martedì 30 settembre 2014

Dopo le botte ,salta anche il consiglio. Mancano i documenti sui debiti fuori Bilancio

 Intanto il consiglio comunale riunitosi ieri ,  prende atto delle dimissione della Lapadula e la surroga al suo Posto con L’avv.to Cantasano primo dei non eletti in forza Italia. L’unica donna presente in consiglio , lascia l’assise comunale , dopo un’assenza durata mesi. In questa scelta vi sono ragioni tutte familiare.
Ma sono Fabiano Montesano e Francesco Fortunato i due mattatori della giornata. Eppure la serata sembrava cominciare bene per la maggioranza , dopo le botte tra di loro al comune , visto che dai banchi dell’opposizione mancavano sia il consigliere Marrese che Di Pierri , il primo a letto per un’influenza .
Ma non è stato così , ancora una volta Leone e la sua maggioranza pagano il prezzo della sciatteria amministrativa di cui sono vittima colpevoli perché non hanno fatto nulla per liberarsene. Così presi nella guerra intestina tra di loro , ormai non hanno più il controllo del comune , tutti gli standart minimi , a cominciare dagli appalti ad finire alle gare che durano anni , denotano lo stato comatoso  in cui versano gli uffici e non si vede una via di uscita.

Infatti tra i documenti consegnati ai consiglieri sui debiti fuori bilancio mancava la relazione degli equilibri del bilancio , documento fondamentale per capire lo stato delle casse del comune. La cosa viene evidenziata dai due consiglieri del PD , e tutti quelli della maggioranza , che non perdono tempo per leggersi gli atti , ma sono li per alzare  la mano cadono dalle nuvole . Dopo un consulto con il segretario che deve dare atto delle ragioni delle opposizione , tutto viene  rinviato a data da destinarsi

lunedì 29 settembre 2014

Botte al Comune . Maldestro tentativo dei trentenni di tirarci per i capelli nella Rissa,

Il trentenne Giorgio  Santoriello , vuole tirarci per i capelli nella rissa politica di questa maggioranza e coinvolgerci  in quello spettacolo indecoroso che in questi giorni stanno dando questi giovanotti , fatto di parole sopra le righe , botte ,in  una guerra intestina  nel nome non di una questione di principio o amministrativa ma di una seggiola alla  provincia , dove per la fame ( una vera fame) di potere stanno giocando una partita senza esclusione di colpi .
Santoriello vuole negare che è lo strumento di una battaglia politica fra Modarelli e Ferrara, fra i due gruppi in guerra di questa maggioranza? Si arrabbia così perché abbiamo svelato i giochetti?
I fatti dell’incontro di boxe avvenuto in quella betola in cui hanno ridotto il comune , raccontataci dal Trentenne Santoriello , divergono notevolmente da quello che  a noi hanno raccontato  dei testimoni presenti in quella sede  , e dalla stessa versione del Modarelli , per cui non siamo entrati e non entriamo nel merito , in quando come è giusto della questione se né occuperanno persone più competenti e deputati ad accertare la verità che sono i  giudici e i tribunali .  
Il Trentenne è irritato con noi, in primis perchè unici abbiamo dato notizia dell’accaduto , mentre nessuno dei protagonisti nei giorni successivi delle Botte , ha detto una parola. Silenzio assoluto , nessun comunicato , nessun intervento politico , volevano stendere un velo pietoso su un fatto di una gravità inaudita , doveva calare il silenzio tanto era la vergogna è grave la situazione in cui volenti o nolenti hanno fatto piombare la città
Dice il ragazzo , che bontà sua ammette che noi siamo estranei all’aggressione (almeno questo c’è lo concede ) , che noi abbiamo fatto Gossip, che siamo degli sciacalli mediatici , e come Leone pensa che siamo dei calunniatori. Bontà sua ci risparmia la querela per non aver sentito lui , e per  aver raccontato l’accaduto in modo artefatto. Come se solo il suo modo è quello reale.
Intanto visto che lui con la penna è più dotato di me , poteva raccontarci la SUA Verità  così come ha fatto ieri , senza aspettare che la raccontassimo noi, ma guarda caso è caduto nel silenzio, la sua mano si è paralizzata forse nella vana speranza che tutto finisse nel dimenticatoio , e rimanesse traccia solo  nel chiacchiericcio del paese  , e non emergesse la melma politica di una storia poco edificante. Infatti noi abbiamo rotto con il nostro articolo l’incantesimo del silenzio o di regime a cui adesso con razioni di olio e ricino vogliono punirci.
Il ragazzo , furbetto si arrampica sugli specchi per passare come la vittima del mio articolo ,  ma basta leggerlo 
( http://ottavioframmartino.blogspot.it/2014/09/policorovolano-schiaffi-in-comune-dalla.html     ) per capire che siamo alla mistificazione pura valutazione degna di una masturbazione intellettuale. Certamente al Trentenne non piace la mia conclusione in cui parlo di : una corsa per accaparrarsi il potere per meglio dividersi la torta  . Killeraggio mediatico, macchina del fango, schiaffi in Comune ... la politica a Policoro non può continuare così.
E ci fa sapere che non è dei trenta , a nostra insaputa, perché della sua fuoriuscita dal gruppo di cui lui è il fondatore non abbiamo avuto traccia (sempre considerando che è una buona penna ) ne abbiamo trovato una sua citazione in latino che ci motivasse le ragioni di questa uscita, né le sue ripetute visite al Comune hanno potuto far pensare il contrario a chiunque.
Lui vuole fare il furbo dato che è presuntuoso  pensava che noi cadessimo in questo giochetto ( e nui non simm fess), che ci mettessimo ad attaccare Modarelli con lui a favore dei 30 e di Ferrara , lui adesso esce dalla mischia per depistare, per fare il puro , poi alla bisogna vedrete c’è lo troveremo dentro. Ma questo gioco con noi non fa presa.
Come è falsa è la sua dichiarazione che l’ho telefonato per prendere le difese di Modarelli , una viscida mascalzonata , tattica vecchia questa degna dei  fascisti  (appartenenza di cui troviamo traccia evidenti sul suo profilo Faceebook) , quella di costruire dossier falsi sui nemici.
 E tanto l’odio che il ragazzo nutre verso Forza Italia , che a sti poveri uomini che hanno già tanti guai per conto loro , a partire da indagati , mafiosi ecc.. da  Brunetta a finire a Gasparri , adesso devono annoverare anche me nelle loro file . Io sarei amico di Forza Italia , mentre lui che ha contribuito ( a dire il vero con pochissimi voti che ora pensa di aumentare cercando con ogni strumento notorietà) all’elezione del sindaco Rocco Leone , e governa con i suoi amici del cuore con Forza Italia questa città ,  stanno dentro per gestire il potere e fuori per sparare contro i loro alleati , diventati nemici non per questioni etiche e politiche, ma personali e di potere. Una guerra tutta loro, le cui conseguenze stanno pagando i cittadini, la cui conclusione non vediamo la fine neanche dopo le risse e le botte al comune. 
Eppure il Ragazzo non dovrebbe sputare così nel piatto dove ha mangiato abbondantemente , dopotutto lui è stato uno dei  portaborse (mentre io faccio il collaboratore scolastico per vivere)  di uno eletto nel PDl di Berlusconi , consigliere regionale  che   faceva tra l’altro secondo la procura di Potenza , non solo le alterazione delle fatture ( lui per difendersi dice  che erano i suoi  portaborse a fare queste schifezze) ma anche  la cresta sugli stipendi dei collaboratori. Infatti il Trentenne minaccia querela , non in riferimento all’articolo della rissa , ma per mandarmi un messaggio , riferito a queste vicende , di cui lui sa che io parlerò , e stia sicuro che né parlerò non mi faccio intimidire  ,  stia sicuro scriverò del magna magna non solo dei politici  ma di tutta la compagnia compresi gli scalzacani al guinzaglio , raccontando il ladrocinio quotidiano di quella classe politica e del suo sottobosco, di chi sapeva e taceva o addirittura collaborava , che ha affamato e coperto di vergogna  la nostra regione.
 “La dignità non si acquista con una laurea o con titoli e cariche ormai decadute. Non la si acquista con soldi. E io ne ho più di te. Riprenditi questa banconota da 50 euro che mi hai dato per andare a Potenza. Affinché quel viaggio serva a dare giustizia alla gente onesta. I 70 centesimi sono per un caffè. Meglio se lo prendi da solo, magari ti abitui”. Da allora non ho avuto più contatti con lui».
Sono le amare parole scritta al suo ex datore di Lavoro , da un ragazzo che come Santoriello lavorava   nella segreteria di Venezia. Quel ragazzo, di destra come Santoirello, ha alzato il suo orgoglio e ha avuto il coraggio di far valere i suoi valori e la sua dignità. Qualcun altro no.
Qualcun altro fa il giustizialista di copiature, se la prende con i bidelli, non dice niente delle malefatte del gruppo 30 a cui dice di non appartenere più, compie gesti eclatanti  a noi sembra con l’unico scopo di prendere notorietà, copre gli scandali del latrocinio dei parvenu della politica. Mi chiama in ballo quando non centro pur di far parlare di lui. E allora lo accontento.  
Il subdolo è tentativo di cercare colpirmi facendo leva sul mio lavoro, quel bidello detto con disprezzo.  Gli sembrerà strano , ma oggi ringrazio dio di averlo un lavoro , mi consente di vivere con dignità e libertà , mi consente di non firmare buste paga false , di non lucrare alterando le fatture,  e non si stupisca se dico che mi sento fortunato , perché quando mi guardo attorno e vedo solo devastazione sociale e povertà galoppante , una società lacerata che grida vendetta perchè senza lavoro , mentre io posso ancora contare di fare affidamento sul necessario.
Non ho mai cercato di meglio ne né cerco  , è il prezzo sopportabile che ho dovuto pagare , ma ne valsa la pena. L’ebrezza della libertà e come andare 200 all’ora con la  Ferrari. Ma penso che sia difficile che lui possa capire di cosa parlo.
Infine  al liceo mi ricordo di tanti ragazzi , Di Luciano Ragazzo che oggi è un manager importante di una multinazionale americana in Sudamerica con cui mi sento spesso , della Magno che non ha preso cento per poco ma ugualmente e brillantemente si sta Laureando in Medicina , di quel Pazzo di Raffaelle Guerra un 100 e lode oggi lavora in una grande casa editoriale , di quel eccezionale Ballerino di Siepe , anche lui medico , di Meribetta un altro 100 , che non insegue la politica per lavorare ma lavora a prescindere , della Morano un altro 110 e lode premiata dal presidente della Repubblica come miglior studentessa d’italia di Mario De Pizzo e tanti ancora ,  ma veramente non mi ricordo di lui , solitamente non mi ricordo degli anonimi e  mediocri , quindi non abbi pietà di me usi la sua penna con la sua forza antidotale (mamma mia che paura)  per scrivere le querele …. Quelle si fanno e non si annunciano.

