sabato 31 ottobre 2015

Porno-trappola per l’assessore di De Luca (POTENZA) Adescato su Fb si denuda e il video finisce su Youtube

Porno-trappola per l’assessore di De LucaAdescato su Fb si denuda e il video finisce su YoutubeL’assessore ha spiegato al Quotidiano che il fattaccio risale «a una decina di giorni fa», di essere stato vittima di un «tentativo di fake», e di aver già denunciato l’accaduto agli organi inquirenti
POTENZA - Ha “abboccato” alle foto di una delle tante bellezze che appaiono e scompaiono su Facebook, dietro cui spesso si celano persone diverse con intenzioni ben precise. Ha iniziato a chattarci, e a un certo punto ha deciso di mostrarsi via webcam proprio come mamma l’ha fatto. Solo che dall’altra parte del cavo è partita la registrazione. Poi quel video è stato caricato su Youtube, e lì è rimasto visibile da chiunque fino a quando i gestori non l’hanno rimosso. Per evidenti motivi.
E’ la disavventura capitata nei giorni scorsi a un membro della giunta comunale del capoluogo guidata dal sindaco Dario De Luca.
L’assessore, di cui non sveliamo il nome per ragioni di riservatezza (finché non saranno chiari i contorni di tutta la vicenda), ha spiegato al Quotidiano che il fattaccio risale «a una decina di giorni fa», di essere stato vittima di un «tentativo di fake», e di aver già denunciato l’accaduto agli organi inquirenti.
«Non ho fatto niente di male - ha aggiunto -, e comunque è qualcosa che attiene alla mia sfera privata». Poi ha persino negato l’esistenza del video. «Io ne ho visto solo alcuni “screensaver” - sono state le sue parole - e per quel che so potrebbe essere un montaggio».
Secondo il Quotidiano, che quel video è riuscito a visionarlo, è difficile che si tratti del lavoro di un esperto di effetti speciali, anche se la qualità delle immagini è bassa e la ripresa un po’ “scattosa”. Sullo sfondo si riconoscono dei mobili in legno scuro con degli oggetti depositati sopra. Né libri né faldoni di carte che lascino pensare a un ufficio del Comune. Tutti elementi che rafforzano l’idea di una sequenza filmata con una semplice webcam a bassa risoluzione.
La questione, che resta aperta, è piuttosto come sia potuta succedere una cosa simile e perché? Se si è trattato di una trappola per il politico, o di uno dei tanti ricatti di cui purtroppo restano vittime sempre più uomini allettati dall’idea della “conquista” via web. Anche perché a domanda sul punto il diretto interessato non ha escluso di aver ricevuto richieste di denaro, trincerandosi dietro il rispetto per il lavoro degli investigatori interessati del caso.
Spetterà quindi a loro cercare di risalire al computer da cui il video è stato caricato su Youtube, che con ogni probabilità è lo stesso da cui è gestito anche il finto profilo Facebook dell’“adescatrice” (già scomparso probabilmente a seguito di qualche segnalazione ai gestori del social network). Il passo successivo sarebbe scoprire l’identità di chi si celava realmente dietro il “fake”, ma non è escluso che abbia adottato qualche accorgimento per eludere questo tipo di controlli. Una forma di cautela standard per chi utilizza la rete per commettere crimini informatici in serie.
Nel frattempo, all’interno della giunta guidata dal cattolico De Luca c’è da star certi che una notizia del genere provocherà non poche apprensioni.
A memoria un caso simile a Potenza non si ricorda. La scorsa amministrazione era stata colpita da una vicenda altrettanto scottante, e un ex assessore è tuttora a processo per aver favorito un imprenditore amico in cambio di «una serie di utilità, ivi comprese diverse prestazioni sessuali offerte da giovani donne». Ma a quei tempi nessuno sbandierava la sua moralità per marcare le distanze dai predecessori, e proclami del genere stridono non poco con scivoloni di questo tipo. Sempre a prescindere da qualsiasi valutazione sull’immagine dell’istituzione Comune.
Tratto dal quotidiano della Basilicata

venerdì 30 ottobre 2015

Degrado a P.zza Segni , Una vergogna

Non solo i giardini Murati , ma anche p.zza segni , ci sono i segni del degrado , tra l'insensibilità dei
cittadini e la mancata pulizia e manutenzione  dell'amministrazione comunale.

Un luogo fino a ieri , fiore all'occhiello della citta , una delle piazze principale di Policoro adiacente alla casa comunale , abbandonata , cosi come anche testimaniato ieri da un bel articolo sulla Gazzetta del mezzogiorno a firma di Filippo Mele. Articolo che racconta le condizioni di degrado e abbandono in cui è lasciata questa p.zza , che dovrebbe far vergognare questa amministrazione

Ma per capire il degrado in cui versa questa P.zza , basta vedere il filmato fatto un mese fa da Jonica TV , da allora , da quella denuncia poco o niente è cambiato


giovedì 29 ottobre 2015

Le spese pazze di Rosa Mastrosimone Rimborsopoli, collaboratrici nei guai

ccuse agli uffici sugli acquisti “allegri” dell’ex assessore: «Noi portavamo gli scontrini a Cella che ci diceva se andavano bene»
L'ex assessore regionale di Idv Rosa Mastrosimone
Le spese pazze di Rosa MastrosimoneRimborsopoli, collaboratrici nei guaiPOTENZA - Rischiano un’incriminazione per falsa testimonianza o peggio ancora per favoreggiamento 2 dei 4 collaboratori dell’ex assessore regionale Rosa Mastrosimone (Idv), sentiti ieri mattina nel processo sulla “rimborsopoli 2010-2011”.
A disporre la trasmissione del verbale di udienza in Procura è stato il pm Francesco Basentini, dopo un interrogatorio a dir poco combattuto in cui, tra l’altro, hanno accusato gli uffici del Consiglio regionale di aver avallato la rendicontazione delle spese pazze dell’ex assessore, presente in aula per tutta la durata dell’udienza.
«Noi portavamo le fatture e gli scontrini a Cella che ci diceva se andavano bene». Ha spiegato Alessandra Pugliese. Quanto invece alle ricariche sul suo telefonino privato, ha aggiunto che utilizzava l’utenza in questione anche per questioni di servizio.
Incalzata dal pm a riguardo l’ex collaboratrice si è giustificata dicendo che era un modo per evitare di «sovraccaricare» le linee della Regione, come quelle piazzate nelle loro stanze, che invece sarebbero rimaste sempre libere per ricevere le chiamate urgenti dell’assessore. Ma ha taciuto quando il magistrato le ha fatto notare che sarebbe stato più pratico il contrario, per essere sempre reperibile. Un silenzio annotato dal presidente del collegio, che le ha ricordato l’obbligo di rispondere e di dire la verità. Quindi ha disposto anche l’acquisizione del contratto telefonico vigente relativo a quell’utenza cellulare, per verificare il piano tariffario.
Prima di lei si era seduta sul banco dei testimoni anche un’altra collaboratrice dell’ex assessore, Maria Lapolla, che agli investigatori aveva detto di essere andata a Roma in missione per conto dell’assessore non più di «2 o 3 volte nel periodo tra maggio e agosto 2010».
Di fronte ai giudici quei viaggi che avvenivano quasi sempre nel fine settimana sono diventati molti di più. Trasferte per discutere di questioni istituzionali al Ministero il venerdì, prolungate fino alla domenica sera per questioni personali. Motivo per cui tra le spese rimborsate all’assessore risulterebbero i biglietti di andata e ritorno e fatture per acquisti vari compiuti in contemporanea a centinaia di chilometri di distanza.
Ma anche su questo il pm si è mostrato molto perplesso chiedendo l’invio del verbale nel suo ufficio per valutare profili di un’eventuale falsa testimonianza.
Si sono concluse senza colpi di scena, invece, le deposizioni degli altri due testi sentiti ieri mattina, un’altra collaboratrice e l’autista.
Sullo sfondo sono rimaste le altre contestazioni a a carico di Rosa Mastrosimone, inclusi i quasi 10mila euro spesi al ristorante Fuori Le Mura di Potenza, dove nessuno è stato in grado di riconoscerla tra i loro clienti abituali. Più i pernottamenti romani con il marito e figlia a carico. E poi salumi, articoli di profumeria, un orsetto di peluche e persino una gita il giorno di Santo Stefano allo Zoo di Fasano per un totale di 12mila euro di rimborsi illeciti.
L’udienza è stata aggiornata al 12 novembre per sentire i testi a carico di Franco Mollica (Udc).
Tratto dal quotidiano della Basilicata

mercoledì 28 ottobre 2015

Presidente Commissione Ciclo dei Rifiuti (Bratti): La Basilicata ha subito inquinamento preoccupante dal petrolio dell’aria e delle falde acquifere

