venerdì 29 aprile 2016

Altieri Assolto , arrestato perchè contro i Poteri forti che tutelavano Marinagri.

Una convizione ha Mario Altieri , che la bufala Brogli elettorali è stata montata su come la panna per tutelare quello che lui chiama lo scempio Urbanistico ed aggi ambientale che si chiama Marinagri.

Infatti lui come sindaco , allora si oppose a quell'insediamento , a tutela degli interessi della città che amministrava da sindaco .

Questa sua opposizione gli sono costati 4 mesi e mezzo di carcere , altrettanti di arresti domiciliari , ed artefice di questa inchiesta è stata il Pm Genovese , la stessa del caso Claps .

Quel potere economico giudiziario che in questi anni ha condizionato la Basilicata , devastato il territorio , usufruito di ingenti risorse finanziarie con ricadute sul territorio uguale a zero ZERO , Infatti a testimoniare questo c'è la il mastodontico complesso Marinagri , e poi c'è la sua azione distruttrice , con danni incalcolabile visibile a tutti che è  la spiaggia di Terzo Madonna ,
la cui responsabilità hanno un nome è un cognome , è qualcuno ancora Potente ai vertici dello stato.

Oggi chi paga , i Danni provocati a Mario Altieri sia morali che economici (quelli economici sempre la collettività) chi paga lo scempio terzo madonna (vero Filippo Bubbico vero Pittella)  i responsabili o la collettività , e su questo fronte che noi da oggi apriamo un'altra pagina , ritenendo del tutto ingiustificato e non giusto che i cittadini siano chiamati a riparare i danni di chi a speculato e si arricchito lasciando in eredita non benessere ma distruzione , E MO BASTA.


giovedì 28 aprile 2016

Mario Altieri assolto con formula Piena sui Brogli , "Un capoclan interpellato per uccidermi"

Domani tutto sulla eccezionale conferenza stampa di altieri

Policoro : Degrado è incuria nel segno di Leone , il Futuro è altro


 Le denunce pubbliche di queste settimane che hanno riguardato il degrado di alcune aree di Policoro, sono solo la punta di un iceberg. Basterebbe fare un giro nel centro urbano, nelle zone di espansione e per le strade interpoderali per rendersi conto che il livello di vivibilità della città è inesorabilmente scadente. Strade dissestate, marciapiedi impercorribili e pericolosissimi,fontane “a secco”e sporchissime, verde pubblico ricettacolo di rifiuti ed erbacce, stuoli di zanzare come “elicotteri”che costringono i cittadini a vivere tappati in casa, privandoli anche di una passeggiata. Questa è la situazione caro sindaco Leone e non basta appellarsi alla civiltà dei residenti, perché lo scarso senso civico non dipende dalla malvagità dei cittadini, essi sono intrappolati in una struttura sociale e in una cultura politica che rende difficile e irrazionale la cooperazione e la solidarietà. Cosa hai fatto per sensibilizzare i cittadini ad un maggior senso civico? Quale provocazione hai messo in atto? Anche il cittadino dotato di molto senso civico se viene posto in un ambiente privo di senso civico è destinato a comportarsi in modo non cooperativo e agire con egoismo e diffidenza. Noi cittadini ti chiediamo solo una ordinaria manutenzione dei servizi comuni del paese. La tua maggioranza non ha mai avuta una visione strategica del territorio, ad esempio per voi l’urbanistica non concepisce una città per le prossime generazioni. La vostra azione politica è focalizzata solo sul presente, sugli spazi vuoti, sulle varianti o sui volumi da edificare perché vi mancano pensieri profondi che sfidino il tempo. È auspicabile invece una previsione urbana che dia almeno la possibilità ad ogni bambina e bambino di godere un luogo dove incontrarsi e stabilire una relazione. Il primo cittadino deve credere che amministrare sia davvero una estensione del verbo amare . Deve dedicare il tempo al servizio del bene comune per creare un legame intimo e inebriante con la propria città. Oggi è indispensabile un dibattito politico che contribuisca a diffondere e allargare alla comunità le occasioni di condivisione per sentirsi sempre più appartenenti alla propria città e non rassegnarsi alla solitudine. Penso che siano questi i sogni, le idee, le speranze di una nuova generazione. Benedetto Gallitelli