P.S. il nostro blog fa gossip, infatti basta scorrere le pagine,  parliamo di rubberie , contratto di quartiere , appalto spazzatura aumento delle tasse ,scuolabus , sblocca Italia , varianti fatti per amici da amici , che per il trentenne intellettuale con la puzza sotto il naso , figlio dell’ elite borghese (  ma lui che lavoro fa? ) sono argomenti gossipari……..

Riceviamo e Pubblichiamo Rispetto e legalità per la nostra terra

Sabato sera a Valsinni, nella sala consigliare, si è tenuto un incontro con il Tenente Giuseppe Di Bello. L’evento, organizzato da Rosetta Ottomano, ha informato i cittadini di Valsinni di quanto sta accadendo nella nostra regione e dei soggetti, tra politica ed imprenditoria, che sfruttano le risorse della nostra regione ed ne inquinano il territorio. Il petrolio e i rifiuti, da opportunità per pochi “imprenditori”, si stanno trasformando in pericolo di sicurezza e di salute per le popolazioni lucane. All’evento hanno partecipato l’Associazione MuoviAmo Tursi, che ha relazionato sulla discarica di Colobraro e sul suo ampliamento; e il Comitato Per Senise: Rifiuto! che ha portato la testimonianza di quanto sta accadendo a Senise in merito all’opificio dei rifiuti che produrrà quasi mille tonnellate di combustibile da rifiuto per gli inceneritori. Nei prossimi giorni, anche a Valsinni si costituirà un comitato civico a difesa del territorio, delle nostre ricchezze agricole e turistiche, e contro l’ampliamento della discarica di Colobraro. L'incontro si è concluso con la decisione di presentare alla Prefettura di Matera e Potenza una richiesta di interdittiva antimafia per tutte le aziende che sono state oggetto di arresti e rinvii a giudizio, anche in presenza di cambio dell'assetto societario ovvero cambio dell'amministratore (furbizia nota a tutte le associazioni contro le ecomafie e le mafie presenti in Italia e nel nostro territorio ).

domenica 28 settembre 2014

Riceviamo e Pubblichiamo .

Domani la nostra risposta su questa missiva del trentenne Santoriello

Dinanzi a tanta miseria, quando un padre di famiglia di 63 anni alza le mani, ripetutamente, su un giovane di 30 anni non si può parlare di semplice problema generazionale, ma si impone una questione morale.
Il 22 settembre scorso mentre abbandonavo la sede comunale un “uomo” di età matura, che successivamente scoprivo trattarsi di Osvaldo Modarelli, si avvicinava con passo deciso verso di me e nel chiedermi conferma del mio cognome, al mio sì gli tendevo la mano per presentarmi, al ché, sicuro della bontà della situazione, volgevo distrattamente lo sguardo alla mia destra, unica volta in vita mia in cui tale direzione mi regalava un’amara verità: un colpo al viso che oltre a farmi volare occhiali ed auricolare dava la sveglia a tutto il secondo piano. Infatti numerosi dipendenti e dirigenti comunali intervenivano tempestivamente a trattenere il padre, ancora furente, del Presidente Gianluca Modarelli, quest’ultimo vate degli amanuensi ed autore, non proprio originale, di tutti quei comunicati in cui si parla di etica, sani principi e trasparenza politica; giusto per Lui parlarne visto che è il padre ad occuparsi degli oppositori, anche in maniera violenta se serve, anzi più che violenta, pseudo-criminale, perché le minacce di persecuzione personale sono state ripetute.
Raggiunsi il Pronto Soccorso e dopo poco arrivava sempre Lui, Don Osvaldo, il braccio operativo di Forza Italia, il sindacalista delle trattative fisiche, che approfittava nuovamente della mia ingenuità, ed io sicuro che si volesse scusare per l’aggressione show nella casa comunale, nuovamente ricevevo i suoi strattoni sul petto sempre accompagnati dalle stesse minacce di prima, questa volta viste non solo da numerosi testimoni ma anche dalla video-camera di sorveglianza dell’ospedale.
Una storia triste ma simbolica, che ricorda a tutti quanto in una realtà marginale ed intorpidita come la nostra, la penna conservi ancora tutta la sua forza, il suo carico antidotale contro la mediocrità dei parvenus della politica. Dal Presidente Modarelli non aspetto risposte, tanto non sarebbero Sue, dal Sig. Osvaldo magari un po’ di dignità in più scusandosi pubblicamente, e da Ottavio Frammartino più onestà perché pur essendo estraneo all’aggressione, ha dimostrato la sua dipendenza dallo sciacallaggio mediatico. Si perché il blogger sinistrorso ma tanto amico di Forza Italia ( posizione politica tanto fantascientifica quanto ormai usuale ) ha ricostruito il tutto senza chiamare l’interessato, senza verificare le fonti, senza alcuna premura: da vittima  di una reiterata aggressione fisica e verbale sono diventato un rissaiolo “che fa a botte” in Comune, che faccio ancora parte dei Trenta a mia insaputa, che picchio anziani per hobby perché candidato con una giunta neo-fascista stando all’incerta scrittura di Frammartino. Che Ottavio Frammartino faccia ormai più gossip che politica è evidente, che sbagli riferimenti e dati anche, che non abbia una chiara linea politica pure, che mi telefoni per prendere le difese di Modarelli anche, così come è chiaro che cerchi una vaga legittimazione culturale personale attraverso un blog, strumento nato per proposte e confronti e diventato piattaforma dei comunicati stampa di Forza Italia oltre che del gossip cittadino; tuttavia l’unico protagonista indiscusso deve rimanere il suo ego sterminato. Mi fermo alla sola denuncia-querela sporta contro il Sig. Osvaldo Modarelli, depositata con tutti i dettagli e riferimenti del caso, analoga tentazione era nata anche per Ottavio Frammartino che risparmio perché preferisco ricordarlo non come un mio diffamatore, ma come il bidello che mi ha visto crescere nel liceo scientifico E. Fermi, ed il proprio ex-bidello non si può denunciare, deve rimanere un inviolato ricordo adolescenziale.
Prendo atto dell’inesistente profilo politico del Presidente Gianluca Modarelli, che scappa dai giudizi argomentati altrui, che scappa dal confronto, che scappa dagli insuccessi comunali per mirare alla Provincia forte del “gran bel lavoro” fatto in città e che scappa anche dall’umiltà che la situazione imponeva: bastava ammettere di aver copiato i propri comunicati stampa da altri, magari prevenendo la violenta reazione del paterno sindacalista d’assalto che per giorni mi ha cercato in attività commerciali da me frequentate preannunciando mie irrisolte esigenze sanitarie: parte della famiglia Modarelli ha scritto che mi serviva un medico e di fatto dopo dal medico mi ha mandato il padre. Comunque una speranza c’è: il libero e franco confronto che darà sempre più idee e sviluppo rispetto alla violenza, perché anche in un contesto mediocre come il nostro la penna serve ancora a qualcosa.