A. Bratti
“La Basilicata, a fronte di introiti per 159 milioni, ha subito un’inquinamento dell’aria e delle falde
acquifere preoccupante. Chiedo al governo di riconsiderare e quindi modificare, in tempi brevi, la Strategia Energetica Nazionale, promuovendo la produzione di energia da fonti rinnovabili e riducendo, al contempo, la produzione di energia da fonti fossili”. Ad affermarlo in una nota è l’esponente del Pd, Alessandro Bratti, presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, che sull’argomento ha presentato un’interpellanza urgente insieme ad altri 30 parlamentari.
“Dai dati del ministero dello Sviluppo Economico –sottolinea Bratti- emerge che nel 2014 lo Stato italiano ha incassato 70 milioni e le regioni 182 milioni di euro di royalties dall’attività di estrazione di idrocarburi.
L’avvio dell’attività di estrazione degli idrocarburi nell’Adriatico, nella migliore delle ipotesi, farà incassare allo stato italiano 70 milioni di nuove royalties all?anno per 20 anni, fino ad esaurimento delle riserve estraibili.
Tenuto conto della richiesta di referendum abrogativo dell’art. 38 dello ‘sblocca italia’ e dell’art.35 del “decreto sviluppo” depositata in Cassazione da dieci regioni italiane, chiedo al governo di valutare la vantaggiosità della scelta fatta”, aggiunge l’esponente del Pd.
“Chiedo al governo – spiega Bratti – di sospendere le attività sia di esplorazione che di ricerca in zone ad elevato rischio sismico, vulcanico, tettonico, accertato; di non rilasciare autorizzazioni in zone di particolare ripopolamento ittico e in prossimità di aree di particolare interesse turistico; di promuovere una conferenza congiunta con i paesi che si affacciano sul mare Adriatico finalizzata all’adozione di criteri analoghi per tutelare le spiagge e i territori durante l’attività di prospezione e sfruttamento di giacimenti petroliferi offshore; di rivedere le procedure di ispezione e sondaggio di idrocarburi liquidi e gassosi in mare e in terra per rafforzare il ruolo degli enti locali e territoriali”, conclude.[Fonte ADNKronos]

martedì 27 ottobre 2015

Policoro ;La Grande Truffa , 1 MILIONE di euro per una strada che non c'è.

dalle dimissione di collaudatore dell'ing,re Perrone  sono passati circa 3 mesi , e non sono bastati le sollecitazioni di Leone nei confronti dei suoi amici Pittella , Berlinguer e poi del paesano Bubbico , per trovare uno disposto a fare il collaudatore del prolungamento di via Siris , la strada della Vergogna , la truffa delle Truffe insieme all'appalto della spazzatura, come dimostriamo in questo filmato di Jonica TV

Che quella strada sia non collaudabile basta andarci si vede ad occhio nudo , eppure ci troviamo di fronte a un opera appaltata con un progetto esecutivo ,  bastava attenzione e leggere gli studi geologici fatti su quel terreno che accertavano la presenza di spazzatura e certamente non quelli fatti fare per giustificare l'ingiustificabile. Il Contratto di Quartiere che doveva essere una grande occasione di bonifica e di recupero di una area depressa 
oggi rappresenta una grande truffa m, perche sotto quella strda e quella collina come dimostriamo carte alla mano con questo video di Jonica TV c'è solo monezza , e Leone oggi è il grande responsabile di questa colossale TRUFFA ai danni della città e dei cittadini


lunedì 26 ottobre 2015

Centrodestra a Policoro: cambiamento, conservazione o che cosa? e i furti di Legalità ?

Uno scritto recente del “Gruppo Trenta” parla che siamo nel pieno della rivoluzione gentile, e la
rivoluzione è in atto perché la città è pulita, il comune è diventato riciclone…. ( le tante zone d’ombra su l’igiene urbana negli appalti, nei servizi,nello smaltimento e nel risparmio per i cittadini,non fanno testo, non affiora un minimo di etica politica)…..e poi via con la solita retorica di frasi fatte e parole abusate: “ordine, regole, messa in sicurezza di strade e marciapiedi (con il taglio degli alberi!?), abbattimento di barriere architettoniche (con lavori parziali, improvvisati e precari), capacità di reperire finanziamenti (quali?), incassare  polizze fideiussorie (quanti euro avete incassato, e da chi?), cantieri aperti….(delle compensazioni ambientali, del contratto di quartiere e delle varianti su varianti?!)”.
Uno scritto ancora più recente, del vicesindaco e assessore all’urbanistica, avv. Enrico Bianco, che smette i panni di collaboratore  di Leone ed indossa quelli del “politico” (quando alle ultime elezioni  non ha voluto candidarsi e metterci la faccia),  plaude alla “razionalizzazione dell’iter” per l’approvazione del Regolamento urbanistico e del Piano d’Ambito Policoro….e con giudizi sommari, critica le amministrazioni precedenti che hanno tutelato gli interessi e le “esigenze di parte” dimenticando i “giusti servizi”per la città e creato quartieri dormitorio! E’ un modo di  scrivere fatto apposta per intorpidire  questioni complesse e lunghe come quelle urbanistiche, dove le responsabilità, gli interessi e  gli atti sono precisi, hanno nomi e cognomi e date, e lo dimostra anche il fatto ultimo, che quando l’amministrazione Leone, ha presentato alla città la propria “presa d’atto” del regolamento urbanistico ed edilizio dell’arch. L.Paolo Rota, che non ha affrontato minimamente una questione spinosa come gli oneri concessori,  nella sala consiliare aperta con l’occasione al pubblico, non c’è stato alcun dibattito, salvo la presentazione del professionista incaricato, l’intervento  del signor Benedetto Gallitelli e le accuse gratuite ed immotivate del sindaco Leone alle critiche del sottoscritto. Il dirigente dell’ufficio compatibilità ambientale della regione Basilicata in data 20 luglio u.s. scrive al comune per comunicare la “conclusione della fase di consultazione preliminare”, e nella lettera evidenzia di approfondire/raccomanda e richiama, tanti punti…. in sede di redazione del rapporto ambientale definitivo. Di questo passo, di regolamento urbanistico, edilizio e di piano d’ambito Policoro, parleremo ancora a lungo e sarà oggetto della prossima campagna elettorale comunale.
Il  vicesindaco, con  superficialità e opportunismo, senza fare un minimo di autocritica, cerca di addossare colpe, sprechi di denaro pubblico ed interessi urbanistici ad altri, “dimentica”   che le amministrazioni precedenti recenti che hanno amministrato Policoro, sono state di centrodestra,  Leone le ha sostenute insieme a Di Sanza Antonio, Castelluccio Paolo, Lopatriello Nicolino,  Ferrara, Colucci, Cantasano, Montano, Porsia, Lauria….,  facendone parte, e quindi  dà la zappa sui piedi al sindaco che lo ha nominato. 
In definitiva, il vicesindaco avv. Enrico Bianco, plaude ad un iter burocratico già iniziato con l’amministrazione Lopatriello nel lontano 28 dicembre 2005 con la delibera di giunta n. 402, un atto che declassava l’incarico di uno strumento urbanistico come il RU e RE  alla pari di “un servizio in economia” con incarico a più professionisti oltre che all’ufficio tecnico del comune. 
Condivido  un pensiero di E.G.Della Loggia, pubblicato di recente sul Corriere della Sera, dal titolo- la Destra che l’Italia non ha- :” In Italia una vera cultura politica conservatrice non può che essere soprattutto una cultura orientata allo Stato: allo Stato come garante da un lato dell’interesse generale (che alla fine è sempre l’interesse dei più deboli), e dall’altro dell’obbligo dell’adempimento da parte di tutti dei doveri verso questo interesse: tanto per cominciare pagando le tasse. Tutela dell’interesse generale significa pure cercare di assicurare la snellezza e la chiarezza delle normative, l’imparzialità delle procedure amministrative, le competenze delle burocrazie, premiare il merito anziché i raccomandati, non lasciare la porta aperta agli sperperi o al furto del pubblico denaro.”  
Biagio Padula
Tratto da Karakteria

