lunedì 31 marzo 2014

L'opposizione è la città chiedono Trasparenza a Leone e alla Tradeco sulle assunzioni.


Stammattina prima di scrivere questi post ho digitato la parola Tradeco sul motore di ricerca di Google è il primo link che mi è uscito è stato la notizia di Imperia Post con il titolo “SIGLATO ACCORDO TRADECO-LAVORATORI SUGLI STIPENDI, REVOCATO LO SCIOPERO DEL 17 MARZO”

Pensare che mentre i lavoratori di imperia sono in mobilitazione perché non venivano pagati a Policoro la Tradeco che subentra a se stessa dopo la gestione disastrata e disastrosa sta procedendo all’assunzione di 10 operai , di cui modalità di selezione e Top secret non solo all’opinione pubblica ma alle stesse organizzazioni sindacali. Girano molte chiacchierein città , come i nominate venissero scelti direttamente dal Sindaco , infatti stamane tre operai andranno a visita e uno si dice con insistenza sia un suo elettore sfegatato , uno che in campagna elettorale si è prodigato a fargli lo spigheraggio , nomi e cognomi mandati in busta gialla. Oggi dopo i Sindacati si fanno sentire le opposizioni consiliari che chiedono chiarezza  (Leggi Post), per quando ci riguarda visto che il servizio è pagato iteramento ed individualmente da noi, vale il moto “la bolletta la pago la metà se sia il criterio di assunzione che le modalità della gestione non sono TRASPARENTI. Noi i costi della clientela politica non la vogliamo pagare , anzi non la paghiamo.


COMUNICATO STAMPA

Il 30 marzo (domani) scadrà l’ultima proroga in forza della quale è ancora oggi espletato il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani nella città di Policoro (sempre) dalla ditta Tradeco.
Nell’attesa che il nuovo e tanto celebrato appalto abbia finalmente inizio e nella speranza che – anche in virtù dell’enorme aumento dei costi che esso comporterà – la comunità potrà godere di un servizio più efficiente rispetto a quello fallimentare a cui ormai siamo abituati, si pone il problema delle nuove assunzioni di lavoratori da parte della ditta e, ovviamente, anche quello dei criteri a cui esse saranno ispirate.
Da più parti cittadini e sindacati lamentano per un verso un’indebita ingerenza dell’amministrazione comunale nella selezione del personale e per altro mancanza di trasparenza e confronto con le parti sociali sull’individuazione dei criteri per le nuove assunzioni.
Riteniamo, pertanto, doveroso pretendere dall’amministrazione comunale un atteggiamento di neutralità ed imparzialità rispetto a procedure di selezione la cui competenza spetta esclusivamente alla ditta assuntrice nel rispetto delle disposizioni di legge.
Ed allora, pur rifuggendo dall’idea di alimentare la “cultura del sospetto”, ed anzi in ossequio al principio di trasparenza che dovrebbe connotare l’operato di ogni amministratore, ci corre obbligo, in quanto opposizione consiliare, di pretendere che l’amministrazione comunale, possibilmente per bocca del Primo Cittadino, faccia quanto prima chiarezza sulla questione e smentisca pubblicamente di aver giammai contribuito in alcun modo all'individuazione dei nuovi lavoratori da assumere.
La dignità di ogni essere umano di fronte al diritto costituzionale al lavoro non ammette dubbi di nessun genere e pertanto bene farebbe, in via generale, la politica, ad abbandonare ogni eventuale e residua logica spartitoria o clientelare che peraltro mal si concilierebbe con la “rivoluzione gentile” che ormai da quasi due anni stiamo aspettando invano.  

I gruppi consiliari dell’opposizione :

PD – Gianluca Marrese             Policoro Futura – Gianni Di Pierri              
 Policoro Democratica – Carmine Vetere

domenica 30 marzo 2014

Barre d'uranio, Rotondella rinuncia alle compensazioni

 Obama vola via e non sappiamo se il suo staff abbia affrontato la questione sul ritiro delle barre di Elk River dall’Italia. Parlare del ritiro delle barre nucleari di Elk River da parte di Renzi a Obama era come parlare di una goccia nel mare, visti i discorsi d’impegni internazionali assunti in tema di F35, energia, sicurezza e di difesa in ambito Nato. Abbiamo invece registrato in Regione l’interessamento istituzionale del sindaco di Rotondella Enzo Francomano e del presidente della commissione sanità della regione Basilicata Bradascio. Anche se per il momento non si sono raggiunti i risultati auspicati, ringraziamo in particolare l’amministrazione comunale di Rotondella che sulla questione nucleare ha dato lezione di cultura politica dello sviluppo a tutta la Basilicata. Ci riferiamo al fatto che il comune di Rotondella nonostante prendesse compensazioni dal fardello nucleare di III categoria insieme ai comuni di Policoro, Nova Siri, Tursi e alla provincia di Matera ha chiesto l’allontanamento delle barre nucleari rinunciando cosi alle compensazioni nucleari. Il sindaco rinuncia tranquillamente alle compensazioni nucleari composte di annualità fisse e a tempo indeterminato di circa un milione di euro (non a termine come quelle del petrolio) perché il suo comune ha altre aspirazioni collegate alla capacità imprenditoriale locale e alla bellezza del proprio territorio. Gli agricoltori rotondellesi hanno messo su coltivazioni biologiche di alto livello, (la Plasmon ha qui le sue oasi biologiche) e la coltura dell’albicocca in una sola raccolta di questo frutto vale nel solo comune un giro di affari di circa 30 milioni di euro l’anno. Un esempio o meglio una lezione di cultura politica dello sviluppo che dovrebbero imparare quei sindaci della Val d’agri o meglio quelli del Mercure che lasciano distruggere i propri territori e le proprie per far posto a trivelle e centrali. Una lezione per il governatore PIttella che proprio in questi giorni è andato nel Mercure a convincere i sindaci del Parco del Pollino ad accettare la centrale Enel a mega biomassa in cambio di compensazioni, mandando all’aria anni di milioni di euro investiti nel Pollino in termini agricoltura, turismo e posti di lavoro connessi. Una sorta di cultura politica del sottosviluppo che sta praticando Pittella o di una scuola di una politica mendicante, dove gli amministratori locali vanno dalle multinazionali con il cappello in mano per lasciare distruggere territorio ed economie locali in cambio di compensazioni economiche. Ringraziamo la stampa, la tv, la web tv per l’attenzione che ci hanno riservato sulla questione delle barre di Elk River ,le forze dell’ordine sempre presenti alle ns. manifestazioni , ma soprattutto un grande grazie va al Comune di Rotondella nella persona del suo sindaco per questa lezione di cultura politica dello sviluppo che ha saputo dare a una regione sfruttata e impoverita. Grazie Rotondella.