sabato 27 settembre 2014

De Magistris deve dimettersi.

di Marco Travaglio

 Dopo la condanna in primo grado per abuso d’ufficio a 1 anno e 3 mesi, Luigi De Magistris deve lasciare la carica di sindaco di Napoli. Perché è giusto così e perché la legge Severino stabilisce la sospensione senza possibilità di scappatoie (che sarebbe anche poco decoroso imboccare, magari in attesa che il prefetto lo iberni fino all’eventuale assoluzione d’appello). Sono decine i consiglieri regionali, provinciali e comunali sospesi o rimossi per una condanna in primo grado o per una misura cautelare. E la legge è uguale per tutti, come De Magistris ben sa, avendo fatto della Costituzione il faro della sua vita professionale, prima da pm e poi da sindaco.
Ciò premesso, parliamo del processo che ha originato la sentenza dell’altro ieri, di cui siamo ansiosi come non mai di leggere le motivazioni. Chi conosce i fatti alla base del processo a De Magistris e al suo consulente tecnico Gioacchino Genchi ai tempi dell’inchiesta “Why Not” a Catanzaro, poi scippata da una manovra di palazzo, non può che meravigliarsi per la condanna dei due imputati e pensare a un tragicomico errore. Purtroppo, come sempre, i fatti li conoscono in pochi, men che meno chi ne scrive. Sui giornali si leggono ricostruzioni fantascientifiche: La Stampa vaneggia addirittura di “intercettazioni illegali”, “a strascico” e di un “elenco sterminato” di galantuomini spiati da Genchi con un “metodo” che sarebbe stato bocciato dalla sentenza. Balle. Il processo non riguardava l’”archivio Genchi” (perfettamente lecito: il consulente riceveva tabulati e intercettazioni da decine di procure e tribunali per “incrociarli”, dare un senso ai legami che ne emergevano e smascherare autori di stragi, omicidi e altri gravissimi delitti), né fantomatiche “intercettazioni”.
Ma soltanto tabulati telefonici: cioè elenchi di numeri di utenze a contatto – in entrata e in uscita – con i telefoni degli indagati. Nemmeno una parola sul contenuto (che si ricava dalle intercettazioni). Nel 2007, su mandato del pm De Magistris, Genchi acquisì dalle compagnie telefoniche i dati su centinaia di tabulati, incappando – ma questo lo si scoprì solo alla fine – anche in quelli di cellulari in uso, secondo l’accusa, a 8 parlamentari (Prodi, Mastella, Rutelli, Pisanu, Gozi, Minniti, Gentile, Pittelli). Di qui l’accusa di averli acquisiti senz’avere prima chiesto al Parlamento il permesso di usarli, violando la legge Boato e l’immunità dei suddetti. Un ingenuo domanderà: come fai a sapere che quel numero telefonico è di un onorevole? Prima acquisisci i dati dalla compagnia poi, se scopri che l’intestatario è un eletto, chiedi alle Camere il permesso di usarlo. I giudici di Roma però sono medium, o guidati dallo Spirito Santo: appena leggono un numero, intuiscono subito che è di un parlamentare. Ergo non si spiegano perché De Magistris e Genchi chiedessero a Tim e Vodafone di chi fosse questo o quel numero: dovevano saperlo prima, per scienza.
Purtroppo De Magistris e Genchi sono sprovvisti di virtù paranormali. E rispondono di abuso d’ufficio. Questo fra l’altro non è più reato dal ’97, salvo che produca un “danno ingiusto” o un “ingiusto vantaggio patrimoniale”. E quale sarebbe il danno patito dagli 8 politici? La “conoscibilità di dati esterni di traffico relativi alle loro comunicazioni”. Cioè: c’era la possibilità che si sapesse con chi telefonavano. Come se le frequentazioni con personaggi poco limpidi fossero colpa non di chi le intrattiene, ma degli inquirenti che scoprono, peraltro in un’indagine segreta. C’è pure un problema di competenza, visto che sui reati dei pm di Catanzaro è competente la Procura di Salerno, non di Roma. Però decise di occuparsene lo stesso il pm Achille Toro, già in contatto con personaggi emersi in Why Not e poi costretto a lasciare la toga perché coinvolto nello scandalo Cricca. Pazienza se, dall’accusa di abuso d’ufficio per i tabulati di Mastella, De Magistris e Genchi erano già stati inquisiti e archiviati a Salerno. Li hanno riprocessati a Roma per lo stesso reato. Ultima perla: fra le vittime del presunto abuso c’era pure Pisanu, il quale però ha detto a verbale che i tabulati che lo riguardano non sono suoi, ma della moglie. Era vittima, ma a sua insaputa

venerdì 26 settembre 2014

Pittella impugni alla Corte lo “sblocca Italia” di Renzi

conto-alla-rovescia 1Il decreto Sblocca Italia va impugnato dalla Regione Basilicata e dalle regioni meridionali (e non) perchè incostituzionale con ricorso legale presso la Corte Costituzionale ci siamo stancati di ripetere nei convegni, sulla stampa e nelle tv questo concetto dopo l’approvazione di questo decreto sblocca trivelle e blocca regioni e comuni sulle proprie competenze in tema di energia. Molte orecchie non vogliono o fanno finta di non ascoltare, a partire dal consiglio regionale della Basilicata riunito in data odierna.
Non ci sono stralci di articoli del decreto da discutere , attese di conferenze di Stato Regioni o altri tavoli istituzionali per modificare il decreto. Allo stato attuale il decreto “incostituzionale” e va impugnato nelle sedi opportune, diversamente si perde tempo e il decreto diventa legge. Tutte le altre iniziative vanno bene solo quando sarà fatto un nuovo decreto che magari passi prima dalla conferenza stato regioni e non sia imposto alle regioni.
E’ grave quanto affermato dal sottosegretario De Filippo alla festa dem a Policoro del 21 settembre sul fatto che il decreto sblocca Italia sia stato redatto dal ministero dello sviluppo economico. In merito ci chiediamo: a cosa è servito in tutti questi mesi un lungo rapporto di corrispondenza tra il governatore Pittella e il ministro Guidi se poi nasce un decreto con prerogative di massimo sfruttamento petrolifero sull’intera Basilicata ?
Non esiste in nessuna democrazia l’autorizzazione politica a estrarre petrolio se prima non c’è ¨quella ambientale (perchè vogliamo, ricordalo non è solo una questione economica), ma di tutela delle acque, della salute dei cittadini e delle economie locali.
Parlare solo di estrarre 154000 barili o 180.000 (come previsto dal memorandum) da parte del governatore Pittella non ci ispira alcuna fiducia.
La regione Basilicata prima di parlare di nuovi barili da estrarre deve bocciare circa un’altra decina d’istanze di ricerca petrolifera in fase d’istruttoria V.I.A. (alcune già impugnate e con una sentenza favorevole al Tar alle compagnie petrolifere) depositate presso il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata.
Vogliamo una bocciatura immediate di tutte queste istanze di ricerca petrolifera anche con ulteriori ricorsi istituzionali della Regione Basilicata, cosi come già chiesto dai comuni che hanno deliberato contro e dalle comunità che hanno portato nelle piazze migliaia di persone per dire il proprio NO.[No Scorie Trisaia]

giovedì 25 settembre 2014

Policoro.Volano schiaffi in Comune. Dalla politica dell'amore a quello del manganello

Era quasi scontato che prima o poi succedesse, questa amministrazione ha usato fin dall'inizio toni troppo alti, troppe provocazioni, troppi attacchi personali, troppi manganelli. Alla fine Modarelli (padre) e il ragazzo dei 30 Santoriello sono arrivati  alle mani e meno male che si sono presi a botte fra loro. Santoriello aveva accusato il presidente del consiglio di aver copiato dei comunicati stampa, ma non si era fermato a dare la notizia...aveva provocato per giorni dalla bacheca di fb il presidente del consiglio e suo padre.
 Alla fine grida, schiaffi e offese prima nei corridoi del Comune poi in ospedale. Questa maggioranza, che sparla di amore nei comunicati a natale e si finge vittima quando noi la critichiamo politicamente, dimostra continuamente la sua violenza attaccando personalmente chiunque la critica e ora addirittura trasformando la casa comunale in una bettola.
Il clima è quello creato dal proprio padre putativo , che invece di rispondere nel merito alle critiche politiche quando gli si pongono i problemi, inveisce , una volta sei vigliacco un’altra volta sei diffamatore, oppure devi essere isolato dalla città , così tutti gli altri pensano di essere autorizzati  manganellare chi la pensa diversamente, a dare come hanno fatto alcuni consiglieri solidarietà quando i delinquenti ti minacciano

E lo squallore aumenta quando scopriamo che all'inizio di tutto ci sono le candidature provinciali, c'è una guerra politica che vogliono nascondere e infatti stanno facendo di tutto per non far uscire questa notizia.   