mercoledì 27 aprile 2016

L’inchiesta, la fretta e il silenzio di De Filippo

Vito De FilippoI fatti di Potenza hanno mille facce. Regione, Comuni e altre istituzioni pubbliche lucane non sono state all'altezza. Sui controlli all'ambiente è stato fatto poco, in modo confuso e superficiale. Si poteva e si doveva fare di più. Ci sono state mancanze, sottovalutazioni, colpevoli distrazioni e leggerezze. La Regione con il più grande impianto di estrazione d'Europa non ha predisposto misure adeguate all'eccezionalità dell'intervento di Eni e Total. Come ha detto qualcuno ci si è seduti sul bancomat dei barili, senza ragionare, prevenire, proteggere cittadini e territorio

Vito De Filippo
COMINCIA a serpeggiare un diffuso disagio per le indagini dei magistrati potentini. Il primo a dare segni di impazienza è stato proprio il presidente Matteo Renzi, che giorni fa ha sfoderato la scimitarra contro toghe e giornalisti.
Il fastidio nasce dalle intercettazioni su quello che avverrebbe dietro le quinte dei suoi ministeri, la lotta fra le lobby, le rivalità e i veleni di cricche e combriccole, vicine a esponenti del Governo. Manovre, calunnie e dossier che non risparmiano gli alti vertici militari e che hanno costretto l'ex ministra Federica Guidi a lasciare, pur essendo – come scrivono i pm lucani – strumento inconsapevole dei “clan”.
Anche la stampa nazionale ha tenuto qualche volta un profilo basso. Non c'è confronto tra i toni usati per De Filippo indagato e quelli per altri sottosegretari e ministri, costretti in passato alle dimissioni, senza neppure un avviso di garanzia.
Un'atmosfera strana, surreale che punta a lasciar soli i magistrati della Procura di Potenza, cui forse non si perdona di aver scoperchiato, partendo da una piccola città, un pentolone dove dentro ribollono affari e affaristi per svariati miliardi di euro. Il filone dell'inchiesta che porta ad Augusta apre scenari imprevedibili, arrivando a coinvolgere il vicepresidente di Confindustria.
L'archiviazione immaginaria di De Filippo, annunciata con tanto strepitìo, s'inquadra in questo contesto. Dopo due richieste di proroga di indagini non basta un'ora, anche con tutte le risposte giuste e appropriate, per alleggerire la posizione di un indiziato, soprattutto quando alcune intercettazioni rendono la cosa ancora più delicata. Invece, nemmeno il tempo di leggere la notizia sul giornale, con il suo nome iscritto nel registro degli indagati, che il sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, si fionda negli uffici della Procura di Potenza per essere ascoltato dai magistrati. Passa un'ora; e nemmeno il tempo di lasciare il Palazzo di Giustizia, che agenzie di stampa, siti e altre fonti giornalistiche diffondono particolari su una fantomatica richiesta di archiviazione. Dall'autoconvocazione all'autoarchiviazione, all'autoproscioglimento, all'interpretazione furbesca e smaliziata del pensiero dei magistrati. I desideri del fan club dell'ex Governatore scambiati per notizie vere. Che stranezza. Quasi un tirare per la giacca gli investigatori, che da mesi e mesi si muovono con scrupolo e discrezione. Sia chiaro: auguriamo a De Filippo di riuscire presto a dimostrare l'infondatezza dei rilievi che gli vengono mossi. Lo speriamo per lui e per tutte le persone coinvolte. Ma questa pacchiana mossa propagandistica è l'emblema di un certo clima che si è creato in Basilicata, a due settimane dagli arresti. Clima destinato a diventare rovente, dopo la decisione del Tribunale del Riesame di confermare il sequestro del Centro oli di Viggiano.
De Filippo è stato invece assente, silenzioso, distratto, sfuggente sull'altro aspetto della vicenda giudiziaria di Potenza. Non una parola sul presunto aumento dei tumori e della mortalità in Basilicata. Ha avuto la capacità, come sottosegretario alla Salute, di inabissarsi, di stare lontano da qualsiasi dibattito, senza spendere una parola per i suoi corregionali, angosciati da questa tempesta di notizie inquietanti. Niente. E' rimasto a guardare fino a quando non è sbucato il titolo che lo riguardava. Allora ha ritrovato slancio, parola e capacità d'azione. Quando si dice la politica al servizio del cittadino.
Questa inchiesta sul petrolio ha mille facce. Regione, Comuni e altre istituzioni pubbliche lucane non sono state all'altezza. Sui controlli all'ambiente è stato fatto poco, in modo confuso e superficiale. Si poteva e si doveva fare di più. Ci sono state mancanze, sottovalutazioni, colpevoli distrazioni e leggerezze. La Regione con il più grande impianto di estrazione d'Europa non ha predisposto misure adeguate all'eccezionalità dell'intervento di Eni e Total. Come ha detto qualcuno ci si è seduti sul bancomat dei barili, senza ragionare, prevenire, proteggere cittadini e territorio. Pensare di affrontare un impatto simile sull'ambiente, con quattro ufficietti, con dentro parenti e amici degli amici, è stata una follia.
Il presidente Pittella sostiene di non avere avuto tempo. Eppure sono tre anni che siede sulla poltrona di Governatore. E prima ha ricoperto altri incarichi importanti, legati alle attività produttive. Qui non è in ballo la reputazione o la carriera politica di tizio o di caio. Qualcuno deve spiegare perché i bambini lucani si ammalano più dei loro coetanei del resto d'Italia. C'è in ballo la salute di 600mila persone, senza contare le conseguenze per tutto il resto dell'economia, a partire dal settore agroalimentare. Ma una cosa è l'inchiesta, un'altra è la svolta nei controlli, nella prevenzione e nella difesa davanti al mondo del marchio Basilicata. Bisogna rimboccarsi le maniche. Servono idee, progetti e la scelta non più prorogabile di una classe dirigente seria, onesta, preparata che guardi al futuro, all'altezza dei problemi da affrontare e non ferma alle logiche delle clientele del secolo scorso. Il tempo è scaduto. Petrolio, industrie e salute possono stare insieme. Chi non se la sente facesse un passo indietro.