venerdì 23 ottobre 2015

In aula le presunte mazzette sui led Il processo sul caso che sconvolse Policoro

 rinvio a giudizio risale al 23 aprile 2013, ma il processo è entrato nel vivo la scorsa settimana con l’escussione dell’allora vice sindaco (attuale primo cittadino) Rocco Leone
In aula le presunte mazzette sui ledIl processo sul caso che sconvolse Policoro
Il comune di Policoro
POLICORO - Ruota tutto intorno alla reale presenza di quella famigerata scatola di sigari, dentro la quale il presunto gruppo di imprenditori baresi avrebbe nascosto la prima tangente, il 19 aprile del 2010, destinata all’allora sindaco di Policoro, Nicola Lopatriello, al suo presunto sodale di Giunta (l’assessore Cosimo Ierone) ed a due funzionari comunali (Felice Latronico e Felice Viceconte), la discussione del processo “Sistema Policoro”, sul presunto affare dei led per la pubblica illuminazione, che portò la Guardia di finanza a 15 arresti.
Il rinvio a giudizio risale al 23 aprile 2013, ma il processo è entrato nel vivo la scorsa settimana con l’escussione dell’allora vice sindaco (attuale primo cittadino) Rocco Leone, sulla riunione di Giunta in corso quella mattina, mentre un emissario dei presunti corruttori portava la scatola, ripresa dalle telecamere, secondo gli inquirenti, inesistente secondo le difese.
Ieri un’altra udienza significativa, sempre sul caso della scatola di sigari, che secondo l’accusa avrebbe nascosto 4.000 euro, destinati a “lubrificare gli ingranaggi”. Tutto sarebbe stato ripreso dalle telecamere piazzate dagli inquirenti, e in particolare da un occhio elettronico installato dallo stesso sindaco Lopatriello nella sua stanza, sul quale si sarebbe sovrapposto quello dei finanzieri. Ma chi ha visionato questi filmati, soprattutto i difensori, non ha mai visto quella scatola, ritenuta la prova regina delle mazzette, elargite per ottenere l’appalto dell’illuminazione a led nell’intera città jonica.
Sotto processo sono finiti, oltre al sindaco Lopatriello, l’assessore Ierone ed il segretario comunale Latronico, anche l’ex responsabile del Terzo Settore, Felice Viceconte, e un cartello di imprenditori lucani (Felice D’Amato, Giuseppe Benedetto e Rocco La Rocca) e pugliesi (Gennaro Livio e Giovanni Colamarino, Luigi Rotunno e Giuseppe Leo). Le accuse sono di corruzione aggravata, corruzione ed istigazione alla corruzione per tutti, falso ideologico per Lopatriello, Latronico e l’allora assessore Tommaso Siepe. Quest’ultimo reato nasce dal presupposto delle false dichiarazioni sull’orario di svolgimento di quella Giunta, secondo l’accusa finalizzato a scagionare gli indagati, creando loro una sorta di alibi. Gli arresti arrivarono il 13 gennaio 2011 con notevole clamore mediatico.
Nell’udienza di ieri sono stati sentiti gli assessori dell’epoca Di Cosola e Lasaponara, chiamati a testimoniare sulle presenze, orari e modalità di svolgimento della Giunta, i quali hanno sostanzialmente confermato quanto dichiarato una settimana prima dell’allora vice sindaco Leone. Quindi, nessun mistero nè stratagemmi per creare alibi, ma una riunione dell’esecutivo come tante altre. Il terzo teste della giornata è stato il giornalista Gabriele Elia, all’epoca dei fatti addetto stampa del Comune, il quale ha confermato di aver diramato diversi comunicati stampa sul progetto, a conferma, è la tesi delle difese, che non fosse in atto alcun complotto o inciucio. Prossima udienza il 18 novembre, con l’ecussione di altri sei teste.
Tratto dal quotidiano della Basilicata

giovedì 22 ottobre 2015

Il gioco delle tre carte

Tratto da Karakteria
La vogliamo finire con il gioco delle tre carte in mezzo all'assedio?
O meglio: vogliamo finirla di caderci ogni volta?
Pittella ed Emiliano, sotto una pioggia incessante di fischi a Policoro, avevano dichiarato che che ci "avrebbero messo in ginocchio con la forza della ragione". Come se i nemici fossimo noi - che chiedevamo di prendere una posizione vera e decisa -  e non quei petrolieri che stanno occupando la Basilicata e inquinando anche le acque dalle quali si abbeverano anchei pugliesi, i due governatori ci avevano cantato contro  "Bella Ciao", equiparando noi agli invasori dai quali bisogna invocare la liberazione. Loro, i sostenitori di un governo petroliere definivano i No Triv invasori e si facevano paladini della ragione, mentre - a dispetto di ogni logica - inscenavano manifestazioni pro dialogo con Renzi e non sprecavano una parola sulla devastazione petrolifera già in atto in Basilicata.
Da quel giorno di luglio qualcosa è cambiato: innanzitutto è risultato chiarissimo che sono stati loro a finire in ginocchio, schiacciati dal peso della loro incapacità e della pavidità di gerarchi di partito più che di governatori  (sono stati costretti ad ammettere che quel dialogo - che noi definivamo impossibile - si è rivelato veramente IMPOSSIBILE); in secondo luogo hanno, se non altro, deliberato per il referendum proposto dai No Triv.
Ma è chiaro che ancora non basta!
Da quel giorno di luglio ad oggi siamo passati da zero a tre autorizzazioni nel golfo di Taranto; dal timore della minaccia al bruciore per lo schiaffo ricevuto. Ora ci manca solo la trivella a perforarci per stare al completo e grazie allo Sblocca Italia, l'operazione potrebbe non richiedere molto tempo.
E intanto continuano ad imbrogliarci con il gioco delle tre carte: si alza la carta di una dichiarazione infuocata del gladiatore a Potenza sui giornali amici, ma non fa in tempo ad abbassarsi che già se ne solleva un'altra a Capri, nella quale lampeggia l'asso di Confindustria con la quale gladiatori, pretoriani e indistriali plaudono insieme agli introiti del petrolio lucano; la mano sinistra mostra fulmineamente la carta di una Lepolda a Matera, per alzare la voce contro la devastazione petrolifera in atto, ma non fa intempo a toccare il tavolo che già l'altra mano mostra Roma, dove si fanno le fusa a Renzi e si vota prima per lo Sblocca Italia, poi per la modifica del Tit. V della Costituzione, ossia proprio per la devastazione petrolifera della Basilicata.
Carta vince, carta perde, ma dove sta l'asso di cuori? Dove stanno i vostri cuori? Con chi stanno?
Carta vince, carta perde: quello fa lo sciopero della fame di un giorno, quell'altro si dimette dalla commissione sanità, quell'altro ancora e quell'altro pure scrivono e scrivono sui giornali che "non ci stanno".
Carta vince e carta perde: intanto si ritorna a mangiare e ad allearsi con chi fa piovere contribiuti e si continua a votare e a stare dentro gli ingranaggi che contano, senza mai opporsi veramente, senza mai scegleire veramente: uno ci tiene a precisare che il governo continua a fare tanto per noi, l'altro - che non si sentiva da un pò, sprofondato nella bambagia di un ministero regalatogli - già mette le mani avanti e dice che "le trivellazioni in mare potrebbero essere inevitabili, dovremmo vedere come ridurre i danni".
"Carta vince, carta perde", ripetono i furfanti nei pressi di Piazza Garibaldi a Napoli, aspettando il pollo (lì sempre più raro ormai) che cada nella trappola; "carta vince, carta perde" fanno eco sindaci, consiglieri e presidenti per tutta la Basilicata.
L'asso di cuori non c'è.
Non hanno un progetto per questa terra, il loro lavoro è attirare contributi e finanziamenti per ampliare le clientele. La loro politica è campare alla giornat, un pò come i lestofanti di Piazza Garibaldi che passano mattinate intere e fanno capannello sul marciapiede per attirare il pollo. L'obiettivo è rimanere in piedi e avanzare di carriera.
L'asso ci cuori non c'è in nessuna delle carte: non hanno una preferenza reale, non hanno un sogno, una posizione chiara e definita, perchè non hanno un'idea e men che meno un ideale di ciò che può e dovrebbe essere questa terra. L'asso di cuori non può esserci per chi bada solo agli assi e ha perso i cuori.
Se le associazioni e i lucani stanno fermi e zitti, state sicuri che continueranno a giocare così.
Se domani dovessimo scendere in strada, rioccupare la 106, correre incazzati da Renzi, state sicuri che loro verrebbero dove siamo noi... per attrezzare un nuovo banchetto per il gioco delle tre carte.
Al contrario di ciò che accade in Piazza Garibaldi, quì il pollo non lo aspettano, lo rincorrono.