Felice Santarcangelo Movimento Noscorie Trisaia Rotondella

sabato 29 marzo 2014

La criminalità colpisce ancora,Escavatore bruciato, un altro incendio doloso

un altro escavatore bruciato stamattina a Scanzano Jonico. L'ipotesi criminalità organizzata è alquanto probabile. A poche settimane da un altro incendio doloso si ripete un atto criminale. Appena avremo notizie più dettagliate aggiorneremo il post

“Renzi vuole stravolgere la Costituzione”: l'appello contro la svolta autoritaria

Stiamo assistendo impotenti al progetto di stravolgere la nostra Costituzione da parte di un Parlamento esplicitamente delegittimato dalla sentenza della Corte costituzionale n. 1 del 2014, per creare un sistema autoritario che dà al presidente del Consiglio poteri padronali. Con la prospettiva di un monocameralismo e la semplificazione accentratrice dell’ordine amministrativo, l’Italia di Matteo Renzi e di Silvio Berlusconi cambia faccia mentre la stampa, i partiti e i cittadini stanno attoniti (o accondiscendenti) a guardare. La responsabilità del Pd è enorme poiché sta consentendo l’attuazione del piano che era di Berlusconi, un piano persistentemente osteggiato in passato a parole e ora in sordina accolto.
Il fatto che non sia Berlusconi ma il leader del Pd a prendere in mano il testimone della svolta autoritaria è ancora più grave perché neutralizza l’opinione di opposizione. Bisogna fermare subito questo progetto, e farlo con la stessa determinazione con la quale si riuscì a fermarlo quando Berlusconi lo ispirava. Non è l’appartenenza a un partito che vale a rendere giusto ciò che è sbagliato. Una democrazia plebiscitaria non è scritta nella nostra Costituzione e non è cosa che nessun cittadino che ha rispetto per la sua libertà politica e civile può desiderare. Quale che sia il leader che la propone.
Nadia Urbinati, Gustavo Zagrebelsky, Sandra Bonsanti, Stefano Rodotà, Lorenza Carlassare, Alessandro Pace, Roberta De Monticelli, Gaetano Azzariti, Elisabetta Rubini, Alberto Vannucci, Simona Peverelli, Salvatore Settis, Costanza Firrao
da Il Fatto Quotidiano del 28 marzo 2014

venerdì 28 marzo 2014

La Tradeco , le assunzione e Leone , un vidiogames pericoloso.

10 assunzioni a tempo determinato e 10 a tempo indeterminato , queste sarebbero le unità che la Tradeco dovrebbe assumere per il nuovo appalto della raccolta dei rifiuti. Una partita quella delle assunzioni che fa gola a tutti visto la fame di lavoro che c’è in giro. Tutto sarebbe regolare se ieri sera incontrando un amico mi ha riferito senza giri di parole che è stato dal sindaco , e questi gli assicurato che potrà lavorare come stagionale  essendo già la fila degli assunti a tempo indeterminato già chiusa. Se le parole di questo cittadino fossero vere (?) si conferma quello che a gran voce si dice a Palicoro : che colui che decide i nominativi è il sindaco , ormai il comune diventato la succursale del collocamento.
Certo non siamo a Potenza , dove un fascicolo voluminoso è stato aperto dalla Procura sul sindaco di un paese proprio per le raccomandazioni legate all’appalto della spazzatura , ma conosciamo bene Leone ( non abbiamo dimenticato la disastrosa gestione asilo nido nella passata legislazione ) e per lui vale il detto il Lupo perde il pelo ma non il vizio . La rivoluzione gentile ormai fa parte del passato , e quando da buoni propositi si è passati ai fatti , i fatti ci dicono che la logica è quella clientelare e spendacciona con l’aggiunta in questo caso di una ricerca spasmodica della rissa per celare l’incompetenza di un’amministrazione i qui risultati disastrosi sono sotto gli occhi di Tutti.

Noi ci appelliamo alle OO.SS. e alla mobilitazione delle forze politiche di centrosinistra a vigilare affinchè vengano salvaguardate il diritto al Lavoro di coloro che già hanno avuto un qualsivoglia rapporto precedente con la tradeco (così come previsto anche dagli accordi sottoscritti allora tra la Tradeco e la Viri) e che il processo delle assunzione deve essere trasparente  (anche per smentire Lippo che li ha chiamati paramafiosi) , ci devono spiegare criteri e modalità anche perchè il servizio è a totale carico della collettività  per cui applicheremo la regola “ che se non mi fai capire io non pago “ 

giovedì 27 marzo 2014

Anche i 'raccomandati' protestano..