Infatti gli attacchi a Modarelli per un comunicato scritto giorni fa, il ragazzo dei 30 Santoriello lo ha fatto uscire solo dopo che Modarelli si è candidato alle provinciali con Forza Italia, dando fastidio e togliendo voti al candidato di impegno comune e dei 30 Ferrara  , una corsa per accaparrarsi il potere per meglio dividersi la torta  . Killeraggio mediatico, macchina del fango, schiaffi in Comune ... la politica a Policoro non può continuare così.

  

mercoledì 24 settembre 2014

Policoro Incendiato l'ingrosso Casalinghi Varasano. Un'altro fuocarello o la mano della mala?

In viale nazionale a Policoro , sulla strada per andare al centro commerciale Heraclea , vi è da moltissimi anni un'attività di ingrosso casalinghi di Varasano Stefano.
L'incedio ha interessato più della meta del deposito , interessando una fila di gazebo , dove vi erano riparati degli oggetti. A prima vista i danni sono ingenti.

Difficile fare ipotesi , solo gli accertamenti delle forze dell'ordine potranno chiarire le cause , ma noi comunque siamo abituati alla pantomima tra chi come la procura di matera in passato e agli innumerevoli casi accaduti nel metapontino ,  parla di fuocarelli , senza mai individuare i responsabili , e la tesi più grave fatta dalla D.I.A. di Potenza e dal procuratore capo Gay che parla invece di malavita organizzata.

A Varasano la nostra solidarietà e vicinanza.



Suicidi, Basilicata seconda nella classifica

MASSIMO BRANCATI
POTENZA - Crisi economica, depressione, mancanza di fiducia nel futuro. E ancora: droga, abuso di alcol e di farmaci, incapacità di reagire alle negatività della vita. Sono tante le cause che spingono al suicidio, un fenomeno che in Basilicata sta assumendo i contorni di una vera e propria emergenza. Lo dicono le statistiche: siamo la seconda regione in Italia per tasso di suicidi (14,6 ogni 100mila abitanti). Ci supera in questa triste classifica soltanto la Calabria dove il dato ha raggiunto quota 18. A togliersi la vita sono soprattutto i più giovani se è vero che tra le prime cause di morte per i ragazzi tra i 10 e i 24 anni c’è proprio il suicidio.

Numeri (purtroppo) destinati a crescere se si fa riferimento al trend di questi primi otto mesi del 2014: incrociando i dati di questura e carabinieri scopriamo che si sono verificati 11 suicidi, di cui 7 soltanto a Potenza e nell’hinterland. In molti casi questi gesti estremi sono legati alla crisi economica, tant’è che tra i protagonisti dei casi di cronaca ci sono diversi imprenditori e operai licenziati. Ma dietro al suicidio - come ci spiegano gli esperti - potrebbe esserci anche dell’altro: drammi interiori, traumi infantili, situazioni che affondano le radici in fragilità psicologiche.

Tra le pieghe dei dati statistici scopriamo che a togliersi la vita sono soprattutto gli uomini, con 9 casi di suicidio l’anno ogni centomila abitanti, contro un 2,6 tra le donne. Le fasce di età maggiormente interessate al fenomeno sono tra i 15 e i 24 anni e tra i 25 e 34 anni. Accanto a freddi numeri occorre fare una riflessione: il suicidio raramente è un impulso dovuto ad una decisione immediata. Durante i giorni e le ore precedenti al gesto, generalmente appaiono indizi e segnali di allarme. Quelli più forti e rivelatori di un disturbo sono verbali. Della serie: «Non posso andare avanti così», «Non m'importa più di niente» o anche «sto pensando di farla finita». Certe espressioni vanno sempre prese sul serio. Così come non bisogna sottovalutare altri segnali che, in genere, passano inosservati: diventare improvvisamente chiusi, comportarsi pericolosamente (correre in auto o in moto, bere troppo, tendere all’autolesionismo), mettere ordine nei propri affari e regalare oggetti di valore, mostrare marcati cambi di comportamento, attitudini o apparenza, abusare di droga e medicinali (soprattutto psicofarmaci).

Anche le esperienze vissute, quelle che lasciano ferite nel profondo, possono giocare un ruolo fondamentale nella scelta di togliersi la vita: subìre abusi sessuali o fisici, perdere un caro amico o un familiare, divorziare, fallire a scuola (un brutto voto o la paura di un esame) o sul lavoro. Già, ci risiamo, il lavoro. La perdita del posto o una crisi aziendale lasciano una ferita profonda nell’inconscio pronta a sfociare in autolesionismo. Ed è su questo aspetto che tutti, a cominciare da chi ci governa, dovrebbero riflettere. Seriamente.

Tratto dalla Gazzetta del Mezzogiorno

martedì 23 settembre 2014

Elezioni Provinciali, scontro senza esclusioni di colpi tra Ferrara e Modarelli. Il Pd policorese nero di Rabbia

Elezioni Provinciali , eppure si parlava a vanvera di abolizione delle province , invece l’unica cosa che hanno abolito è il voto popolare , e dare mandato ai partiti e alla casta di mandare alla provincia i nominati. Infatti saranno i consiglieri comunali e quelli provinciali uscenti a votare il prossimo presidente della provincia , che a Matera è contesa tra Francesco Di Giacomo , sindaco di Grottole , nome uscito dopo una difficile trattativa nel PD e Antonio Stigliano , consigliere uscente e attuale segretario provinciale di Forza Italia.
I candidati di Policoro sono Ferrara Giuseppe consigliere comunale del raggruppamento Impegno comune candidato con  la lista Fronte comune e Gianluca Modarelli con Nuova Provincia che ha in Forza Italia lo zoccolo duro della lista.
E proprio la canditatura dei due consiglieri del centrodestra che sostengono la maggioranza di Leone , Ferrara che già è stato candidato con la destra della Santachè alla provincia e Modarelli , ha scatenato una querelle tra l’attuale presidente del consiglio comunale e il gruppo dei Trenta  , che vedono questa candidatura come fumo negli occhi.
Una guerra senza esclusione di colpi che avrà un prologo nelle aule di tribunale , infatti si è partiti dal copia incolla si è finito a sciorinare tutta la rabbia che si ha in corpo , con un'operazione  di delegittimazione del Modarelli reo non solo del copia e incolla , non solo del dover devolvere  la propria indennità in beneficenza , pur facendo sapere alla mano sinistra cosa fa la destra , ma anche di essere candidato senza il permesso dei Trenta. E allora giù randellate , con la presunzione di volerci tirare dentro  ( noi blogger di sinistra ) una guerra , di cui non avevamo tempo da dedicare , visto gli argomenti dei disastri amministrativi che sti ragazzi combinano  alla città e che noi dobbiamo inseguire , che costano l’ira (tasse) ai cittadini.
Con la presunzione di indicarci di cosa dobbiamo parlare e di cosa no  , e l’ira si abbatte sulle nostre persone casomai tocchiamo la questione Rimborsopoli , il Magna Magna Regionale di sinistra che di destra ,  perché quando si è magnato si è magnato tutti insieme politici e scalzacani al loro guinzaglio.
A bocca asciutta è invece rimasto il Pd Policorese , fuori da tutti i giochi , sia Marrese che Fabiano Montesano i due che potevano aspirare a una candidatura , ma i giochi e i giochini nel PD , hanno escluso a policoro una sua rappresentanza nel centrosinistra. La cosa non è stata digerita dalla locale sezione , come annunciato si prevede un comunicato dai toni alti , anzi altissimi contro i vertici del partito.