venerdì 22 aprile 2016

I Trenta è l'amministrazione minacciati da Idioti delinquenti ? Il silenzio di Leone .............

Il Silenzio dei trenta davanti a delle accuse precise e circostanziate è imbaranzzanti dell'avvocato Lorusso presidente dell'associazione dei Lidi , Policoro Turistica (che potete sentire nel video) , che frantuma con poche parole l'opera di questi anni di un'amministrazione sul turismo , che chiamare insufficiente a essere buoni.
Da un quadro ,  complessivo il presidente della associzioni lidi di Policoro , della città e della sua gestione terrificante a testimoniare che quello che noi ripetiamo da anni è percepito anche e non solo dagli operatori Turistici

Ma è solo l'inizio di un discorso , perche l'avvocato tocca la questione delle giostre , attività che operano da anni sul Lungomare ancora prima che ci fossero i chioschi . Il Lorusso va giù con parole forti . 
Comincia con una premessa ed avvisa gli interlecutori dicendo “che egli non ha paura ne delle minacce ne di niente “ forse intendendo che altri siano stati minacciati ? Chi ? Perchè ?

Poi va giù dicendo che questi (i giostrai ) facciano pressioni , essendo strani , noi ci chiediamo a chi e che tipi di pressione ? 

Ma va oltre quando afferma che qualcuno dell'amministrazione non vuole avere problemi , e allora noi gli chiediamo che tipo di problemi o  non è dato sapere lasciandola  alla nostra immaginazione , potete capire la bomba che sto signore innesca di sospetti sull vox populi

Continua l'avvocato nell'affermare una verita quando esorta il sindaco in primis “che se vogliamo vivere in un sistema di Legalità a cominciare dal sindaco si deve assumere le sue responsabilità “ le parole che seguono sono ancora piu inquietanti perche non solo definisce idioti i giostrai essendo “ i delinquenti più intelligenti “ , quindi siamo difronte a degli idioti delinquenti , che per salvaguardare non si sa quale legalità (probabilmente la legge del più forte quella della giungla)  non dovrebbero lavorare ma essere condannati a morire di Fame