di Eugenio Bonanata

L'assurda vertenza dei precari alla Regione Basilicata  


Lo striscione che si vede nella foto campeggia da alcune settimane all'entrata della Regione Basilicata. Peccato che, molti di quelli che oggi si piangono “disoccupati”, ieri, per lavorare nel Palazzo, si sono affidati ai vecchi metodi della raccomandazione senza passare per le forche caudine del concorso pubblico.
Parliamo degli 87 precari del Po-Fesr. Tra di loro c'è una minoranza di professionisti vincitori di concorso ministeriale nel 2002. Ma la maggior parte sono entrati a far parte del bacino dei precari della Regione Basilicata perché iscritti a specifiche long list. Venivano cioè ripescati da ciascun dipartimento o dalla Giunta senza una logica precisa. In base al libero arbitrio di assessori e direttori di dipartimento. Solo perché figli, nipoti e amici di. Colonie di insediamento partitico.
La legge della chiamata diretta. Per legge, i precari, in questi anni, dovevano rendicontare il modo in cui è stato speso in Basilicata il malloppo europeo trasferito da Bruxelles. Spesso, però, gli stessi 'lavoratori', alcuni dei quali hanno percepito fino a 4mila euro al mese, sono stati impiegati in ufficio per sbrigare pratiche ordinarie che, per legge, spettavano a dipendenti in ruolo spesso spostati per fare posto a loro. Abusi di legge consumati nel silenzio. Anche le chiamate dirette sono proseguite indisturbate fino al 2012, quando un consigliere regionale (Gianni Rosa) chiese che si mettesse fine al sistema di 'cooptazione' e che venissero banditi dei concorsi pubblici per reclutare al lavoro i precari.
Concorso, no, proroga. Il concorso, da aprile, è slittato a novembre 2013. Alla vigilia della prova una gola profonda ha rivelato alla stampa le domande d'esame ancora prima che il concorso avesse luogo. E' seguito l'intervento della Procura, dei carabinieri e il ritiro della Commissione esaminatrice. Di lì la proroga, concessa dall'Autorità regionale responsabile dei Por e di cui hanno usufruito tutti i precari. Indistintamente. A febbraio (2014) è scaduta la proroga. Una delibera di giunta ha fissato a fine marzo i termini per partecipare al nuovo concorso dando un vantaggio in termini di punteggio iniziale a chi già da 5 anni aveva svolto lo stesso ruolo. Cioè proprio a loro. Ma i posti a bando sono solo 50. E' questo il punto.
L'acqua è poca, la papera non ….Solo 50 posti e 87 in cerca di riconferma.Cosìoggi i precari dalle uova d'oro vogliono di più. Cercano una proroga infinita e contro legge. Stendono striscioni in cui parlano di “finta rivoluzione”, facendo il verso, così, al neogovernatore Pittella che alle scorse regionali utilizzò come cavallo di battaglia proprio il motto della “rivoluzione democratica”. Oggi con l'avallo dei sindacati parlano di “vera disoccupazione”, gli 87 precari (vedi striscione nella galleria immagini). Ma quando venivano cooptati negli uffici regionali, senza concorso, allora non battevano ciglio. Mentre i loro coetanei laureati e con master abbandonavano l'amara Lucania, loro da che parte stavano? Semplice. Molti di loro stavano coi padrini politici che li hanno innalzati senza che avessero meriti.
Finti poveri. E così ora si fingono “poveri”, “disoccupati”, perché da un mese a questa parte è scaduto il contratto e non prendono più i 2 o 3 mila euro al mese pretesi non si capisce in base a quale legge sulle 'assunzioni'. Si guardino intorno. Scoprirebbero la miseria economica in cui 'davvero' versano tanti loro coetanei. E invece senza vergogna continuano a pretendere con prepotenza, che la loro chiamata diretta si tramuti magicamente in posto fisso. Non c'è mai fine alla vergogna e all'ipocrisia. Chi tra loro, invece, ha vinto un regolare concorso (qualcuno c'è) alzi la mano e si smarchi dal gruppo. Sarebbe già questa una rivoluzione!
Basilicata24.it


mercoledì 26 marzo 2014

Obama in Olanda grazie a Farina e Piccenna parla della Trisaia di Rotondella-

 Se quella notte due intraprendenti giornalisti Ivano Farina e Piccenna non avessero fatto lo scoop del viaggio di Plutonio da Rotondella a chi sa dove, probabilmente  della cosa non si sarebbe saputo niente ed ieri al Summit internazionale della sicurezza nucleare che si tiene ad  Ajia in Olanda,  Obama non avrebbe parlato di quel viaggio e della Trisaia di Rotondella e della Basilicata . Infatti l’altro ieri come riportato dai giornali tra cui la Gazzetta del Mezzogiorno, l’argomento di apertura del summit , introdotto da Obama è stato proprio questo , e grazie non alla politica ed ai suoi rappresentati , ma a due giornalisti che si è riaperto la discussione a livello internazionale circa la sicurezza dei trasporti, la trasparenza e il materiale nucleare effettivamente presente in Italia e in Basilicata.
La cosa la diciamo non per incensare chi ha fatto bene il proprio lavoro a cui va dato merito per il coraggio e l’intelligenza con cui ha gestito lo scoop facendo travalicare la notizia i confini di una regione piccola e poco importante ,  gruviera di spazzatura e di sfruttamento , di cui neanche l’alto  numero di morti per tumore fa notizia , ma per far tacere (si proprio tacere ) qualche sindaco in cerca di rissa e intriso di cattiveria , il cui confine del mondo comincia a Montescaglioso e finisce alle porte di Policoro ,  che racconta la storiella dei soldi legati a una notizia , senza capire che per avere rilevanza Internazionale quel fatto andava gestito in quel modo. Ivano Farina  ha un dono quella della scrittura , che mista alla passione l’amore per la sua terra , e tanto sale in zucca , oggi ha consentito alla Basilicata ed ai suoi problemi di essere sulla scena Internazionale , allora lor signori abbiano almeno il buon senso di TACERE.
n attesa di consultare il verbale del summit olandese o quanto meno le dichiarazioni effettive di Obama alle quali dovremmo accedere in giornata, pubblichiamo l'articolo di Marisa Ingrosso sulla Gazzetta del Mezzoggiorno di oggi.

Plutonio e uranio dalla Basilicata. 

Gli USA rivelano: "Così a luglio 2013 abbiamo rimosso scorie dall'impianto Trisaia"