mercoledì 21 ottobre 2015

POLICORO. APPALTO PER I SERVIZI DI ASSISTENZA SOCIALE. SCONTRO PD – SINDACO LEONE , SU UN PARERE DELLA CORTE DEI CONTI.

Frammartino Ottavio Policoro è Tua
 L'APPALTO PER I SERVIZI DI ASSISTENZA SOCIALE. FRAMMARTINO (POLICORO E' TUA) RINCARA LA DOSE CONTRO LA CIVICA AMMINISTRAZIONE: “SEGNALEREMO LA VICENDA ALLA PROCURA DELL CORTE DEI CONTI AFFINCHè NE VERIFICHI LA LEGITTIMITà”

FILIPPPO MELE


POLICORO – L'appalto per l'erogazione dei “Servizi alla persona (Servizio sociale professionale)” esternalizzato nel giugno 2014 dal Comune è nella bufera. Il Pd ha attaccato: “La Corte dei conti ha censurato l'amministrazione”. Ma il sindaco Rocco Leone (FI): “L'appalto andrà avanti come lo abbiamo aggiudicato”. Due posizioni opposte. Ecco cosa ha sostenuto il Pd nel documento di Circolo cittadino e Gruppo consiliare, “Prima si appalta dopo si chiede il parere. Lo strano caso dei servizi sociali di Policoro”: “Leone ha chiesto un parere alla Corte dei Conti sulla possibilità di espletare la funzione inerente l’erogazione dei Servizi di assistenza sociale con appalto come ipotesi alternativa all’impossibilità di utilizzare personale proprio e di conferire incarichi coordinati e continuativi. E la Corte, di fatto, ha censurato l’operato dell’amministrazione. Il Pd aveva già rilevato: l’affidamento dei Servizi come effettuato dal Comune si poneva nella zona grigia della illegittimità. E la Corte contabile, infatti, ha sostenuto che pur trattandosi di servizi sociali e alla persona l’appalto esterno sia possibile ma che esso non deve essere “una mera modalità di acquisizione di personale” caso in cui si configurerebbe “un’espressa violazione della legge”. Inoltre il bando deve rispettare i limiti della legge regionale che stabilisce la gestione associata dei servizi. L’ente appaltatore non è più il Comune ma l’associazione di Comuni che, avendo tra i propri obiettivi quello di garantire l’efficienza della macchina amministrativa, economicamente e qualitativamente, deve assicurare la preventiva e proporzionale ripartizione dei costi tra il fondo condiviso di provenienza regionale ed i singoli bilanci comunali”. Insomma, per il Pd, la Corte dei Conti ha affermato “che il ricorso allo strumento dell’appalto come mera modalità di acquisizione di personale configura un’espressa violazione di legge”. Il sindaco Leone, al contrario, da noi raggiunto all'estero telefonicamente, ha sostenuto, sulla vicenda, testuale: “Va tutto bene. La corte dei conti ha risposto che l'appalto esternalizzato si può fare se non ci sono altre soluzioni. Il nostro operato è legittimo. Chi dice il contrario si guardasse le sue cose. La Corte contabile non ci ha fatto alcun rilievo. L'appalto è legittimo e continua nei termini come l'abbiamo già aggiudicato. Tutto in regola”. 
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Ottavio Frammartino, blogger e portavoce della lista civica “Policoro è tua”, ha rincarato la dose contro l'amministrazione comunale sull'appalto per i Servizi di assistenza sociale: “Segnaleremo alla Procura della Corte dei conti gli atti dell'ente affinché ne verifichi la legittimità”. L'esponente politico è stato il primo ad occuparsi sul suo blog, il 13 ottobre scorso, del parere della Corte dei conti sulla richiesta del Comune. Per Frammartino “la Corte contabile ha chiarito che l'esternalizzazione di siffatti servizi è consentita se alla base vi sia una motivazione pregnante come l'esigenza di gestione associata tra i Comuni, con il criterio di economicità. Ma se si tratta di una mera acquisizione di personale si configura una espressa violazione di legge con le conseguenti nullità del contratto e responsabilità anche erariale dei soggetti che vi hanno dato causa”. (fi. me.)
Tratto dalla Gazzetta del Mezzogiorno

martedì 20 ottobre 2015

Condannata professoressa Unibas Nove anni per peculato e concussione

La docente Albina Colella si è difesa spiegando di non essersi impossessata del denaro dei progetti su cui si è concentrata l'inchiesta. Uno dei docenti, però, ha dichiarato al giudice di non aver preso quei soldi, e di aver collaborato per «interesse scientifico»

Tratto dal quotidiano della Basilicata
Unibas
La sede dell'Unibas
La condanna è arrivata superiore a quanto richiesto dalla procura: il pubblico ministero Antonio Natale aveva chiesto per la professoressa una pena di 8 anni di reclusione.
Il Tribunale di Potenza ha condannato invece a una pena complessiva di nove anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici Albina Colella, docente dell’Università della Basilicata accusata di concussione e peculato per fatti avvenuti tra il 1999 e il 2001, relativamente a progetti legati all’attività didattica e all’uso di un gommone di proprietà dell’Ateneo.
Il giudice Aldo Gubitosi ha stabilito la pena: cinque anni per la concussione e quattro per il peculato.
Il progetto di ricerca riguardava le risorse idriche in Val d’Agri, finanziato dalla Regione con fondi europei. Secondo l’accusa, alcuni ricercatori avrebbero «restituito» parte dei loro compensi - circa cento milioni di lire in totale - in base a una richiesta della professoressa (all’epoca direttore del Dipartimento di Scienze Geologiche dell’Unibas), serviti poi per pagare altri docenti,
senza una necessaria documentazione fiscale.
Colella si è difesa spiegando di non essersi impossessata del denaro, che invece serviva per il prosieguo del progetto. Uno dei docenti, però, ha dichiarato al giudice di non aver preso quei soldi, e di aver collaborato per «interesse scientifico».
Per quanto riguarda il gommone, invece, l’accusa ha ipotizzato che venisse usato dalla professoressa per motivi personali e non legati alla ricerca, contestando anche il fatto che la manutenzione del natante avveniva in Puglia (secondo la Colella in Basilicata non vi erano officine specializzate in questo settore).
L’avvocato della docente, Leonardo Pinto, dopo la lettura del dispositivo, ha spiegato che «la sentenza non risponde all’esito dell’istruttoria dibattimentale» e che l'impugnazione in appello sarà su elementi oggettivi che escludono la sussistenza dei reati contestati».

lunedì 19 ottobre 2015

PRIMA SI APPALTA DOPO SI CHIEDE IL PARERE. Lo strano caso dei servizi sociali a Policoro.