Un vero è proprio avvertimento all'amministrazione , con una serie di accuse , ma niente fatti solo Vox Populi della peggiore specie , quella da osteria di basso profilo

Infatti anche l'appello alla legalità è rivolta , non al rispetto delle regole a cui tutti devrebbero attenersi , ma all'esclusione al diritto di lavorare che il popolo di lor signori ha deciso senza nessuna condanna della  magistratura di quelli che lui definisci Idioti e delinquenti , certo si stupirebbe che io affermarsi , che ci troviamo di fronte a Brava gente , che ama il proprio lavoro ed ogni giorno combatte per tirare avanti onestamente.

Il Lorusso essendo uomo di legge , spero che si sia rivolto alle autorità per raccontare episodi e circostanze talmente gravi , perche noi sappiamo che quelli che lui chiama idioti e delinquenti si sono rivolti all'autorità  per difendere il diritto al Lavoro è alla dignità.

Infatti o siamo difronte alla diffamazione pura , oppure all'idiozia elevata al massimo , o a un tentativo lobbistico di intomorire , questo si l'amministrazione affinchè venga impedito alle giostre di operare come hanno fatto in questi anni.

ma saremo anche felici che lo dicesse anche pubblicamente quali pressioni e minacce sono state fatte all'amministrazione , ma soprattutto inquietante è il silenzio dei trenta che non hanno smentito , anzi , il loro è stato un silenzio assordante …......eloquente è il filmato

Non vorremmo che alcuni potenti per operare indisturbati gridano al Ladro al Ladro per sviarci dal diritto di lavorare tutti , e i giostrai hanno il diritto di lavorare ,  ed imporre la legge del più forte noi non lo consentiremmo  ...Vero ex potente assessore......... defenestrato ?

Avvocato Parli dica tutto pubblicamente se no si taccia e chieda scusa , Trentini vogliamo sapere da chi siete stati minacciati , Leone affermi la legalità , che significa  anche il diritto al lavoro di tutti e non solo degli amici degli amici 


giovedì 21 aprile 2016

Degrado e abbandono della zona artigianale nel totale silenzio dell'amministrazione Leone


zona artigianale Policoro
Sin dal 2012 abbiamo chiesto all’amministrazione comunale di Policoro di intervenire nella zona artigianale per renderla fruibile e per mettere in condizione le imprese di lavorare in tranquillità e in condizioni più umane.
Avevamo chiesto e ci avevano promesso che avrebbero ultimato l’impianto fognario, che avrebbero fatto arrivare a tutti l’acqua potabile, che avrebbero sistemato le strade, simili a montagne russe, insomma che avrebbero assicurato condizioni e standard di igiene e sicurezza dignitosi.

E invece niente. Non solo nulla di tutto ciò è stato fatto e dunque le condizioni dell’area sono sempre precarie, ma le erbacce e i rovi, i topi ed i serpenti sembrano ormai rappresentare la normalità.

Le nostre pur valenti imprese artigiane, oltre trenta in quell’area, hanno sempre più difficoltà ad investire e ad accedere a finanziamenti europei (normalmente infatti gli immobili non hanno i requisiti previsti dai bandi comunitari), spesso non possono programmare investimenti a lungo termine e di conseguenza non possono assumere lavoratori.

Noi di Policoro Futura – disinteressandoci delle polemiche e dei personalismi – continuiamo ad insistere perchè i soldi pubblici vengano spesi in maniera più oculata e perchè l’area artigianale, da ritenersi nevralgica nell’economia cittadina, possa diventare oggetto di un programma di interventi serio che restituisca dignità alle imprese e occasioni di occupazione alla città di Policoro.