Sono in totale 403 gli aventi diritto, tra sindaci e consiglieri comunali dei 30 comuni della provincia (nessun rappresentante per Accettura che è commissariato). I votanti riceveranno due schede: una per scegliere il presidente e l’altra per votare i consiglieri. Solo per questa prima tornata elettorale è stata data la possibilità anche ai consiglieri provinciali uscenti di potersi ricandidare. Il nuovo consiglio sarà composto da 10 componenti e dura in carica due anni, mentre il Presidente dura in carica quattro anni.
Nella lista del Pd, in cui è confluito anche l'unico candidato di Centro Democratico, ci sono: Carmine Alba, Annamaria Amenta, Francesco Auletta, Andrea Badursi, Filomena Bucello, Antonio Colaiacovo, Angelo Raffaele Cotugno, Nunziana Marzano, Rossana Florio (CD) e Tommaso Perniola.
In “Fronte Comune”, una lista civica che ha una forte caratterizzazione di centrodestra, troviamo:Giuseppe Ferrara, Antonio Mangiamele, Giuseppe Modarelli, Graziano Antonio Quinto, Mario Bianco, Tommaso Simonetti, Francesco Carbone e Rocco Pontevolpe.
“Progresso per la Provincia”, invece, è una lista frutto di un accordo tra Sel, Idv e Socialisti. I candidati sono: Teodoro Bellacozza, Michele Lamacchia, Michele Donato Paterino, Michele Pepe, Antonio Santochirico, Cristiano Vezzuso e Cosimo Franco.

Con “Nuova Provincia”, lista che ha in FI il suo zoccolo duro, ci sono: Marco Delorenzo, Cipriano Garofalo, Gianluca Modarelli, Donato Pierro, Maria Giuseppina Pugliese, Francesco Sanseverino, Licia Saturnino, Augusto Toto e Michele Zaccaro.

lunedì 22 settembre 2014

Policoro , Scuolabus , materne e asilo speriamo che c'è la caviamo........

 Alcuni servizi che il comune deve garantire sono ritenuti essenziali dalla legge.

Uno di questi è quello dell’accompagnamento dei ragazzi della scuola dell’obbligo con gli scuolabus.
Come noto quest’anno è partito vergognosamente in ritardo , infatti il primo giorno di apertura della scuola il comune non è stato in grado (per la prima volta nella storia di questa città)  di garantire il servizio. Non solo ad oggi mancano le accompagnatrici per cui per le scuole materne il servizio non è ancora garantito.
Pur essendo stato assegnato l’appalto  provvisorio della gara a una ditta pugliese , la stessa ha chiesto circa 20 giorni , per essere in condizione di partire con il nuovo servizio. Appalto vinto , ricordiamo , non perché si fosse di fronte alla migliore offerta economica , anzi la ditta vincitrice ha fatto un’offerta di circa 500 mila  euro in più , perché a parere della commissione avevano fatto la migliore offerta tecnica ed organizzativa. E da questo nascono le nostre  perplessità , tenendo conto anche quello che abbiamo scritto sulla legittimità della stessa commissione , che a parere nostro è stata  nominata in modo illegittima. Le conseguenze come avevamo previsto sono sotto gli occhi di tutti , con un carico economico notevole sulle spalle dei cittadini , con un servizio tutto da verificare.
Ma i problemi della scuola dell’obbligo quest’anno a Policoro non finiscono  qui. Infatti I bambini della scuola materna di via Monterosa  in ristrutturazione  , sono stati trasferiti negli edifici della scuola media ,   che come  ci dicono i genitori , dove i bagni ma gli stessi spazi sono del tutto inadeguati e non garantiscono la sicurezza.
Il Sindaco sembra che abbia garantito  che tale soluzione di emergenza sarà risolta entro la fine di questo mese , inutile dire che i lavori andavano fatti durante la chiusura delle attività didattiche , ma ci auguriamo che tale impegno venga mantenuto , anche perché noi prevediamo tempi Lunghi molto lunghi.
Come ancora è in fase di assegnazione l’appalto per il trasporto scolastico dei Bambini diversamente abili , con la composizione di una commissione tutta discutibile e che il dirigente per nominarla ha chiesto una modifica del regolamento da parte del consiglio comunale , che vergognosamente  ha attenuto , a cui dedicheremo un post
Vergognosa onoltre è la situazione dell’asilo , Leone da assessore già nella giunta di Lopatriello ne combino delle belle ,smembrò allora una struttura che era un esempio di gestione e funzionalità ,  oggi da sindaco non si smentisce , infatti l’asilo è ancora chiuso , vi sarà e chi sa quando un’assegnazione provvisoria. Ormai qui la precarietà dell’azione amministrativa e norma.  I tempi non sono mirati alle esigenze dei cittadini , ma a quelli della struttura , ma nessuno paga per tali ritardi , anzi riconosciamo a qualche scienziato anche i premi di produzione.

domenica 21 settembre 2014

Codancos , lancia azione collettiva contro i consiglieri Regionali del Magna Magna

 C'è di tutto dal magnone del Pd di sinistra a quello della destra pura , si va dal presidente Pittella al

consigliere Venezia , la brutta storia che ha portato al rinvio a giudizio per presunte ruberie un'intera classe politica , che va da chi governava e tutto oggi  a chi faceva finta e fa finta di fare opposizione , ma magnava a sbafo dei cittadini.

Il Codacons lancia oggi una azione collettiva in favore dei cittadini della Basilicata in merito alla vicenda delle “spese pazze” dei consiglieri regionali. Il fenomeno delle spese ingiustificate in Regione, infatti, rappresenta un evidente danno per i cittadini, i quali possono da oggi tutelarsi e far valere i propri diritti sul fronte morale e patrimoniale contro i responsabili di tali illeciti. Tutti i cittadini residenti in Basilicata possono costituirsi parte offesa nei procedimenti aperti dalla magistratura, utilizzando l’apposita modulistica pubblicata dall’associazione sul sito www.codacons.it

La costituzione di parte offesa risulta un passaggio indispensabile perché, se dovesse emergere che i soldi pubblici sono stati utilizzati in violazione di qualsiasi regola di buona condotta della pubblica amministrazione, si configurerebbe un rilevante danno economico e morale per i cittadini/contribuenti, risarcibile grazie alla costituzione in qualità di soggetto offeso. Per tale motivo il Codacons invita tutti i cittadini della regione a ribellarsi all’uso disinvolto dei soldi pubblici, e ad aderire all’azione collettiva promossa dall’associazione.

sabato 20 settembre 2014

COME L’ENI TRUFFA LA BASILICATA E I LUCANI


Basilicata: regione senza futuro, senza lavoro, senza salute, senza soldi, ma con tanto petrolio. Il settantuno per cento della produzione di petrolio italiana arriva dai giacimenti della Basilicata, i più grandi non solo del Paese, ma di tutta l’Europa occidentale. L’Eni specula sul territorio lucano da oltre vent’anni. Un rapporto unidirezionale tra gli imprenditori del petrolio e la Basilicata. Eni trivella e guadagna mentre la Basilicata si impoverisce, sempre di più, a discapito dell’economia locale e della salute dei lucani. Dal 1998 ad oggi sono giunti alla regione ben cinquecentoottantacinque milioni di euro che non hanno prodotto nessun significativo miglioramento delle condizioni socio-economiche delle zone interessate, anzi, per certi versi, non hanno fatto altro che peggiorarli.
In Basilicata ci sono tre giacimenti attivi: Gorgoglione (gestione Total per il settantacinque per cento e Shell Italia per il venticinque per cento), Serra Pizzuta (Eni) e soprattutto quello della Val d’Agri, da cui proviene oltre il novantanove per cento del petrolio estratto sul territorio regionale (Eni per il sessantuno per cento e il restante trentanove di proprietà di Shell Italia).
Tutte le risorse del sottosuolo sono di proprietà dello Stato. Il petrolio appartiene dunque alla collettività nazionale. Fino a una ventina di anni fa l’Italia prelevava gli idrocarburi, presenti nel sottosuolo dei suoi territori, per mezzo di un ente pubblico: l’Eni. Quando ciò accadeva questa società compensava i territori con delle contropartite finanziarie (royalty) decisamente basse rispetto al ritorno economico che i quantitativi di gas e petrolio estratti erano in grado di produrre. In genere le popolazioni che vivevano in quei territori non si lamentavano, perché, pur in presenza di royalty modeste, l’enorme ricavo che l’Eni ne traeva veniva espresso in utili di bilancio che erano ad appannaggio dell’unico azionista, lo Stato italiano.