Apprendiamo che il sindaco di Policoro ha inoltrato una richiesta di parere
 alla Corte dei Conti in merito alla possibilità di espletare la funzione inerente all’erogazione dei “ servizi alla persona”  (in verità: Servizio Sociale Professionale) mediante affidamento in appalto come ipotesi organizzativa alternativa all’impossibilità di utilizzare personale proprio ed all’impossibilità di conferire incarichi coordinati e continuativi.

La Corte dei Conti di Potenza ha emesso il proprio parere in merito, attraverso la deliberazione n. 57/2015, che di fatto censura l’operato dell’Amministrazione.

Come è noto, il Partito Democratico di Policoro non ha mai approvato la scelta portata avanti dall’amministrazione Leone, rilevando già nel giungo 2014 le criticità più evidenti. La posizione del partito è stata, fin da subito, molto chiara: l’affidamento del Servizio Sociale Professionale, così come effettuato dal Comune di Policoro, metteva in dubbio la titolarità del servizio ponendosi di fatto nella zona grigia di illegittimità, presso cui molte scelte non trasparenti hanno trovato e trovano rifugio.

Il quadro giuridico di riferimento, come appare chiaro anche dalla lettura della deliberazione della Corte dei Conti, è molto complesso, tuttavia, in essa, sono confermati gli stessi dubbi che hanno allarmato il Pd cittadino: l’elusione delle specifiche prescrizioni dettate in materia di personale alle dipendenze della Pubblica Amministrazione.

La Corte, infatti, sostiene che, nella fattispecie, pur trattandosi di servizi sociali e alla persona, l’appalto esterno sia possibile, ma all’interno di un perimetro di legittimità molto ben determinato. Innanzitutto il contratto di appalto non deve essere “una mera modalità di acquisizione di personale”  caso in cui si configurerebbe “un’espressa violazione della legge”. Inoltre il bando deve rispettare altri limiti evidenziati specialmente nella Legge Regionale n.4/2007, la quale stabilisce la gestione associata dei servizi.

 Dunque l’ente appaltatore non è più il Comune ma l’associazione di Comuni che, avendo tra i propri obiettivi quello di garantire l’efficientamento della macchina amministrativa, sia economicamente sia qualitativamente, deve assicurare la preventiva e proporzionale ripartizione dei costi tra il fondo condiviso di provenienza regionale ed i singoli bilanci comunali.

In conclusione La Corte dei Conti afferma che “il ricorso allo strumento dell’appalto come mera modalità di acquisizione di personale configura un’espressa violazione di legge, con tutte le conseguenze a questo connesse, in termini di nullità del contratto e di responsabilità anche erariale dei soggetti che ivi hanno dato causa”.

Ormai è passato un anno dall’esternalizzazione del servizio, e ci chiediamo come mai Leone e l’allora assessora alle politiche sociali Livia Lauria abbiano ostentato tanta sicurezza al punto di considerare il Partito Democratico con i suoi rappresentati consiliari “ignoranti e poco studiosi”; quando, invece, stavano richiedendo il parere alla Corte, indicazione tangibile di dubbio a nostro avviso.

L’amministrazione Leone deve spiegare in modo convincente ai cittadini, prima ancora che al Partito Democratico di Policoro, se ci sono ancora i presupposti di tranquillità ostentata precedentemente, alla luce di quanto scritto nel parere della Corte dei Conti, specie in considerazione dell’intervenuto affidamento esterno del servizio sociale professionale, avvenuto ormai da oltre un anno. A tal fine il gruppo consiliare del Pd ha approntato un’interrogazione, che porterà nelle sedi deputate.
Il Partito Democratico ritiene che il Servizio Sociale Professionale del Comune di Policoro sia un servizio fondamentale ed irrinunciabile, per cui auspichiamo una soluzione del problema in forma legittima senza recare danni alla comunità ed ai professionisti che svolgono il loro servizio con dedizione.La stessa Corte dei Conti di Potenza ventila possibili opportunità di soluzione, dunque l’auspicio è che l’amministrazione Leone con umiltà torni sui propri passi rientrando nella piena legittimità e trasparenza.
Il Circolo di Policoro del PD
Il Gruppo Consiliare PD


venerdì 16 ottobre 2015

Trivelle nel mar Jonio , il si definitivo del governo .

 Via libera del ministero dell’Ambiente alle ricerche di Shell: sconfessato il parere sfavorevole di Basilicata e Calabria
Poesia e note contro il petrolioA Rocca Imperiale in difesa dello Jonio
Al lavoro per estrarre il petrolio
POTENZA - Per il ministero dell’ambiente i pareri contrari di Basilicata e Campania non contano, e nemmeno le proteste dei governatori in spiaggia, come quella di quest’estate a Policoro. Le trivellazioni nel mar Ionio a caccia di petrolio e gas sotto i fondali possono partire. Ora il Governo e la Regione hanno meno di un mese per cercare un’«intesa», e in caso di «fumata nera» la decisione finale spetterà a Renzi in persona.
E’ arrivato martedì il via libera del dicastero guidato da Gian Luca Galletti alle prime due istanze di ricerca in mare di Shell. Nome in codice: «d 73 F.R.-SH» e «d 74 F.R-.SH». Qualche ora prima della nervosissima conferenza stampa del governatore lucano Marcello Pittella, che da via Anzio ha sorvolato sul tema del petrolio, lanciando strali contro il Pd regionale e i problemi aperti nei due capoluoghi di pronvincia.
A renderlo noto sono state l’Organizzazione lucana ambientalista e il comitato NoScorie per cui non basta più quindi la richiesta di referendum su alcuni articoli dell’ex decreto Sblocca Italia avanzata da diverse regioni, tra cui la Basilicata, per fermare le trivelle. Ma «occorre una forte mobilitazione del meridione a tutti i livelli per far cambiare definitivamente idea a questo governo».
Per la Ola il governo Renzi si fa forte della revisione del Titolo V della Costituzione, appena approvata in Senato anche coi voti dei «senatori lucani Viceconte, Bubbico e Margiotta», che riporta a Roma le competenze in materia di energia. Nonostante la riforma, anticipata proprio dallo “Sblocca Italia”, entrerà in vigore soltanto dopo il referendum confermativo previsto a maggio.
Quindi «non sente (...) le ragioni dei territori ed autorizza le ricerche di idrocarburi della Shell nel mar Ionio, a poca distanza dalle coste lucane, pugliesi calabresi». Un anticipo di «di quanto potrà accadere in futuro con la petrolizzazione dell’intera regione».
Più dura Noscorie che in un altro comunicato afferma: «Lo diciamo ormai da anni per fermare le trivelle in mare la Regione Basilicata deve fermare quelle in terra, la regione Basilicata la smetta di fare melina e manifestazioni flop come quella di Policoro, applichi il principio di precauzione e fermi le trivelle in terra ferma. Occorre un segnale forte verso un governo autoritario come quello di Renzi. Se il presidente della regione Basilicata insieme al resto dei comuni non se la sentono, possono sempre dimettersi».
Contro i due provvedimenti del Ministero dell’ambiente che autorizzano la Shell ad effettuare ricerche di idrocarburi nel mar Jonio è possibile ricorrere al Tar entro 30 giorni, che è anche il termine entro cui le due regioni interessate, Basilicata e Calabria, dovrebbero cercare l’«intesa» col Governo. Superati quelli scatteranno i poteri sostitutivi del premier che avrà l’ultima parola sul via libera definitivo.
«E’ necessario ora - conclude la Ola - che le comunità si mobilitino, così come hanno fatto e popolazioni abruzzesi a Roma contro il progetto Ombrina Mare della Rockhopper, per difendere il mare e le economie legate al turismo, all’ambiente e all’agricoltura il cui sviluppo non si coniuga con il futuro fossile imposto dal governo Renzi per il mare e il territorio della Basilicata
tratto da Quotidiano della Basilicata

giovedì 15 ottobre 2015

Dopo Marino e la cena a scrocco , Leone e la macchina del comune sempre a scrocco ?