Giuseppe Maiuri – Coordinatore cittadino di Policoro Futuro

martedì 19 aprile 2016

La segretaria di De Filippo la regista per le assunzioni Un incontro anche al Ministero

POTENZA – «Gianni’, che teniamo acceso, niente qua?». «Qua, qua dentro, se c’è è qua dentro». «Che quella, Maria Chiara, capisce». È il 17 novembre del 2014 e nella stanza del sindaco di Corleto Perticara va in scena un dialogo da B-movie poliziottesco: si cerca una microspia, a parlare sono il primo cittadino Rosaria Vicino e il suo allora vice Giambattista Genovese, coinvolti nell’inchiesta di Potenza – la prima è finita ai domiciliari mentre per il secondo è scattato l’obbligo di dimora. Maria Chiara è la Montemurro, collaboratrice del sottosegretario lucano alla Salute, Vito De Filippo, che per la Vicino è semplicemente «il presidente» anche da ex governatore.
Le conversazioni, riportate nell’informativa della Squadra Mobile del capoluogo lucano sull’operazione “Cerbero” 

(2015), assumono ulteriore rilevanza proprio dopo gli arresti del 31 marzo scorso. Illuminano la zona grigia dentro la quale si sarebbero mosse le presunte mire degli amministratori in relazione alle assunzioni gravitanti attorno a Tempa Rossa. Scrivono gli inquirenti: «L’attività di indagine, avviata in un primo momento con l’intento di disvelare le dinamiche illecite che ruotavano intorno a taluni investimenti locali legati al settore della produzione petrolifera in Basilicata, ha via via condotto verso scenari ben più ampi, in cui si è riusciti comunque ad isolare e far emergere ulteriori condotte illecite miranti a soddisfare interessi privatistici a scapito del buon nome e del prestigio della pubblica amministrazione». 

Un “sistema” che si direbbe recentemente ribadito proprio dalle risultanze del primo filone d’indagini – quello che ha investito il governo Renzi portando prima alle dimissioni del ministro Guidi e poi al coinvolgimento dello stesso De Filippo –, con buona pace «dei principi d’imparzialità e di buon andamento» della PA. Il tutto, facendo leva sul bisogno delle popolazioni interessate dai lavori (drammatico il caso, riferito, di un ingegnere disoccupato e con figli piccoli che paga la crisi del settore edile e pensa di tornare al Sud pur di trovare un posto) in nome di un meccanismo di spartizione e quote. Ho fatto «belle operazioni» si vanterà il sindaco, il cui «unico vantaggio» da perseguire sarebbe per gli inquirenti «quello di assicurarsi un adeguato supporto politico-elettorale, sia all’interno che all’esterno delle mura del Comune». A “I posti di lavoro: le richieste di assunzione e di intervento ai responsabili delle società Saipem, Total e Tecnimont” è dedicato un corposo capitolo dell’informativa di oltre 400 pagine: sullo sfondo ipotesi di reato quali l’abuso d’ufficio e l’induzione indebita a dare o promettere utilità. Si tratta di un meccanismo visibile in filigrana dalle parole, e dai numeri, captati dagli inquirenti. Nonostante le “accortezze” degli indagati, come vedremo. 

LE CAUTELE DELL’«INGEGNERE» «Sono tutti raccomandati» risponde candidamente il sindaco Vicino alla domanda di una donna sul metodo seguito per le assunzioni. Il dirigente Total Giuseppe Cobianchi – non indagato in “Cerbero” – in una conversazione con la stessa Vicino e alcuni collaboratori fa presente «che loro non avrebbero neppure dovuto trattare quegli argomenti, perché lui stesso avrebbe avuto l’obbligo di denunciare ogni qualvolta gli era stata avanzata una richiesta di assunzione di personale, ritardando al contempo il rilascio delle autorizzazioni: “Lo so, Sindaco, però... Questi... questi argomenti qui non dovremmo proprio trattarli noi. Non dovremmo trattarli. Quando tu mi dici, ogni tanto mi hai detto al telefono: “Eh, io fermo...”, io dovrei andare dal Magistrato... e dire: “Il Sindaco sta facendo questo”. Allora... No, ma... sono pure io accusabile se non lo faccio. L’amministrazione è perseguibile per concussione o... omissione d’atti di ufficio. E io sono perseguibile... Non sto scherzando. Non sto scherzando. No, ma queste... queste sono le regole». 