Grazie ad una nota diffusa ieri dalla Casa Bianca, finalmente s’è fatta chiarezza sul trasporto eccezionale super-segreto del 29 luglio 2013 che, partito dallo stabilimento atomico lucano, Itrec, raggiunse l’aeroporto militare di Gioia del Colle( nel barese). Il giorno dopo tutta Italia chiese chiarimenti e piovvero le interrogazioni parlamentari. Le risposte del governo furono scarse e vaghe. Ieri Washington- in apertura del summit sulla sicurezza nucleare dell’Aja- ha spiegato che in quel caso è stato trasportato materiale fissile di gran valore economico e bellico, “uranio altamente arricchito” e “plutonio separato”. Questo materiale (perfetto per le armi nucleari) è partito da vari impianti italiani, per complessivi “ 20 chilogrammi”.
Ed ecco cosa accadde quella notte incredibile della scorsa estate in cui, improvvisamente, un serpentone di gente ( in divisa e non), piombò in Basilicata con i suoi automezzi da film, ripartì dall’Itrec e – bloccando accessi e scacciando i curiosi- arrivò in Puglia, a Gioia. Secondo la casa Bianca, la rimozione è avvenuta attraverso “complesse operazioni” per lo stoccaggio e il trasporto del materiale speciale, che ha compreso anche “il coordinamento di trasporti di uranio da tre diversi siti, lo sviluppo di nuove procedure di stoccaggio” e l’addestramento di “personale specializzato” in queste delicate operazioni.
Il materiale lucano “è stato stoccato in modo sicuro e trasportato in container certificati dalle autorità competenti negli Stati Uniti e in Italia”. A queste operazioni hanno contribuito anche la Gran Bretagna e l'Agenzia atomica internazionale (Aiea). “Nonostante le significative sfide tecniche- sostiene Washington- la squadra è stata in grado di completare con successo operazioni entro i tempi previsti”.
Per altro, si capisce anche che Italia e Stati Uniti programmavano quel trasbordo da anni.
Inoltre , nella sua dichiarazione la Casa Bianca spiega ancora come l’operazione sia stata gestita in modo congiunto dal Dipartimento per l’Energia statunitense, insieme all’iniziativa per la riduzione della minaccia globale della National Nuclear Security administation, insieme alla Società Gestione impianti nucleari (Sogin).
 Il materiale che è stato rimosso in questa ultima operazione “si trovava in tre strutture della Sogin in Italia: l’impianto eurex di Salluggia, gli impianti Ipu ed Opec di Cassaccia  e l’impianto Itrec di Trisaia”.
E’ stata poi l’agenzia Britannica International Nucear Service a gestire il trasporto del materiale dall’Italia agli Stati Uniti dove “rimarrà stoccato in strutture sicure fino a quando sarà smaltito oppure ridotto a uranio a basso arricchimento ed usato per scopi civili” spiega la nota.
Se si son portati via soltanto uranio e plutonio, ciò vuol dire che – per l’ennessima volta in questi decenni- hanno lasciato ai lucani quella “fetecchia” con poco mercato che sono le barre uranio- torio. Esse arrivarono una quarantina di anni fa dal reattore sperimentale Elk River (Minnesota) proprio perché nello stabilimento lucano si sperimentavano nuovi sistemi per estrarre l’uranio. Solo che poi, i progetti dell’Itrec si bloccarono, il nucleare italiano si arenò, e ai lucani rimasero i rifiuti radio-tossici.
Sull’argomento, per altro, c’è un illuminante carteggio diplomatico – svelato grazie a Julian Assange col suo “WikiLeaks”- in cui appaiono evidenti i mille sforzi profusi dai politici italiani per convincere gli americani a riprendersi quelle barre maledette. Sforzi inutili. Gli Usa non ne hanno voluto sapere.
Invece sì che gli italiani avrebbero voluto sapere. E non soltanto cosa accadde sulle loro strade quella notte incredibile ma anche cosa accade ogni giorno nell'impianto trattamento elementi combustibili Itrec di Trisaia, in provincia di Matera.
Perchè la Società Gestione Impianti Nucleari (Sogin), che è una Spa a controllo pubblico e che usa una montagna di soldi pubblici per smantellare centrali e stabilimenti atomici italiani, non ha voluto informare i cittadini di cosa sta facendo per smantellare l'Itrec. 
Purtroppo, come si riportò su queste pagine (ndr. Gazzetta del Mezzogionro), le ripetute richieste di trasparenza della Gazzetta ebbero per tutta risposta un "c'è il segreto di stato" sui rifiuti radioattivi della Basilicata.
La Sogin, infatti, proprio eccependo il "segreto di stato", bloccò la Gazzetta che stava per avere dal Ministero dello Sviluppo Economico sia "il piano globale di disattivazione dell'impianto Itrec di Trisaia" sia "La proposta di prescrizioni per la disattivazione".
In quelle carte c'era e c'è il progetto pluriennale di bonifica che costerà decine di milioni di euro di soldi pubblici. Ma, soprattutto, c'era e c'è anche spiegato come si tutelerà la popolazione durante e dopo lo smaltimento.
Ieri il nuovo presidente del consiglio, Matteo Renzi, sempre all'Aja ha detto che Italia e USA "progettano di continuare a lavorare per eliminare ulteriori stock di materiale nucleare speciale". Bene. Chissà se, questo governo, tanto "nuovo", sotto innumerevoli punti di vista, sarà capace anche di trovare le forze per informare gli italiani di quanto accade sul loro territorio, nelle loro strade, coi loro soldi,  un pò prima e un pò meglio di quanto ha fatto un - grandissimo e democratico - Paese Straniero.

martedì 25 marzo 2014

Assunzioni senza concorso in Acquedotto lucano, sei persone indagate

Avviso di conclusione delle indagine della  Procura di Potenza  notificati al  il dg Gerardo Marotta, il direttore del personale Pasquale Ronga ed ex membri del consiglio di amministrazione, Domenico Amenta, Antonio Lauria, Antonio Anatrone e Mario Venezia (ex consigliere regionale del Pdl).  I fattir  iguardano le presunte assunzioni clientelari fatte fatte per chiamata diretta L'ipotesi dei  reati  è  l'abuso di ufficio. Secondo il pm Francesco Basentini, 11 persone, "parenti e amici degli indagati" sarebbero state assunte senza concorso. Le indagini, hanno preso il via nel 2011 dopo una serie di denunce anonime in cui venivano descritti i "criteri" di assunzione utilizzati all'interno di Acquedotto lucano. Al momento le 11 persone che avrebbero beneficiato delle chiamate dirette. 

Notizia tratta da Basilicata 24

Regione Basilicata, i gruppi dei partiti continuavano a «scroccare» nonostante Rimborsopoli.

POTENZA -
Il Lupo perde il pelo ma non il vizio , diceva un vecchio proverbio , coniato nell'attualità Politica
possiamo dire che i consiglieri il vizio dello scroccare denaro non se lo sono levati questo  , nonostante ll’inchiesta Rimborsopoli - che ha decretato la caduta della giunta regionale della passata legislatura  i consiglieri regionali ci sono «cascati» di nuovo. 