la macchina del comune parcheggiata davanti al tribunale
Da Leone almeno sullo stile ci aspettavamo un comportamento diverso , molto casto , attento.
Certo l'Italia dei Marino e dei Pittella che usano i soldi pubblici per andare a mangiare a scrocco e l'esempio del decadimento della morale in politica , gentaglia difinirei.
E proprio per questo da Leone ci si aspettava altro ,  almeno in questo , visto che della questione morale ne aveva fatto ( o faceva finta) una caratteristica del la propria battaglia politica.

Invece ieri anche Leone è caduto nella trappola del cattivo gusto tutto Italico , quello di usare la macchina del comune non solo per un'attività istituzionale , cosi come è consentita , ma per una di carattere prettamente privata. Infatti il sindaco si è recato da ex imputato (posizione archiviata ) al tribunale di Matera convocato come testimone nel processo Lopatriello -Led , impegnando a fini prettamente privatistici , alcune ore di lavoro di un dipendente e la stessa macchina. Potra dire che dopo avrebbe avuto altri impegni , ma dopo solo dopo poteva usare la macchina del comune , è una questione di stile, Questo considerando che Leone ama sbandierare la sua riccchezza , spesso a noi morti di fame , ama dirci e ricordarci che è il maggior contribuente della città , e 20 E in piu di benzina di tasca sua , non lo avrebbe impoverito , e una questione di stile …........solo di stile , dopo tutto sono finiti i tempi di Enrico De Nicola e Alcide De Gaspari , che amavano viaggiare in autobus , per rispetto del Polpolo

mercoledì 14 ottobre 2015

La Basilicata non ci sarà più. Un ectoplasma geografico Destino segnato da macroregione?

La nuova formulazione dell’articolo 117 della Costituzione è un segnale forte che è impossibile rifiutarsi di vedere
Un ectoplasma geograficoDestino segnato da macroregione?
UN altro passo verso il patibolo.
L’approvazione, da parte del Senato, delle modifiche al Titolo V della Costituzione stanno di fatto minando alla base le residue speranze di mantenere intatta l’integrità territoriale della regione. La Basilicata si sta trasformando in un ectoplasma geografico destinato a scomparire nei prossimi anni.
La nuova formulazione dell’articolo 117 della Costituzione che di fatto toglie alle Regioni i poteri previsti in tema di energia e tutela dell’ambiente e nel contempo il recepimento, da parte del Governo, di un ordine del giorno che lo impegna a prendere in considerazione la possibilità di varare un disegno di legge costituzionale per la creazione di macroregioni prima dell’entrata in vigore del ddl Boschi (maggio 2016), rappresentano un segnale forte che è impossibile rifiutarsi di vedere.
Il nuovo articolo 117 elimina le materie a legislazione concorrente Stato-Regioni in parte anche depotenziando gli effetti del Referendum anti-trivelle depositato nei giorni scorsi. In materia energetica e ambientale, in altre parole, deciderà il Governo al di là degli auspici sui possibili sviluppi di una vicenda che deve ancora spiegare i suoi effetti pratici. E’ chiaro che, in caso di vittoria del Sì nella consultazione popolare, il Governo difficilmente potrà ignorarne il risultato all’atto della promulgazione della legge che dovrà regolamentare la materia della ricerca e delle estrazioni petrolifere in mare, ma è altrettanto evidente che in molti casi gli esiti dei referendum sono stati scavalcati da norme che aggiravano la palese espressione del voto popolare (emblematico quanto accaduto con il finanziamento pubblico dei partiti).
L’ordine del giorno Ranucci-Morassut sulla creazione delle macroregioni, rappresenta invece un atto di indirizzo politico che il Governo si impegna (ma anche in questo caso non è obbligato) a prendere in considerazione. Niente di più che una possibilità, dunque, che fa il paio, nei fatti annullandola, con quella di segno contrario prevista da un analogo provvedimento presentato qualche mese fa alla Camera dal parlamentare lucano Roberto Speranza che sembrava aver blindato l’unità territoriale della Basilicata.
La sensazione è che, in ogni caso, la strada verso la creazione di macroregioni sia totalmente spianata e se le previsioni del disegno di legge presentato proprio dal Deputato Pd, Morassut, saranno rispettate, la nuova Italia potrebbe essere composta da dodici Regioni. La Basilicata verrebbe smembrata: il territorio della provincia di Matera verrebbe agganciata alla Puglia e al Molise per creare la Regione Adriatica, mentre quello della provincia di Potenza alla Regione Tirrenica con la Calabria. Facile prevedere che ad esempio nel Melfese (e non solo) potrebbero essere alzate le barricate verso questa ipotesi, ma l’effetto di una tale ridistribuzione territoriale sarebbe in ogni caso, in assenza di enti territoriali intermedi come appunto le Province, quello di rendere le città lucane periferie di un micro Stato senza competenze impossibilitato a fornire servizi di prossimità ai cittadini.
Il punto è proprio questo. Nel momento in cui sono state abolite le Province e vengono attenuate forme di federalismo caotico come quelle introdotte dalla Riforma D’Alema del 2001, si ragiona sulla istituzione delle macroregioni e, nel contempo, si crea un Senato di Autonomie locali che di fatto non esistono più.
Altro che Corte d’Appello. Senza Regione non ci sarebbero uffici (forse sedi decentrate e per questo ridotte) e bisognerebbe capire che fine farebbero la Camera di Commercio unica, le Questure e i Comandi dell’Arma dei Carabinieri e la lista potrebbe continuare all’infinito. E ancora: quanti “Senatori delle autonomie” di Potenza o di Matera sarebbero nominati (perché di questo si tratta) in macroregioni in cui ci sono città come Bari, Taranto, Lecce, Catanzaro, Reggio Calabria e Cosenza?
In altre parole, il deserto istituzionale avanza e nel deserto le trivelle fanno parte del paesaggio. Una riflessione seria su questo argomento la si dovrà fare, prima o poi, rischiando anche di far arrabbiare l’amico Matteo
Il quotidiano della Basilicata

martedì 13 ottobre 2015

quell'appalto dei servizi sociali è illegittimo. Un parere della corte di conti Basilicata lo conferma . Il Dirigente paghi i Danni

Quella che hanno consumando sui servizi sociale e sull’esternalizzazione del servizio degli assistenti sociali al comune di Policoro è un gioco sporco , dove la malafede l’incompetenza è l’insensibilità umana , messi insieme hanno prodotto un atto amministrativo agghiacciante.