Nel 1992 accadde che l’Eni da ente pubblico venne trasformato in società per azioni interamente posseduta dallo Stato italiano. Poco dopo lo Stato mise sul mercato parte del capitale azionario conservandone una quota superiore al trenta per cento (divisa tra ministero del Tesoro e la Cassa Depositi e Prestiti), detenendone, comunque, il controllo effettivo della società. A essere proprietari dell’Eni, dunque, non c’è più solo lo Stato italiano ma anche altri azionisti istituzionali quali la Gran Bretagna, l’Irlanda, altri Stati dell’Unione Europea, gli Usa, il Canada.
A estrarre il petrolio lucano vi sono poi anche altre società come la Total che corrispondono anch’esse una royalty del dieci per cento andando a “ingrassare” così i propri azionisti. Oggi la Basilicata riceve centocinquanta milioni di euro l’anno, che corrispondo al sette per cento di tutte le estrazioni, che corrispondono a royalty ridicole.
Attualmente una parte di questi soldi sono stati utilizzati per il bonus idrocarburi, un’altra, invece, non è stata ancora utilizzata. Per ora la Regione Basilicata ha bloccato i fondi, e non è ancora chiaro se verranno reinvestiti sul territorio in termini economici o dirottati per la costruzione di infrastrutture collaterali.
Nella seconda metà degli anni Novanta vennero avviate le attività di estrazione, che furono viste con sostanziale favore dalla popolazione locale, con l’idea che l’industria petrolifera avrebbe portato lavoro e prosperità con una ingente domanda di forza lavoro (mentre l’industria estrattiva è notoriamente un’attività a bassa intensità di manodopera, soprattutto se non qualificata).
È sotto gli occhi di tutti, invece, come la scelta petrolifera non solo stia mostrando tutta la sua inefficacia rispetto alla soluzione dei problemi economici e sociali delle aree interessate, ma risulta anche essere un enorme freno per altre prospettive di sviluppo, tutte praticabili, che a partire dalla difesa dell’ambiente e della biodiversità puntano ad una programmazione dello sviluppo in armonia con le peculiarità locali. Parliamo di circa mille chilometri quadrati di aree, date in concessione per l’estrazione del petrolio. Numero destinato ad aumentare, infatti, ci sono altri mille chilometri quadrati dedicati ad attività di ricerca e le richieste di nuovi permessi, in corso di valutazione al ministero dello Sviluppo economico, riguardanti quasi tremila chilometri quadrati.
Aree sempre più vaste del territorio lucano sono a rischio per la richiesta da parte delle compagnie petrolifere di realizzare attività di estrazione di idrocarburi, suscitando allarme nelle popolazioni ed, anche, nelle amministratori locali che, diversamente da ciò che è avvenuto in passato, oggi considerano la tutela dell’ambiente e del territorio come elemento assolutamente imprescindibile. Sono in discussione il futuro di intere aree territoriali della Basilicata e lo stesso concetto di sviluppo che prima era incentrato sullo sfruttamento delle risorse petrolifere del territorio. L’oggetto di discussione è ora la realizzazione del pozzo “Pergola 1″ (per ora, solo pozzo di esplorazione) e delle condotte di collegamento all’area “Innesto 3″, in contrada Santa Maria, nel Comune di Marsico Nuovo (in provincia di Potenza).
Questo pozzo nascerebbe in una zona ricca di sorgenti di acqua (bacino idrico del Sele) e a poche centinaia di metri dalla contrada San Vito, dove c’è un insediamento abitato. Il relativo oleodotto di collegamento dovrà passare in zone di notevole interesse, sia dal punto di vista delle risorse idriche, che dal punto di vista naturalistico, nonché zone ad alto rischio idrogeologico. Senza tralasciare che è, ormai noto e scientificamente provato, che le estrazioni petrolifere sono attività industriali tra le più pericolose riguardo a possibili danni al suolo, al sottosuolo, alle sorgenti e alla salute umana.
Ma gli interessi dell’Eni sono enormi. Infatti, significherebbe produrre quarantamila barili al giorno. E poi, Pergola 1 si trova al confine sulla Val d’Agri e questo permetterebbe di aprire un varco verso i monti della Maddalena, quindi verso il vallo di Diano (in Campania), dove già sono in corso richieste specifiche da parte dei petrolieri.
Di qui parte il duro braccio di ferro tra forze politiche, cittadini ed Eni. Lo scorso 17 marzo, il presidente della giunta regionale Pittella, i due assessori regionali Berlinguer e Liberali, il sindaco Vita e il responsabile dell’Eni Gheller, sono stati contestati dai cittadini proprio per la questione del pozzo Pergola 1. Chiamati per un dibattito pubblico a Marsico Nuovo, hanno deciso di abbandonare l’aula dell’incontro, perché accolti da fischi e insulti.
Pare, quindi, che la popolazione lucana abbia iniziato a ribellarsi ad anni di giochi di potere e diritti acquisiti da parte delle compagnie petrolifere. Si è costituito un comitato, con possibilità di firmare una petizione, che vuole impedire la realizzazione del pozzo, ma tante altre sono state le manifestazioni sul territorio, come per esempio la catena umana per impedire l’inizio delle trivellazioni.
Oltre quindici anni di attività petrolifera in Val d’Agri hanno avuto come conseguenza numerosi e gravi danni, tra cui incidenti legati all’attività del centro oli di Viggiano o lungo gli oleodotti (fuoriuscita di greggio dall’oleodotto a Bernalda (in provincia di Matera), emissioni maleodoranti, dovute soprattutto ai composti solforati, inquinamento acustico molto frequente).
Smetteranno di trivellare? Sulla bilancia, ancora una volta, gli interessi politici e dello Stato e la salute dei cittadini. La Basilicata è ormai martoriata dai pozzi, inquinata nel profondo. La proposta delle associazioni ambientaliste, impegnate per salvare il popolo lucano, è quella di prevenire i disastri ambientali, smascherare chi, per anni, ha giocato con la salute promettendo posi di lavoro e sviluppo.

 Tratto da inventati.org

venerdì 19 settembre 2014

MA UNA SCANZANO PUÒ VALERE 85 EURO?

DI GIOVANNI RIVELLI – Domani mi recherò alle poste a effettuare un versamento di 85 euro sul conto della
Regione Basilicata. Non sono impazzito ma 85 euro sono, più o meno, la quota spettante ad ogni lucano per i 50 milioni liberati dal patto di stabilità che in questo momento sembrano il prezzo per consentire mano libera all’aumento delle estrazioni petrolifere in regione.
Lo faccio come moto di dignità nei confronti di chi, appena qualche giorno prima, ventilava “una nuova Scanzano” contro i progetti di aumentare le estrazioni contro il volere dei lucani. A Scanzano la reazione fu forte e non perché i lucani chiedevano 85 euro a testa, ma perché chiedevano futuro. E anche nella vertenza petrolio la forza della rivendicazione può esserci, ma solo se collegata al futuro di questa terra e non a 85 euro.
Quando si parlava di memorandum si parlava di altro. Si parlava di un piano finanziato con miliardi di euro (6?) aggiuntivi e fuori dal patto di stabilità, non gestiti dalla regione e non utilizzati per la sagra del cipollotto o la manifestazione turistica di vicolo stretto, ma inseriti in un programma di sviluppo concordato da Regione e Governo in base ad assi di sviluppo prioritari europei tra strade, treni, banda larga, infrastrutture e altri fattori di sviluppo. Si parlava di futuro, non di 85 euro che, peraltro, a leggere le cronache sembrano essere destinati a pagare cose che in passato pure venivano pagate e che, quindi, alla fine, in chissà quale sagra verranno effettivamente investiti.
E si parlava di un ruolo delle compagnie che ora sembrano essere scomparse proprio dalla scena. A loro si chiedevano localizzazioni produttive per migliaia di posti in settori strategici, da sostenere a loro cura. E si chiedeva, comunque, di limitare le attività solo ad alcune zone, perché il petrolio può garantire un futuro di 20 anni che basta alla mia generazione, ma non a quella che seguirà che ha bisogno di uno sviluppo più duraturo e sostenibile.
Per questo, sono certo, in molti sarebbero pronti agli scioperi, i blocchi stradali, le manifestazioni da oltre 100mila persone che ci furono per la vicenda del deposito di scorie nucleari. Per 85 euro l’anno, forse per tre anni, non vale la pena nemmeno di fare un giorno di sciopero.
Ho votato centrosinistra e resto fermo su questa convinzione. Ma credo che sia oltremodo miope approvare qualunque cosa faccia uno chiunque di centrosinistra, sia perché per chi non crede nella logica dell’ “uomo solo al comando” e si radica nella convinzione della buona fede di tutti il dibattito e il contraddittorio servono a fare scelte migliori, sia perché accodarsi tutti agli sbagli (come il caso Potenza insegna) porta a non avere più credibilità quando ci si presenterà agli elettori anche con persone diverse rispetto a chi ha fatto scelte sgradite. Nella dialettica devono emergere anche le diverse visioni. E, sinceramente, quella di chi esalta per la possibilità di spendere 85 euro dopo aver evocato Scanzano per la lotta sul petrolio non è la mia.
Anche perché (ma non è nemmeno rilevante nel discorso complessivo) non si tratta nemmeno di 85 euro reali, ma 85 euro di possibilità di spesa di soldi già esistenti. Per cui anche il mio versamento alla regione non servirebbe a nulla. Motivo per il quale il versamento lo farò, ma in favore dell’Ant.
Giovanni Rivelli
tratto da  HYPERBROS

giovedì 18 settembre 2014

Leone diffidato ad adempiere. Chi sbaglia paghi , No al saccheggio del Bilancio.