E' il procuratore  della Corte dei conti ha condannato sei gruppi consiliari su dieci della passata legislatura a restituire i rimborsi percepiti nel 2013.Irregolari erano  i conti del Partito democratico relativamente alle spese (fatte a loro insaputa)  «per buoni pasto del personale del gruppo» e alle spese «per i telefoni cellulari». Irregolari anche i conti per le spese per il personale e per abbonamenti a riviste e giornali quotidiani presentati da Mpa e Udc. Magnavano , bevevano e leggevano a sbaffo con i soldi dei contribuenti 
 Conti non regolari per le spese per il personale presentati da Pdl, gruppo misto e Popolari uniti. Tutto in regola per Sel, Psi, Idv e Io amo la lucania.

A ogni gruppo i magistrati contabili hanno dedicato una dozzina di pagine dattiloscritte fitte di indicazioni legislative e di carenze contabili riscontrate. I gruppi consiliari hanno continuato a «scroccare» anche dopo «Rimborsopoli». I dati si riferiscono al 2013 (la documentazione è stata inviata dagli uffici della Regione Basilicata ai giudici contabili della Sezione di controllo lo scorso mese di gennaio). Le decisioni della Sezione di controllo della Corte dei conti sono state depositate ieri.

I gruppi consiliari, dopo le contestazioni di un paio di mesi fa, hanno avuto un mese di tempo per integrare la documentazione mancante e chiarire le spese «dubbie». E alla fine sei gruppi su dieci non sono riusciti a trovare le «pezze d’appoggio». I problemi per i consiglieri della scorsa legislatura - dopo la «Rimborsopoli» della Procura della Repubblica e dopo la «tegola» con le contestazioni della Procura regionale contabile - non sono ancora finiti.

Ora la Sezione di controllo - dopo l’integrazione di documentazione - potrebbe segnalare le «anomalie» alle Procure. Sia quella contabile - che si sta occupando anche del danno erariale prodotto dai rimborsi intascati dai singoli consiglieri - sia quella ordinaria, che potrebbe avviare così una seconda «Rimborsopoli».

lunedì 24 marzo 2014

Mypolicoro. Leoni contro cani. Una guerra senza fine.

 Cani contro leoni. Era la rivoluzione gentile, prima l'edito contro di noi  stile Berlusconiano e il divieto ai suoi sudditi (i trenta) di qualunque confronto e poi la richiesta ai cittadini di metterci ai margini come appestati. Il volto vero di costoro arrogante è violento. Sabato un'altra delle sue,  il videomessaggio sul profilo istituzionale d FB ( chi lo gestisce?) per vomitare una serie di accuse gravi contro un'altro picio che ha in testa da sempre il Canile. Anche quella come la spazzatura creatura sua quando faceva il vicesindaco Inconsapevole, per altre simpatie come le chiama il Consigliere Di Pierri , ha aperto una guerra senza fine.

Allora come oggi noi invece abbiamo sempre pensato che questo servizio deve essere gestito dal comune , in collaborazione con le associazione , Leone allora ricordiamolo anche assessore la penso diversamente, anzi ci attacco pesantemente lui e quella amministrazione  oggi probabilmente si è passati dalla simpatia all'antipatia quindi , invece di affrontare le situazione per risolvere le problematica si apre una guerra a suon di denunce.
Quella del canile fu chiamata zona Zac , in dispreggio di un valido capitano dei carabinieri , un insulto voluto all'opera di contrasto alla criminalità dei colletti bianchi messa in atto in quegli anni dal comando dei carabinieri di Policoro,  delibera  approvata con il voto di Leone , amante della legalità a giorni alterni o a maggioranza variabile

Che ci sia il problema e che sia grave e che la città in certi periodi è piena da cani randagi , ne siamo testimoni per le segnalazioni che riceviamo , che la verità su questa storia non sia tutta da una parte, anche questa è una verità ,  proprio per questo , nell'interesse della città , ed avendo raccolto le testimonianze delle parti diciamo che i problemi sono affrontabili e visto che il costo di guerra lo paga la città ( un prezzo alto sia in termini di sicurezza che di servizio) chiediamo che le parti si seggano e trovino una soluzione al problema per la città. Intanto la magistratura investita prima da Leone e poi dall'associazione Anta che gestisce il canile faccia gli accertamenti del caso, in fretta. Stanchezza della gente,  cani e sporcizia ,questa è la vera Mypolicoro e si incazzano pure quando lo dici .

domenica 23 marzo 2014

Maiuri : sull'energia sostenibile siamo alle chiacchiere. Il sindaco ci farà perdere i contributi UE

Che fine ha fatto lo strumento definito dal Sindaco Leone “imprescindibile per la tutela
Maiuri
dell’ambiente?”
L’amministrazione Comunale di Policoro, con la riunita assise del 5 febbraio 2013, all’unanimità ha deliberato l’adesione, a quello che ad oggi può definirsi un eccezionale modello di governance multilivello detto “patto dei Sindaci” o “convenant of mayors”, ossia quello strumento, lanciato dall’Unione Europea volto ad aumentare l’efficienza energetica ed incentivare l’utilizzo di fonti rinnovabili. Tale dispositivo prevede anche contributi e finanziamenti a favore di quei Comuni che intraprendono azioni volte a ridurre le emissioni di CO2, almeno del20% entro il 2020.
Aderire al Patto dei Sindaci, comportava però poi ben altre azioni e strategie da intraprendersi oltre la mera deliberazione in consiglio comunale, i firmatari, infatti con la deliberazione in consiglio, assumono un impegno serio volto a raggiungere l’ambizioso obiettivi di ridurre le emissioni di CO2 stabiliti.
Nello specifico l’amministrazione avrebbe dovuto, successivamente alla formale adesione avvenuta con la deliberazione in consiglio:
1)   individuare adeguati strumenti finanziari e risorse umane per preparare un Inventario delle Emissioni di Base (IEB).
2)   Preparare o far preparare, e presentare in consiglio comunale, un (PAES) Piano d'azione per l'energia sostenibile, comprendente misure concrete per il raggiungimento delle finalità stabilite dal patto ed inviarlo poi alla commissione europea per i successivi adempimenti del caso.
3)   Mobilitare e coinvolgere la società civile e predisporre un sistema di monitoraggio degli obbiettivi e delle azioni previste dal Paes.
La valutazione del bilancio energetico infatti comprende tutti i settori: domestico, produttivo, edile come anche agricolo. La formazione dei cittadini dunque rappresenta uno dei capisaldi indispensabile del patto dei Sindaci, necessario per il raggiungimento dell’obbiettivo prefissato.
A distanza di ben oltre 13 mesi, dalla deliberazione in questione, sul sito della Commissione Europea ad oggi, del PAES (il Piano d'azione) che il comune di Policoro avrebbe dovuto presentare entro un anno non c’è traccia, nemmeno tra quelli in corso di valutazione.
L’amministrazione Leone, a guida della nostra città, insomma non è riuscitaa dar seguito efficacemente agli impegni assunti con la Commissione Europea. Uno dei tanti esempi di inconcludenza amministrativa risoltasi in un paio di comunicati stampa e gran fumo negli occhi di quei cittadini che, per diverse vicissitudini, meno seguono tali lavori.
Sono già 23 i comuni sospesi dal patto dei Sindaci, Policoro se l’amministrazione non si dà una mossa sarà il ventiquattresimo, e con il fallimento del progetto addio anche a contributi e finanziamenti europei.
Giuseppe Maiuri coordinatore cittadino Policoro Futura

