fatture per acquisti vari compiuti in contemporanea a centinaia di chilometri di distanza.
Ma anche su questo il pm si è mostrato molto perplesso chiedendo l’invio del verbale nel suo ufficio per valutare profili di un’eventuale falsa testimonianza.
Si sono concluse senza colpi di scena, invece, le deposizioni degli altri due testi sentiti ieri mattina, un’altra collaboratrice e l’autista.
Sullo sfondo sono rimaste le altre contestazioni a a carico di Rosa Mastrosimone, inclusi i quasi 10mila euro spesi al ristorante Fuori Le Mura di Potenza, dove nessuno è stato in grado di riconoscerla tra i loro clienti abituali. Più i pernottamenti romani con il marito e figlia a carico. E poi salumi, articoli di profumeria, un orsetto di peluche e persino una gita il giorno di Santo Stefano allo Zoo di Fasano per un totale di 12mila euro di rimborsi illeciti.
L’udienza è stata aggiornata al 12 novembre per sentire i testi a carico di Franco Mollica (Udc).
Tratto dal quotidiano della Basilicata
A disporre la trasmissione del verbale di udienza in Procura è stato il pm Francesco Basentini, dopo un interrogatorio a dir poco combattuto in cui, tra l’altro, hanno accusato gli uffici del Consiglio regionale di aver avallato la rendicontazione delle spese pazze dell’ex assessore, presente in aula per tutta la durata dell’udienza.
«Noi portavamo le fatture e gli scontrini a Cella che ci diceva se andavano bene». Ha spiegato Alessandra Pugliese. Quanto invece alle ricariche sul suo telefonino privato, ha aggiunto che utilizzava l’utenza in questione anche per questioni di servizio.
Incalzata dal pm a riguardo l’ex collaboratrice si è giustificata dicendo che era un modo per evitare di «sovraccaricare» le linee della Regione, come quelle piazzate nelle loro stanze, che invece sarebbero rimaste sempre libere per ricevere le chiamate urgenti dell’assessore. Ma ha taciuto quando il magistrato le ha fatto notare che sarebbe stato più pratico il contrario, per essere sempre reperibile. Un silenzio annotato dal presidente del collegio, che le ha ricordato l’obbligo di rispondere e di dire la verità. Quindi ha disposto anche l’acquisizione del contratto telefonico vigente relativo a quell’utenza cellulare, per verificare il piano tariffario.
Prima di lei si era seduta sul banco dei testimoni anche un’altra collaboratrice dell’ex assessore, Maria Lapolla, che agli investigatori aveva detto di essere andata a Roma in missione per conto dell’assessore non più di «2 o 3 volte nel periodo tra maggio e agosto 2010».
Di fronte ai giudici quei viaggi che avvenivano quasi sempre nel fine settimana sono diventati molti di più. Trasferte per discutere di questioni istituzionali al Ministero il venerdì, prolungate fino alla domenica sera per questioni personali. Motivo per cui tra le spese rimborsate all’assessore risulterebbero i biglietti di andata e ritorno e fatture per acquisti vari compiuti in contemporanea a centinaia di chilometri di distanza.
Ma anche su questo il pm si è mostrato molto perplesso chiedendo l’invio del verbale nel suo ufficio per valutare profili di un’eventuale falsa testimonianza.
Si sono concluse senza colpi di scena, invece, le deposizioni degli altri due testi sentiti ieri mattina, un’altra collaboratrice e l’autista.
Sullo sfondo sono rimaste le altre contestazioni a a carico di Rosa Mastrosimone, inclusi i quasi 10mila euro spesi al ristorante Fuori Le Mura di Potenza, dove nessuno è stato in grado di riconoscerla tra i loro clienti abituali. Più i pernottamenti romani con il marito e figlia a carico. E poi salumi, articoli di profumeria, un orsetto di peluche e persino una gita il giorno di Santo Stefano allo Zoo di Fasano per un totale di 12mila euro di rimborsi illeciti.
L’udienza è stata aggiornata al 12 novembre per sentire i testi a carico di Franco Mollica (Udc).
Tratto dal quotidiano della Basilicata