Scivemmo il 4 giugno del 2014 che : Anche i costi per la comunità di questa ’esternalizzazione aumenteranno , come avevamo scritto ad aprile “ L’appalto dell’esternalizzazione   professionali e segretariato dei servizi sociali porterà il costo orario degli assistenti sociali dai 15 euro all’ora previsti come tariffa dalla legge regionale dei servizi di zona ed applicata fino ad oggi dal comune ai due professionisti alle sue dipendenze  , ai 20 euro a ora che saranno previste nell’appalto  perché la tariffa non potrà essere  più quella della legge Regionale ma del ccnl delle cooperative sociali. Infatti per due assistenti sociali per tre anni il comune spendeva circa 126 mila euro , oggi l’appalto e di 190 mila euro più l’eventuale ribasso. Chi pagherà il maggior costo ? Vitale dal suo lauto compenso o Leone dalla sua altrettanto lauta indennità ? No saremo ancora una volta noi cittadini a pagare il costo della bagianaggine di costoro. Quesito questo che porremmo alla corte dei conti. Eppure siamo di fronte allo stesso servizio , le stesse ore e negli stessi locali , quelli comunali.

Il Comune pressato dalle opposizioni tutte , decise di porre un quesito alla corte dei conti , se era possibile la funzione istituzionale inerente all'erogazione dei “servizi alla persona “ mediante affidamento in appalto ai sensi dell'art.20 allegato II B Dlsg 163/01.

La risposta della corte (parere 57/2015) è stata pubblicata ieri sul sito

Il comune pone nella formulazione del quesito “come formula organizzativa alternativa , considerando che le norme attuali vietano l'assunzione di personale.

La corte chiarisce nella sua risposta a questo parere , quello che più volte avevamo ribadito noi , afferma che tale disposizione è consentita nella fattispecie se alla base vi è una motivazione pregnante come l'esigenze di gestione associata tra i comuni , con il criterio di economicità , ma se è una mera acquisizione di personale , configura espressa violazione violazione di legge ad essa connesse con le conseguenza nullità del contratto e di responsabiliotà anche erariale dei sogetti che vi hanno dato causa.

Nella fattispecie dell'esternalizzazione del servizio del comune di Policoro , a nostro parere sia le motivazioni ( l'impossibilità dei vincoli sul costo del personale ) sia le modalità organizzative ( il comune nell'appalto fornisce locali , luce e telefono alla cooperativa che gestisce l'appalto ) sia il costo dell'appalto che aumenta lo stanziamento in bilancio dell'impegno economico , prefigurano espressa violazione della norma cosi come detto nel parere 57/2015 pubblicato ieri dalla corte dei conti Basilicata

Convinti di ciò segnaleremo alla procura della corte dei conti gli atti del comune di Policoro , affinché ne verifichino la legittimità.


Dopo aver fatto recuperare circa 900 mila euro alla Regione con l'appalto dei giornalisti , tentiamo di far recuperare qualcosa come 200 , 250 mila euro al comune di Policoro

lunedì 12 ottobre 2015

Un estate da Dimenticare. Zona camper " a Chi L'Ha visto "

quanto si passa dalla propaganda dell'amministrazione ai fatti , ti accorgi che questa estate come le
altre si è caratterizzata per l'enorme spreco di denaro a iosa regalato ad amici , ma come testimoniano gli stessi operatori in questi due articoli di Gabriele Elia , sotto il cielo niente anzi passi indietro

L'assuro e che l'assessore Cacao Meraviglio , invece di fare tesoro delle criticità , continua con una politica avvulsa alle criticità , di un turismo Policorese che arranca anzi arretra , e che avrebbe bisogno di ben altro che di buone intenzioni.

Come buone intenzione è rimasta la zona camper , annunciata in pompa magna , ma che bisogna rivolgersi a chi l'ha vista , e il recupero della passeggiata archeologica , annunciata da Cacao Meravigliao ma rimasta nei libri dei sogni.
La gestione prettamente privatistica ha fatto il resto , siamo ad una spesa tra gli eventi di agosto e settembre oltre 200 mila euro , con ricadute di zero sotto zero , aspettiamo solo i dati union camera
a conferma del comun sentire.


Turismo a Policoro. Pochi stranieri sul lungomare


POLICORO – Il 21 settembre è stato l’ultimo giorno della stagione estiva e come di consueto ci siamo fatti il giro per le strutture e capire come l’estate è trascorsa in riva allo jonio. Così domenica 27 siamo andati a trovare Antonio Mormando, del lido “Sirena”, struttura balneare storica del lungomare centrale della città: “Noi abbiamo una clientela fidelizzata e lavoriamo sempre con quella. Ormai ci conoscono e vengono qui a trovarci ogni anno. Nell’estate 2015 nel mese di luglio ho lavorato meno rispetto al passato, mentre dalla prima settimana di agosto e fino al 31 c’è stata una grande affluenza tanto che la mattina ho dovuto dirottare alcuni turisti in altre strutture adiacenti. Poi a settembre si è ritornati in ‘letargo’. Sostanzialmente rispetto al 2014 tutto è rimasto invariato. Forse le mancate presenze di luglio, sempre rispetto al 2014, è stato compensato con qualche arrivo in più nelle tre settimane di agosto, anche se ho notato che quest’anno i turisti hanno speso di meno. Sono stati attenti a tutto. Vorrei sottolineare il problema dei decibel che superano secondo me quelli previsti dalla legge, il percorso vita poco curato e il pulisci spiaggia entrato in funzione, per l’arenile pubblico, troppo tardi. Viceversa ho registrato un certo apprezzamento per i collettivi di salvamento”. Spostandoci di qualche metro nel suo lido, “Capannina”, Antonio Mastrosimone tira anch’egli le somme: “a luglio il fine settimana si è lavorato, per il resto ho dovuto aspettare le solite tre settimane di agosto. Anch’io ho una clientela tutta mia, però non ci sono impennate nelle presenze. Nemmeno il flusso turistico di Matera 2019, per quanto mi riguarda, mi ha dato quel quid in più. Gli eventi sul lungomare hanno attirato gente, però il problema dei parcheggi, troppo pochi, rimane, così come quello del trasporto pubblico che ferma solo nella piazza centrale è un elemento di criticità. E poi il servizio di raccolta della spazzatura, poco efficiente, è stata un’altra nota dolente”.

POLICORO – Seconda puntata della nostra inchiesta sul bilancio della stagione estiva 2015 in riva allo Jonio, sponda Policoro. Nel nostro giro sul lungomare centrale siamo andati a trovare Massimo De Lorenzo, titolare del lido “Sporting Beach” da oltre 10 anni: “Nulla di nuovo sotto il sole nemmeno per quest’anno. Meno male che ho una clientela consolidata altrimenti sarebbero dolori. Non ho visto un turista straniero nemmeno a pagarlo. L’andamento della stagione è stata come gli altri anni senza grossi sussulti. Nemmeno Matera 2019 ha portato, per quanto mi riguarda, nessun beneficio. Credo che ci sia uno scollamento tra la costa e Matera”. Proposte?: “Una promozione del maggiore del territorio che colleghi in un unicum la fascia Metapontina a Matera per intercettare turisti veri, quelli che non hanno mai visto Policoro e città limitrofe e non turismo di ritorno di chi sta fuori per lavoro o studio e ritorna in estate; un sistema più forte tra noi operatori. Per il resto non ho altre ricette perché noi ci siamo caratterizzati per un turismo delle seconde case e forse gli sforzi di un miglioramento dell’offerta turistica andrebbero concentrati lì; altre vie non ci portano da nessuna parte, secondo me. L’entroterra non porta grande valore aggiunto e comunque non sono turisti”. Eventuali criticità e punti di forza del turismo nostrano segnalati: “Molti si sono lamentati della discriminazione degli eventi tutti concentrati sul lato destro del lungomare; mentre un certo ordine sui parcheggi è un elemento positivo da sottolineare così come i collettivi di salvataggio”. Spostandoci di pochi metri siamo andati a sentire un altro target di ricettività, il camping “Policoro Village”: “Siamo andati bene quest’anno –osserva Gino Lavieri- in tutti e tre i mesi estivi con il mese di agosto dove c’è stato il tutto esaurito. Molte lamentele ci sono state sui decibel della musica che hanno turbato la tranquillità del lungomare; la poca professionalità di chi vive di turismo solo tre mesi e non tutto l’anno e lo vive come secondo lavoro; la mancanza di servizi primo fra tutti uno sportello bancomat annesso magari ad una succursale dell’ufficio postale. L’estate a mio avviso il centro urbano dovrebbe essere sgravato da persone che potrebbero trovare l’essenziale nella zona Lido senza fare 10 chilometri tra andata e ritorno. E mi riferisco anche a servizi come un mini market o farmacia. Infine i nostri utenti sono contenti della calma che trovano qui e di un certo ordine sociale cittadino”.



sabato 10 ottobre 2015

L'ex assessore Rocco Colucci condannato per diffamazione. La dott. ssa Patrizia Costanza risarcità . Leone Tace .