sabato 22 marzo 2014

Il Papa: «Vi prego in ginocchio mafiosi, convertitevi» Storico incontro con Don Ciotti e Libera

"Sento che non posso finire senza dire una parola ai grandi assenti oggi - ha detto papa Francesco -
abbraccio di don Ciotti al Papa
ai protagonisti assenti, agli uomini e alle donne mafiosi: per favore cambiate vita, convertitevi, fermatevi di fare il male". Così Francesco ha concluso la veglia di preghiera con i parenti delle vittime della mafia, nella chiesa romana di San Gregorio VII.


Il Papa ha voluto ribadire l'appello che fece Giovanni Paolo II nel 1993 nella Valle dei Templi, ad Agrigento. "Convertitevi - ha proseguito con voce sommessa ma ferma -. Lo chiedo in ginocchio, è per il vostro bene. Questa vita che vivete adesso non vi darà piacere, non vi darà gioia, non vi darà felicità".

"Il potere - ha detto Francesco - il denaro che voi avere adesso da tanti affari sporchi, da tanti crimini mafiosi è denaro insanguinato, è potere insanguinato e non potrete portarlo all'altra vita".

"Convertitevi - ha ripetuto -. Ancora c'è tempo per non finire nell'inferno: è quello che vi aspetta se continuate su questa strada". "Voi avete avuto un papà, una mamma" pensate a loro, piangete un pò e convertitevi!".

Parlando invece ai tanti presenti. Commossi e al tempo stesso felici dell'incotntro con il Papa, Francesco ha detto: "Il desiderio che sento è di condividere con voi una speranza, ed è questa: che il senso di responsabilità piano piano vinca sulla corruzione, in ogni parte del mondo. Vorrei pregare con voi: lo faccio di cuore per tutte le vittime delle mafie"

"Anche pochi giorni fa, vicino a Taranto, c'è stato un delitto che non ha avuto pietà neanche per un bambino", ha quindi aggiunto, ricordando il piccolo Domenico. "Preghiamo tutti quanti - ha detto ancora il Pontefice - per avere la forza di andare avanti, di non scoraggiarci ma di continuare al lottare contro la corruzione".

"E questo - ha proseguito il Pontefice nella sua riflessione - deve partire da dentro, dalle coscienze, in modo da risanare i comportamenti, le relazioni, le scelte, il tessuto sociale, così che la giustizia guadagni spazio, si allarghi, si radichi e prenda il posto dell'inequità". "Su di voi - ha aggiunto Bergoglio - sentite fortemente questa speranza e voglio condividerla con voi, dirvi che vi sarò vicino anche questa notte e domani a Latina: vicino a voi in questo cammino che richiede speranza, tenacia e perseveranza".

La data scelta per questo appuntamento non è casuale: è stata scelta perché è la vigilia della diciannovesima Giornata della memoria e dell'impegno, promossa dalla Fondazione Libera di don Luigi Ciotti e da altre associazioni in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. 

"È una giornata per tutti noi molto importante come lo sarà anche quella di Latina e in cui come parenti delle vittime di mafia daremo tutti insieme la nostra testimonianza. Ciò che chiediamo sono verità, giustizia e la solidarietà nazionale". Ha detto Flora Agostino, di Palermo, che quando aveva 18 anni perse il fratello maggiore Antonio, ucciso dalla mafia insieme alla moglie diciannovenne. La signora Agostino ha partecipato con altri 900 familiari alla veglia organizzata da Libera con Papa Francesco alla chiesa Gregorio VII.

Alla domanda se la figura di Papa Francesco aiuterà le vittime di mafia, la donna ha replicato: "Sì, spiritualmente e moralmente tantissimo, quando abbiamo saputo che ci avrebbe incontrato la maggior parte di noi familiari ha pianto. Papa Francesco è uno di noi, diciamolo, è una cosa stupenda". "L'impulso che ci aspettiamo che Bergoglio dia - ha aggiunto - è che l'intero Paese prenda coscienza delle mafie, una coscienza che i familiari tengono in gran voce". 

A Roma sono Arrivati da tutta Italia 700 familiari delle vittime delle mafie in rappresentanza di circa 15.000 persone che hanno subito il dolore della perdita di un loro caro per mano della violenza mafiosa. La veglia di preghiera, presieduta dal Papa, vede presenti i familiari accompagnati dai rappresentanti territoriali di Libera, dai referenti di alcune delle 1600 associazioni aderenti e dai rappresentanti istituzionali che hanno confermato la loro partecipazione. 

Sabato 22 marzo invece, per le vie di Latina, si ritroveranno, in un grande abbraccio ai familiari, migliaia di persone, soprattutto giovani, provenienti da tutta Italia che dopo il corteo e la lettura dei nomi dal palco, si fermeranno a ragionare insieme all'interno dei 25 seminari, laboratori e spettacoli sui temi della legalità e dell'impegno civile contro le mafie. 