CAMBIO DI STRATEGIA E così a un certo punto «si rileva un atteggiamento in capo al Sindaco ed agli altri componenti della giunta comunale differente rispetto al passato, dimostrando gli stessi di essere pressoché consapevoli di possibili indagini tese ad accertare i rapporti tra l’amministrazione comunale e le società impegnate nella realizzazione del centro olii». Rosaria Vicino prometterà: «Sine sì, da mò in avanti... io già tengo (parole incomprensibili)... a me che mi registrano... Tengo da scontare parecchi anni». E Cobianchi ribadirà: «Qualche mio collega che ci è andato di mezzo quattro, cinque anni fa, quando è successo, non aveva fatto niente. Avrà, probabilmente, al telefono detto qualcosa di sbagliato, non lo so. O forse chi ha ascoltato avrà voluto strumentalizzare le cose, per motivi politici, perché poi c’è di mezzo il politico regionale ... allora, stiamo attenti... perché io non so se il mio telefono... ma non escludo che lo sia, non so il vostro, al telefono...». E il sindaco: «Ma sì, ma... ingegne’, ma noi non diciamo niente di... né per telefono e né per (parole incomprensibili). Quindi... questo... Non diciamo niente, però… stiamo attenti, perché chi eventualmente ascolta e vuole strumentalizzare... poi magari ti dicono che non hai fatto niente, però ti rompono le palle».

GEMELLI E UNA STRANA «ASINCRONIA» Il 17 novembre 2014 quella registrazione ambientale all’interno dell’ufficio del primo cittadino, che conferma come gli indagati «davano prova di aver ben individuato la microspia installata nel predetto ufficio». Ma già due mesi prima, sempre nella stanza del sindaco, con lei e il vice Genovese c’è un incontro cui partecipa anche Gianluca Gemelli, compagno del ministro Guidi e oggi coinvolto nell’inchiesta potentina su Tempa Rossa. «Ebbene, già in quelle prime fasi si rilevava una certa asincronia tra quanto affermavano e tentavano di comunicare Gemelli Gianluca, Criscuolo Pasquale (imprenditore, ndr) e la Megale (Gabriella, di Confindustria Basilicata, non indagata ndr), circa la disponibilità del primo a prendere in affitto i locali della Outsourcing, in vista di un possibile contratto di ingegneria con le società petrolifere impegnate nel progetto “Tempa Rossa” – e ciò in relazione al fatto che la Vicino è madre di uno dei soci della Outsourcing srl – e quanto invece affermava la Vicino, che si limitava a rispondere con laconici “Eh, certo”, “E mi sembra giusto”, “Complimenti”». Come dire che da un lato sembrava darsi tutto per scontato mentre dall’altro – come da consigli dell’«ingegnere» – si frenava. 

PREOCCUPAZIONI (E CONSIGLI) BIPARTISAN Siamo sempre tra fine ottobre e i primi di novembre 2014. L’«acquisizione documentale» della Mobile «ha evidentemente ingenerato negli amministratori del Comune di Corleto Perticara un certo allarmismo, in particolare in capo al sindaco Vicino»: sono i giorni in cui verrà «rinvenuta la microspia installata all’interno dell’Ufficio di quest’ultima». Il 4 novembre la Vicino commenta con un consigliere di minoranza e dipendente Total (non indagato) le indagini in corso. Subito si unisce il vicesindaco Genovese. «A prescindere dai vari argomenti trattati dai soggetti, in questa sede rileva come in diversi momenti i tre abbassassero notevolmente il tono della voce» fin quando lo stesso consigliere suggerisce «al Sindaco di far effettuare una bonifica dell’Ufficio ed in ogni caso di controllare bene le prese di corrente in quanto era lì che venivano solitamente occultate le microspie».