Leone - Colucci
Dieci anni fa....l’11 febbraio dell’anno 2005 si teneva una riunione infuocata del Consiglio Comunale di Policoro nel corso del quale l’allora assessore alle politiche sociali Rocco Colucci subentrato all’attuale sindaco Rocco Leone pronunciava nei confronti della dott.ssa Costanza Patrizia parole denigratorie adducendo alla stessa false accuse di natura diffamatoria e lesive.
In particolare, l’assessore affermava che, dopo la rottura dei rapporti politici tra l’assessore di allora Rocco leone che aveva preceduto il Colucci, e l’Amministrazione comunale, lo stesso Leone e la dottoressa Costanza si erano coalizzati e avrebbero deciso di “ sabotare il piano sociale di zona;
In data 25 maggio 2005 la dott.ssa Patrizia Costanza citava l’assessore Colucci Rocco in giudizio assistita dall’avvocato Rocco Palazzo dello studio Montagna , ritenendolo responsabile di diffamazioni, si costituiva in giudizio Colucci difeso dagli avv.ti Paola Tucci e Livia Lauria.
Sono trascorsi dieci anni... ma con sentenza n.906/2005 pubblicata il 07/10/2015 la verità mette un punto!
L’ex assessore Colucci Rocco viene condannato a risarcimento in quanto sono state fatte false dichiarazioni nei confronti della dott.ssa Costanza che oltre a ledere pubblicamente la propria identità personale, colpisce anche direttamente l’affidabilità e rispettabilità professionale del suo ruolo di psicologa, obbligando pertanto l’autore del fatto al risarcimento dei danni.


Cosi si chiude uno dei capitoli più brutti della storia di Policoro , con Rocco Leone allora nel ruolo di Moralizzatore , e che poi si è trovato queste persone come compagni di merenda nell'attuale gestione , a dimostrazione che all'attuale sindaco interessa solo il Potere , l'incoerenza l'ha tutta quanta dimostrata.

Alla dott.ssa Patrizia Costanza è stato restituito(se mai fosse stata tolta) il giusto risarcimento dell'onorabilità .

venerdì 9 ottobre 2015

Volo fatale per due studenti dell'Olivetti di Matera. La Basilicata in Lutto


di  FRANCESCO CALIAMATERA - Una festa, un momento di gioia e condivisione di emozioni, finito in tragedia.E’ accaduto tutto in pochi
In pochi secondi, la mongolfiera sulla quale viaggiavano il pilota e due studenti del corso di Aeronautica, dell’Istituto tecnico “Olivetti” di Matera, ha urtato i cavi di media tensione nell’agro di Montescaglioso, ondeggiando e incendiandosi. A bordo è scoppiato il panico, quasi immediatamente Davide Belgrano è precipitato.
Circa centocinquanta metri più avanti, dalla mongolfiera sulla quale divampavano le fiamme, preso anche lui dalla paura, non più gestibile, si è lanciato Giuseppe Lasaponara. Entrambi sono deceduti sul colpo. Il settantaduenne Hans Rolf Friedrich ha continuato la sua manovra di atterraggio d’emergenza, provando a salvarsi. Il pallone aerostatico ha terminato la sua corsa su un rudere dove si è affievolito, permettendo proprio al pilota tedesco di salvarsi, nonostante avesse riportato alcune ferite e ustioni.
Intervento immediato dei socorritori, che hanno messo in salvo Friedrich, trasportato prima in eliambulanza al Madonna delle Grazie di Matera e successivamente al San Carlo di Potenza, per cure specifiche, mentre per i ragazzi c’è stata la macabra scoperta di una tragedia ormai consumata.
Sgomento e poche parole, la ricerca di momenti di chiusura totale da parte degli agenti, degli inquirenti, dei docenti e dei primi parenti e amici giunti sul luogo della tragedia. Pochi curiosi, immediata la chiusura al traffico da parte di Carabinieri e Guardia di Finanza giunti immediatamente sul luogo dell’accaduto. Dunque, l’intervento dei Vigili del Fuoco, per coadiuvare le operazioni di recupero e della Polizia Municipale, assieme alla Protezione Civile di Montescaglioso.
Al momento sulle varie ipotesi dell’accaduto stanno lavorando i Carabinieri, mentre il Pm di Matera, Rosanna De Fraia, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo in relazione alla morte di due giovani. Nel procedimento è indagato il manovratore del pallone, Hans Rolf Friedrich, di 72 anni, ora ricoverato in ospedale ma non in pericolo di vita. Il pubblico ministero, inoltre, sta decidendo la data dell’autopsia sui cadaveri dei due studenti morti nell’incidente. Pare che le indagini dei Carabinieri riguarderanno anche gli organizzatori del festival delle mongolfiere ma nessuno di loro, per ora, secondo quanto si è appreso, è indagato. Intanto, c’è anche un’altra inchiesta che pende sull’acaduto. Infatti, l’Agenzia nazionale per la
sicurezza del volo (Ansv) ha aperto un’inchiesta sull’incidente alla mongolfiera (immatricolata con la sigla D-Ojzw). Proprio in una nota sul sito dell’Ansv, è spiegato che un investigatore dell’Agenzia è stato inviato a Montescaglioso per
raccogliere elementi utili all’inchiesta stessa. Sicuramente un altro momento utile per far luce sull’accaduto e sulle eventuali motivazioni di una tragedia che, certamente, lascia alle sue spalle molto dolore, prima ancora che la ricerca della verità
La ricostruzione. Nella mattinata di ieri, in occasione dell’apertura degli eventi legati al Matera Balloon Festival, circa 30 studenti delle classi 5A e 5B Aeronautica dell’Itc “Olivetti”, si erano diretti in autobus nella zona industriale di La Martella, dove erano previsti i primi appuntamenti e, contestualmente i primi decolli dell’evento internazionale supportato dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019. Erano coinvolti proprio i ragazzi del corso Aeronautica perchè, nell’abito di un progetto al suo secondo anno di attività e fortemente voluto dall’istituto, il momento di condivisione, che sarebbe durato per tutti e quattro i giorni del Festival, rappresentava oltre che la possibilità di volare, per gli aspiranti impiegati del mondo aeronautico, anche occasione di approfondimento degli insegnamenti teorici appresi tra i banchi di scuola.
Così, come era accaduto lo scorso anno, i quattro appuntamenti avrebbero coinvolto gli alunni di altrettante classi, circa 30 al giorno, dalle 8 sino alle ore 16. Questa mattina toccava a 15 alunni della 5A (tra i quali Davide e Giuseppe) e 15 alunni della 5B. All’appuntamento erano giunti puntuali gli studenti, ed i primi tre voli erano partiti alle 8,15.
Ognuno, in una direzione differente, con tre punti d’arrivo diversi. Quello con a bordo il pilota settantaduenne Hans Rolf Friedrick e i due studenti dell’Olivetti aveva come rotta Montescaglioso. Dopo oltre un’ora di volo la mongolfiera si dirigeva verso l’atterraggio, in una zona non molto lontana da quella nella quale si è consumata la tragedia. Immediatamente la manifestazione è stata interrotta dagli organizzatori. Il lutto colpisce ogni singola persona. è davvero di tutta la città.
minuti; momenti di panico, tensione e paura.
Tratto dal quotidiano della Basilicata