"Per i familiari delle vittime innocenti delle mafie l'incontro con papa Francesco è un dono", ha dichiarato don Ciotti, presidente di Libera, sottolineando che "sarebbe bello che il 21 marzo diventasse istituzionalmente per tutti gli italiani" ciò che è per i familiari delle vittime, e cioè "il giorno in cui i loro cari, in tante città d'Italia, vengono chiamati per nome, uno a uno, in un appello rivolto alle coscienze di tutti".
Tratto dall'Avvenire

venerdì 21 marzo 2014

Corte dei Conti : La Basilicata Regione degli sprechi, bisognerebbe eliminarla come tutte le regioni.

POTENZA - Due milioni di euro di risarcimenti totali e 28 sentenze raccolte in tutto il 2013. È questo un primo, sommario, bilancio dell’azione della Corte dei Conti nell’anno appena trascorso e “presentate” durante la tradizionale apertura dell’anno giudiziario. Due relazioni “forti” quelle del presidente  della Sezione, Maurizio Tocca e del procuratore regionale Michele Oricchio. Testi che raccontano di una Basilicata «malata», così come il resto dell’Italia. Quella nazione che dopo gli scandali sui rimborsi regionali «si è ritrovata - ha detto Oricchio - con oltre 570 consiglieri indagati». È indubbio che lo scandalo rimborsopoli abbia lasciato il segno in questa regione, «ma noi, come giudici della Corte - dice Oricchio - lo avevamo previsto molto tempo prima». E la Basilicata ritratta davanti le massime autorità, anche se per la Regione era presente il capo di gabinetto Raffaele Rinaldi e Piero Lacorazza, è una regione dove «gli sprechi ci sono, e il sistema delle Regioni è gravemente malato, e finora le stesse Regioni hanno agito da vere e proprie piccole Repubbliche».
Un «familismo amorale» che avvelena con un «atteggiamento tendente a moltiplicare autorità e garanti spalmando su di essi pompose e/o effimere funzioni di controllo spesso prive però di qualsiasi garanzia di indipendenza ed effettività». Il procuratore regionale è chiaro, auspica un superamento delle stesse Regione, a partire dalla riforma del titolo V della Costituzione. E proprio da lì, da quel legame troppo stresso tra le «funzioni pubbliche svolte dal livello di governo territorialmente più vicino non sembra sia stato valutato adeguatamente il pericolo di crescenti conflitti di interesse fra chi amministra e chi deve essere amministrato». Diciamo che la linea di Oricchio è chiara, «c’è bisogno di una controriforma» che porti «all’opportunità e razionalità di eliminare Regioni e Province e dar luogo ad un sistema di Dipartimenti o Macro-Provincie». Ma la ragione di questa posizione? Sta nella stessa azione amministrativa «che finisce per essere eccessivamente condizionata dalla politica». L’analisi sulla Basilicata di Oricchio è quella di una regione svuotata, dove lo stesso potere degli elettori è stato «svuotato gli elettori di veri poteri decisionali, anche a seguito dell’adozione dei più svariati meccanismi elettorali». Ne consegue, quindi un «meccanismo complicato e costoso che macina inutilmente risorse ad ogni livello di governo e che talvolta indulge a forme eccessive di assemblearismo, talaltro consente nuovi “autoritarismi”, spesso crea artificiose contrapposizioni difficili da mediare». E la regione di costosi organi consultivi ne ha parecchi: dal Corecom all’associazione ex consiglieri Oricchio li elenca tutti, senza dimenticare Arbea, Alsia, Ater e Consorzi di Bonifica e gli enti parco. «Verrebbe da pensare - dice Oricchio - che con tutti questi enti ed amministratori la cura dell’interesse pubblico e la prosperità del territorio siano assicurate: ma ciò non sempre accade, come testimonia l’attività della Corte stessa». Perché è inutile nasconderlo, in questo «familismo amorale», questo «policentrismo anarchico» una spending review è necessaria, anche perché in Basilicata le pubbliche amministrazioni «presentano costi palesi od occulti sproporzionati rispetto ai servizi che offrono, contribuendo a creare forme di cattiva gestione dei beni che costituiscono l’humus privilegiato di coltura di quella logica corruttiva».

Il “ceffone” arriva quando si torna a parlare di rimborsopoli, «iniziativa istruttoria tra le più qualificanti», al quale la politica ha reagito «istituendo un rimborso forfettario di 4mila 500 euro». Oricchio chiude con una serie di citazioni cinematrografiche a partire da un Sud che ha smesso «di produrre ricchezza individuale». Il paragone arriva subito tra la grande bellezza di Fellini e quella di Sorrentino: «un esempio di ciò che eravamo e ciò che siamo diventati». Dallo slancio post conflitto alla decadenza di oggi dove, continua Oricchio «al vertice troviamo borghesi piccoli piccoli» per dirla alla Monicelli.   
V.Panettieri
Tratto dal quotidiano Basilicata

giovedì 20 marzo 2014

Una neonata muore in eliambulanza dopo il parto all'ospedale di Policoro

Si sospetta una malformazione congenita al diaframma
I genitori presentano denuncia. Disposta l'autopsia presso l'ospedale San Carlo di Potenza, dove doveva essere ricoverata in Terapia intensiva infantile.
di ANTONIO CORRADO
Una neonata muore in eliambulanza
dopo il parto all'ospedale di Policoro
L'ospedale "Giovanni Paolo II" di Policoro
Sarà l’autopsia, disposta per domani, a stabilire l’esatta causa della morte di Chiara Mitidieri, la neonata deceduta lunedì mattina poco dopo la nascita, mentre veniva trasporta in eliambulanza all’ospedale San Carlo di Potenza.
Il drammatico episodio è accaduto nell’ospedale di Policoro, dove era nata la bimba con un taglio cesareo programmato alla madre originaria di Accettura, ma residente nella città jonica con il marito, già genitori di un’altra bimba di un anno e mezzo.
L’intervento era stato programmato per lunedì, dopo una gravidanza trascorsa senza particolari criticità, ma il quadro clinico della bimba sarebbe immediatamente precipitato.
Chiara è venuta alla luce con un ph perfetto, come ha sottolineato il dirigente medico del reparto di Ostetricia e Gibecologia, Tommaso Riccardi. 
Dopo la protocollare osservazione in sala parto, la neonata è stata portata in reparto, ma in quindici minuti si è consumato il drammatico peggioramento con evidenti difficoltà respiratorie, verosimilmente riconducibili, secondo i medici dell’ospedale di Policoro, ad una sospetta ernia diaframmatica.