Siamo stanchi di pagare sempre noi. Adesso Leone o ci smentisca o chieda conto dei
lavori sgarrupati in via Siris  
Ieri dopo l’articolo sul prolungamento di via Siris sembrava che gli amministratori fossero alla ricerca di chi ci aveva informato in modo dettagliato delle condizioni della strada ( nella profonda loro condivisione che noi siano una massa di ignoranti) invece di cercare di capire che ciò che noi affermavamo nel nostro post corrispondesse a vero , o fossero un cumulo di fesserie.
Infatti, sarebbe interessante anche per noi e nell’interesse della città , capire che ciò che noi abbiamo detto in merito ai lavori di  prolungamento di via Siris,  se questi sono stati realizzati così come previsto in progetto e con tutte le autorizzazioni del caso , oppure no?
E ciò , non per pura venia , non per una soddisfazione personale , non per alzare il dito contro l’inefficientissimo di questa amministrazione , ma perché si possa mettere in atto tutti quei provvedimenti a tutela dell’interesse generale , e si eviti finché siamo in tempo che ancora una volta non siano a pagare i soliti noti, cioè i cittadini invece degli inadempiente.
A Leone e i sui prodi invito caldamente a fare ciò che un’amministrazione non distratta , e lontana dagli  interessi dei soliti  , ha il dovere di fare.
Infatti nel contratto dell’appalto vi è la clausola che entro 5 mesi dalla consegna dei lavori (maggio)da parte della ditta e della relazione dei direttore dei lavori per il pagamento dell'ultimo sal  , la stazione appaltante può contestare agli stessi i mancati lavori o le inadempienze ed attivare a garanzia per gli eventuali danni o lavori difformi  le polizze assicurative , che sono stati attivate ( così come prevede la legge).
Visto i tempi stretti per tale procedura (siamo al quarto mese) a leone e i suoi prodi non rimane che verificare che ciò da noi scritto sia  falso , e giustamente querelarci e sputtanarci pubblicamente , con l’impegno da parte nostra che ci faremo fustigare in piazza  , ma se corrispondesse a vero , chiediamo di attivare le polizze a tutela  dell’interesse generale , non saldare la ditta e con quei soldi finire i lavori , così come Dio  comanda.
Nel secondo caso non chiederemo neanche un grazie per aver assolto a un compito civico , ci basterà come premio di non aver consentito un’altra volta ed ingiustamente il saccheggio del Bilancio comunale.

Invieremo domani una lettera di diffida  ad adempiere all’amministrazione comunale , a tutela dell’interessi della città.

mercoledì 17 settembre 2014

Le strade del signore sono infinite, Le strade di Leone non sono mai finite.Storia di strade sgarrupate e ben pagate

Le strade del signore sono infinite , non finite invece sono quelle di Leone , non solo quelle di campagna , ma anche quella nuova di zecca del prolungamento di via Siris  , la strada che dovrebbe collegare la citta con il quartiere Iazzo Ricino.
Siamo all’ultimo saldo il 5°, e dopo un esborso che sfiora il milione di Euro  la strada è ancora sgarrupata , in attesa di un miracoloso collaudo.
Infatti l’ultimazione dei Lavori è datata nel mese di giugno , tanto che ancora oggi si ci domanda se i lavori sono stati contabilizzati e come questi sono stati fatti.
Una strada come si vede dalle foto , incompleta , non solo esteticamente .Infatti il progetto originario ed esecutivo (quindi senza possibilità di varianti se non per questioni eccezionali) erano previsti 17 Pozzetti , e per ogni pozzetto due caditoi per un complessivo di 34 , mentre a prima vista oggi  risulterebbero  invece otto pozzetti e 16 Caditoi , ci chiediamo come mai, e se questo non pregiudica la funzionalità di questa importate arteria. Così come ci chiediamo dove sono andati a finire i dieci allacci di acqua potabile e gli allacci degli idranti per i vigili del fuoco , la cui presenza  non riusciamo ad individuare. Chiediamo all'amministrazione di indicarci dove siano , se ci sono , oppure dobbiamo scomodare la famosa trasmissione di rai tre chi l’ha visto ?
Sempre nel famoso progetto esecutivo erano previsti 20 cm di asfalto , di cui 10 di Tuvernat , 7 di Blinder , tre di tappetino di usura.
Nella seconda variante , quella che noi definimmo da Truffa approvata con la delibera n° 27 del 23 febbraio 2013  , perche non faceva altro che autorizzare i lavori che erano stati eseguiti (così come accertato dai carabinieri di Policoro) furono tolti i 3 cm del tappetino , ma chiediamo a leone e i suoi prodi dove sono finiti i 10 cm Tuvernat e i 7  cm di Binder? O anche qui dobbiamo andare alla trasmissione chi l’ha visto ?
Siamo così certi di quello che diciamo tanto che li sfidiamo a fare dei saggi , noi ci presenteremo senza neanche i piccone , basteranno le dite per scavare e accertare la verità.
Inoltre come comunicatoci dal consorzio di Bonifica , per il ponte sul fosso Ricino , non vi sarebbe nessuna autorizzazione , quindi presumiamo come prevede la legge che anche all’autorità di bacino non è stato chiesto nessun parere per l’incanalamento del fosso. E visto che parliamo di sicurezza legata a un possibile straripamento del canale , sarebbe bene che l’amministrazione smentisse questa nostra affermazione , oppure procedesse a regolarizzare la grave mancanza , tenuto conto che sulla zona è previsto un importante insediamento di abitazioni.
Non vorremmo un giorno batterci il petto e piangere le vittime imprecando contro la natura , mentre i disastri hanno un nome e cognome .






martedì 16 settembre 2014

Guerra nel PD. Sblocca Italia o blocca Pittella. Folino come cicerone contro "novello catilina".

Lo sblocca Italia sta diventato il blocca Pittella. Gira su internet riscuotendo un
grande successo il discorso alla fiera del Levante di Vendola , parole e pensieri che fanno venire la pelle d’oca , un ancorato  appello in difesa della puglia dall’attacco barbaro del governo contro la sua terra ,

e rivolgendosi a Renzi dice con decisione che ci sarà  “Diciamo NO a ciò che ci toglie l'orgoglio di essere protagonisti del nostro sviluppo. La ricchezza non è nascosta sotto i fondali. La ricchezza è la costa, la pesca, il turismo, il colore del nostro mare. 

tutto il Salento a difendere un sito di pregio naturalistico, paesistico e archeologico, in cui si prevede di portare il tubo di un gasdotto...Sappiamo dire a tutti i sì che ci aprono al futuro, non quelli che ci riportano ai fasti e ai nefasti in un passato in cui siamo stati considerati terra da colonizzare, discarica a disposizione, una capanna dello zio Tom, dove per quattro soldi si comprano pure la nostra dignità"

E molti come Karakteria ed altri paragonano questo visione di governo vendoliana , della puglia dal Pil con il segno del più con quella Lucana Pittelliana con gli indicatore del meno Pil e meno Exsport , infatti Pittella dice

Le risorse petrolifere non sono proprietà di un territorio, ma del Paese: partendo da questa considerazione, però, le Regioni non possono non avere un ruolo centrale nelle scelte del governo, facendo fronte comune sui temi dello sviluppo e del territorio [...] rispetto alla bozza iniziale siamo riusciti ad ottenere dei vantaggi concreti [...] rappresentano una prima boccata d'ossigeno per le casse della Regione in “pre – agonia [...] Ci sono almeno  altri tre tempi da giocare, ovvero la conversione in legge del decreto, la prossima legge di stabilità, e il decreto interministeriale che dovrà sancire l'importanza della Basilicata nel quadro energetico nazionale, con il ritorno economico e sociale che ne deriva.