LA «LONGA MANUS» DELLA MONTEMURRO Ma gli strumenti hanno già registrato elementi utili e continueranno a farlo. «È bene evidenziare – si legge nell’informativa della Mobile – che dalle intercettazioni telefoniche è emerso che il sottosegretario alla Salute De Filippo Vito ha incaricato spesso il suo capo-segreteria Montemurro Mariachiara (dipendente della Società lucana sistemi Srl e assegnata agli Uffici regionali) di incontrare gli imprenditori locali e non, per richiedere loro posti di lavoro». A fine ottobre, mentre il Palazzo di Corleto Perticara inizia a tribolare per l’inchiesta e le microspie – e, non ultima, la curiosità di due cronisti del “Quotidiano” che cercano il sindaco per avere chiarimenti – l’avvocatessa del “listino” pd defilippiano che aveva da poco sfiorato il Consiglio riceve al quarto piano del ministero della Salute sul Lungotevere, dove era allora distaccata, il titolare della Società Sudelettra SpA, Lorenzo Marsilio. Al centro degli interessi sempre il petrolio. 
Gli inquirenti snoccioleranno «altri contenuti dai quali si evince come la Montemurro abbia assolto al compito di longa manus del Sottosegretario, in relazione a questioni e/o pratiche di interesse di privati terzi, a favore dei quali si è registrato un intervento del sottosegretario medesimo presso strutture ed enti pubblici». Ma il terrore di essere ascoltati aleggia sempre. È il 21 luglio 2014 quando la Montemurro incontra la Vicino nel suo solito ufficio-terminal: si parla – o almeno si vorrebbe parlare in pace – del prolungamento del contratto di lavoro per un alianese che lavora in una società impegnata nel Centro Oli di Corleto Perticara. «Possiamo parlare qua dentro? (...) parliamo fuori». Non si sa mai.
E. Furia
Tratto dal Quotidiano Della Basilicata 

lunedì 18 aprile 2016

Il Quorum raggiunto solo in Basilicata , in vetta Policoro con il 61%. Tutti i Risultati Paesi provincia di Matera .

Solo la Basilicata si raggiunge il quorum , è Policoro nella vetta più alta a livello nazionale con il 61% .  Se questo risultato si raffronta con quelle regionali (il dato lucano) dove andarono a votare il 48% dei cittadini , si capisce il forte segnale politico che si leva dal popolo verso la Politica.

Infatti Pittella è stato eletto dal 67% dei voti su il 48% di votanti , il si ha vinto con oltre 80% su 50% dei votanti , quindi è chiaro e netto il no del Popolo lucano contro le politiche energetiche e di sfruttamento della Basilicata sia di Renzi che di Pittella.

Oggi in Basilicata sono loro anche numericamente minoranza ,  o cambiano Politica o questi signori dovranno vedersela con il Popolo del si , ormai maggioritario in questa regione anche numericamente.

Poi Policoro , uno straordinario 61% grazie a una straordinaria mobilitazione trasversale.

In primis i movimenti no Triv presenti guidati da Giovanna Bellizzi , Felice Santarcangelo , Ivano Farina che da anni fanno battaglie a tutto campo , sono l'ossatura che ha consentito una forte sensibilizzazione sulla questione petrolio , poi la massiccia raccolta delle firme in Piazza fatta da Franco Labriola e G, Di Pierri , l'impegno dell'amministrazione comunale e anche la mobilitazione del PD locale che si è buttato a pancia in giù per il si , hanno reso possibile questo straordinario risultato , ponendoci come città guida per una politica diversa in Basilicata.

Un grazie a tutti i cittadini per questa mobilitazione straordinaria

il risultato del 61 % Seguiti da  Matera città  con il 57 ,ito dopo la città di  montescaglioso 56,46 seguita da montalbano con
56, 30
Scanzano con il 55 Valsinnni il 52 mentre a tursi 49, 95 non si raggiunge per poco il quorum.

 
ACCETTURA
44,94
ALIANO
50,29
BERNALDA
52,77
CALCIANO
37,68
CIRIGLIANO
51,85
COLOBRARO
47,41
CRACO
49,31
FERRANDINA
43,82
GARAGUSO
25,14
GORGOGLIONE
54,46
GRASSANO
48,59
GROTTOLE
42,17
IRSINA
40,36
MATERA
57,44
MIGLIONICO
47,98
MONTALBANO JONICO
56,30
MONTESCAGLIOSO
56,46
NOVA SIRI
53,39
SAN MAURO FORTE
33,18
SCANZANO JONICO
55,66
STIGLIANO
40,75
TRICARICO
50,49
TURSI
49,95
VALSINNI
52,49
 253550Tutte elementi