Infatti la Basilicata tratta la vendita del suo territorio , per qualche soldo in più , la prospettiva non è l’economia coniugata alla ecologia ,non è lo sviluppo coniugato al turismo all’agroalimentare , alla nanotecnologia , all’industria aeronautica e al turismo  , alla ricerca che hanno fatto della puglia una delle regioni col segno più in un meridione depresso , no per Pittella basta qualche barile in più.
Ma le critiche al governatore ex rivoluzionario e gladiatore , non arrivano solo da destra o dai comitatini (escluso l’ex berlusconiano Viceconte) ma anche dal suo partito , a cominciare dai giovani democratici.
Ma lo sblocca Italia è l’occassione per il PD , per riaccendere la guerra intestina , tra gruppi di potere , ed a cominciare ad aprire i fuochi ci ha pensato lo stesso Pittella , durante la conferenza stampa , quando ha additato Bubbico e Follino come i traditori della patria.
L’ex presidente del consiglio regionale  Folino oggi come titola il quotidiano della basilicata  veste i  panni di Cicerone e attacca il "novello Catilina"  
 Con chi se la prende Cicerone junior alias Follino , se non con il  il novello Catilina alias  Pittella. Questo inusitato e forte attacco di Folino ricorda quello storico di Andreotti contro Repubblica.
Infatti Folino come Andreotti   che allora fece  una famosa  lettera pubblicata dal mensile lettere romane  , manda a dire all’ex Rivoluzionario che:
 "La concezione del potere che voi avete   . e' tale da dover essere contrastata con fermezza... Mentre dite di ricercare consensi, cospirate; mentre invocate la salus rei publicae, lavorate per minarla; mentre abilmente vi presentate come un perseguitato, tendete perfide reti per colpire subdolamente avversari e nemici. Non siamo in condizione di sopportare oltre il discredito di un patrimonio che ognuno di noi ha viceversa il dovere di accrescere e non il diritto di smantellare". Come "le malefatte di un questore infedele, che ha macchiato in Sicilia la reputazione della gente romana, hanno arrecato gravissimi danni", cosi' "il vostro iniquo e subdolo lavorio non dovrebbe essere assunto a simbolo negativo del Senato. Ma... la ripercussione negativa ha ormai dilagato". Percio' , "voi avete un solo modo per evitare la condanna che meritate. Scegliete senza indugi la via di un irreversibile esilio. Con l' augurio che faccio a me stesso e al popolo romano, a non rivederci".

Più chiaro di così , siamo alla guerra …………

lunedì 15 settembre 2014

L'ESTATE POLICORESE "CHI L'HA VISTA" LE MISTIFICAZIONI DI PADULA .

Hanno la memoria corta , hai la sensazione che ti vogliono prende in giro.
Le ultime dichiarazione sull’estate di Padula , sono strabilianti , generiche , piene di enfasi , che cercano di nascondere quello che si può definire un fallimento.
Si un fallimento , se si pensa alle risorse ingenti messe in campo  ( per le manifestazioni a Policoro tra soldi APT Comune Cosvip ecc. siamo sull’ordine di 150 mila , in gran parte concentrato nel mese di Agosto) e soprattutto  un fallimento in confronto alle intenzioni programmatiche annunciate in pompa magna dall’assessore Padula.

Intanto il Bando degli eventi , la prima versione abortì , infatti ne dovettero fare un altro , diverso meno astruso e burocratico. Partito a maggio il bando partorì a metà  luglio . Alcune manifestazioni uscite da quel Bando non si sono neanche svolte , a dimostrazione della bontà di allora delle nostre ragioni.
La delibera inoltre era un copia ed incolla , vizio questo molto diffuso , che di per se non è un peccato mortale , anzi , ma sarebbe bene citare le fonti. Questo a dimostrazione che non si hanno idee , ma quando copiano lo fanno anche male , quando va bene , ma in alcuni casi non sanno neanche il significato di quello che hanno copiato.

Era il 18 aprile quando Padula dichiarò che: L'obiettivo più grande che abbiamo – ha spiegato Padula – è quello di destagionalizzare e di partire il prima possibile. Infatti quest'anno Siritidestate partirà già a giugno e questo è importantissimo.”
Infatti la cartellonistica di siritede estate 2014  , non è uscita a giugno ma solo a fine Luglio , altro che destagionalizzare……..
Ma le fanfaronate di Padula non finiscono qua , infatti l’assessore dichiarò : “ : “Padula ha poi spiegato tutti gli aspetti che si muovono attorno al concetto di città turistica. A cominciare dal Museo della Siritide, “il cui obiettivo principale - ha spiegato l'assessore – è quello di inserirlo all'interno della città attraverso l'organizzazione di un evento in stile “Colobraro” nel Parco Archeologico, che avrà la finalità di collegarlo in automatico alla zona Castello e ai Casalini e di farlo rivivere”. Oltre all'organizzazione dell'evento, l'amministrazione ha rivelato che, molto probabilmente, le Tavole di Eraclea, le cui originali sono conservate nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli, nel mese di luglio torneranno a Policoro.
Intenzioni queste bellissime , ma a che chiedono l’intervento di CHI L’HA VISTO.
L’uniche tavole Heraclea che abbiamo visto sono quelle del PREMIO costato una barca di soldi , nato dall’asse Leone – Vetere- Braia , alla cui rendicontazione aspettiamo il comune, per gli evidenti profili penali.
Che cosa è stata l’estate Policorese è testimoniato dal Buon articolo fatto di interviste agli operatori di Gabriele Delia  che pubblichiamo qui sotto , nulla a che vedere con i centomila delle frecce Tricolori o la notte Bianca dei 50 mila di Serafino di Sanza . Ripetitiva ed agostana , con l’unica nota positiva , quella del risveglio del centro grazie soprattutto alle sere organizzate dal Bar dei Portici , per il resto solo noia.

POLICORO – Si chiude prematuramente, causa maltempo di questo inizio settembre, la stagione estiva in riva allo Jonio, sponda Policoro. Estate caratterizzata da piogge e vento per una buona parte. Come ogni anno cerchiamo di fare il punto della situazione turismo nella città jonica. Siamo partiti da Torremozza, precisamente dalla cittadella sull’acqua di Marinagri, contattando Marco Vitale, figlio del patron Enzo: “Diciamo che a giugno e luglio il turismo è di fine settimana; ad agosto fino al 5 niente di particolare, mentre dal 9 e fino al 23 c’è stato il tutto esaurito e fino al 31 si è vista gente. A settembre poca roba, tranne un convegno di fisica nucleare che si terrà qui da noi dove si registrano delle presenze. Rispetto all’anno scorso siamo andati peggio a luglio e meglio ad agosto; giugno e settembre le stesse presenze più o meno”. Dal turismo d’elite ci siamo spostati poi sul Lungomare centrale di via Lido dove ce n’è uno più di massa. Già dai primi giorni di settembre molti operatori hanno sbaraccato, nel senso che hanno smontato il lido mobile o chiosco dichiarando conclusa, dal loro punto di vista, la bella stagione. Tra i lidi aperti “La Stiva” di Michele Colucci, una volta la Mecca del turismo jonico fino agli anni ’90: “Abbiamo lavorato un mese in più per fare lo stesso fatturato del 2013. L’estate si è concentrata in una settima dall’otto a subito dopo Ferragosto, poi un po’ di gente che con il passare del tempo è diminuita sempre di più. Rispetto agli altri anni ho notato un accorciamento del periodo di maggiore affluenza che prima durava anche quindici giorni, mentre nel 2014 è stato di circa una settimana. Forse chi sta da questa parte (lato sinistro quando si arriva da via Lido ndr) ha pagato dazio dei pochi eventi svoltisi a parte una manifestazione cinofila e una religiosa”. Di fronte lo “Smitmer Sun Smine” ha chiuso i battenti il 31 agosto e così andiamo a trovare Rocco Tarsia nel pub “Smitherson” di via G. Cesare nel centro urbano: “Quest’anno ho avuto un calo di fatturato del 50% nonostante abbia aperto prima rispetto al 2013 e abbia contenuto i prezzi delle bevande; nell’ultima settimana di agosto ho lavorato bene per il resto ordinaria amministrazione”. Dall’altro lato della Duna attrezzata anche la “Friggitoria” è closed già da qualche giorno, ma siamo andati alla ricerca di Antonio Scarcia e famiglia: “Luglio e settembre meglio un anno fa, agosto si è lavorato”, osserva Antonio che nel quartiere Delfino/Marina Azzurra gestisce il ristorante “La Rosa dei venti”;  “purtroppo però –aggiunge la moglie- da noi la stagione è troppo corta: un mese appena”. Continuiamo il nostro tour della Duna attrezzata e ci imbattiamo in Giuliana Vitarelli del chiosco “Camelot Beach”: “Non so gli altri ma anche noi fino a luglio siamo stati fermi, mentre dal 5 agosto e fino alla fine del mese  si è lavorato. Non posso fare paragoni con il passato perché quest’anno è la prima volta che apriamo anche se nel 2013 avevamo qui vicino un ristorante, ma paragoni non se ne possono fare perché hanno due gestioni diverse, il secondo sicuramente ha più costi”. Infine Gianni del “Terzo Girone”, l’ultima attività mobile aperta domenica scorsa: “I titolari Nicola ed Angela sono stati coraggiosi e non demoralizzarsi di fronte al fatto che fino al 31 non c’è stato movimento; fortunatamente dal 5 fino ai primi giorni dopo Ferragosto si è vista molta gente; finito l’effetto del giorno dell’Assunzione tutto purtroppo è ritornato alla normalità”. Il leit motiv di tutti gli operatori da noi sentiti è che l’estate continua a durare ancora troppo poco.
Gabriele Elia