mercoledì 19 marzo 2014

Botta risposta Pittella- Cittadini. Non utilizzare il petrolio un suicidio - no il vostro è un omicidio

Quello tra Pittella e il popolo  social network ha sostituito il finto dibattito che doveva tenersi a Marsico Nuovo.
Intanto è emerso un’altra verità su quello che è accaduto Marsico Nuovo . A raccontarlo è Giovanna Bellizzi portavoce di Meditareneo No Triv
Prima di andar via uno dei relatori ha chiesto se in sala qualcuno era disposto ad ascoltarli. Nessuno si è alzato per reclamare tale diritto e quindi hanno preso la porta e via. Oggi sulla stampa si commenta che non tutti hanno accettato di buon grado la protesta di pochi. Io ero presente e non ho visto nessuno, tra il pubblico, alzarsi per chiedere il proseguimento del convegno, salvo farlo poi. Smenttendo così che ci fosse una minoranza chiassosa.
Il primo a commentare l’accaduto comunque è lo stesso Pitttella, che per la prima volta da quando è presidente si accorge di essere il governatore non della maggioranza dei lucani , ma di una risibile minoranza , infatti torna in prima mattina in sala stampa per dichiarare :
Sono aperto al dialogo con chi vuole confrontarsi con me in maniera civile ma non rincorro nessuno. Sul tema delle estrazioni petrolifere le criticità non vanno nascoste. Sono disposto ad andare a fondo nelle questioni, scandagliando anche eventuali ‘aree grigie’ di responsabilità, ma non sono disposto a far passare la Basilicata come la ‘terra dei fuochi’. Non intendo partecipare al processo di costruzione di un’immagine distorta della nostra terra”.
 .“Sono rammaricato e dispiaciuto – ha detto ancora Pittella – perché ieri un gruppo minoritario di persone, rispetto ad una più vasta platea si è assunto la responsabilità di non favorire lo svolgimento di un dialogo necessario per comprendere a fondo i problemi legati alla realizzazione del quarto pozzo previsto degli accordi del ’98”.
Il presidente Pittella ha poi manifestato la necessità di un sostanziare cambio di passo della politica tutta.
“Su questo tema – ha detto – la Regione Basilicata deve saper indicare con chiarezza una precisa direzione, dimostrando coraggio nelle scelte e capacità di sintesi tra le varie istanze, anche a costo di operare scelte impopolari”.
Dopo aver parlato della riforma del titolo V della Costituzione che prefigura nuove competenze a favore dello Stato a scapito delle Regioni anche in materia energetica il presidente Pittella ha detto che “questo argomento fa il paio con l’incapacità di governare, a livello regionale, un processo complesso come questo. L’intesa con l’Eni del 1998 non è stata per buona parte soddisfatta. Una parte di questa responsabilità è da attribuire proprio a un corto circuito tra cittadini e istituzioni. Chi governa ha il dovere di comprendere che la gente è arrabbiata perché non sono state create ottimali condizioni per l’occupazione. Ma, fatto salvo il rispetto per l’ambiente, non utilizzare questa risorsa sarebbe un suicidio. La Val d’Agri merita un ristoro ambientale ma sono per un sostanziale superamento della logica dei ‘bonus’ e per l’individuazione di più complessive misure di sostegno a favore dagli ultimi e dai penultimi. Servono poi ricadute in termini di efficientemento energetico e di vantaggi localizzativi per le imprese. Il patto di stabilità è il nodo dei nodi. A partire dalla prossima finanziaria dovremo dimostrare una nuova capacità di pianificazione delle risorse. Ce lo chiede l’Europa, ma ce lo chiede soprattutto la Basilicata che non vuole fermarsi”.

Continua ad insistere sulla protesta minoritaria , ma le risposte non si sono fatte attendere infatti Gianluca A. Tramutola risponde:
 Ci sono molte imprecisioni in questo post e non è per nulla evidenziata la motivazione della protesta.
1) la parte che protestava non era una piccola parte della platea... La sala era piena di persone provenienti da tutta la Basilicata, gran parte delle quali ostili alla tesi preconcetta dell'assemblea... C'erano molti impiegati comunali di Marsico e moltissimi impiegati dell'Eni, che non si sono fatti nemmeno lo scrupolo di arrivare con la propria auto (il parcheggio era pieno di auto aziendali Eni). La stragrande parte dell'assemblea era contraria al petrolio.
2) solo una piccola parte dell'assemblea ha protestato affinchè la riunione avesse termine e non erano del Movimento 5 Stelle.
3) non può permettersi di parlare di dialogo, nel momento in cui all'assemblea non sono stati invitati esperti sopra le parti... dicesi "monologo" quando tutti i presenti sostengono la stessa tesi...
4) molte persone non sono arrabbiate per la disoccupazione, ma perchè, come nel caso di un mio amico, hanno 3 morti precoci in casa per cause attribuibili all'inquinamento.
5) se la Basilicata non è come la terra dei fuochi, come giustifica la presenza di idrocarburi nel pertusillo, con periodiche morie di pesci? come giustifica le due sorgenti di acqua nera a contrada larossa a Montemurro? come giustifica la puzza che respirano ogni giorno gli abitanti di Viggiano? come giustifica l'aumento incredibile di casi di malattie correlate all'inquinamento? 
Sia corretto ora: in sala ha promesso che il 20 sarà presente alla conferenza stampa presso la Regione. Mantenga la promessa! Solo così ci può essere dialogo.

martedì 18 marzo 2014

Pittella contestato a Marsico Nuovo. lascia la sala. Video della contestazione

Mi dispiace per come sia andato a finire l'incontro con la cittadinanza, questa sera a Marsico Nuovo. Sul tema delle estrazioni petrolifere e del Pozzo Pergola 1, avrei ascoltato le opinioni di tutti e mi sarei aperto al confronto, come sempre. Ma tutto ciò mi è stato impedito ed è stato impedito a tutti i relatori presenti. Sono davvero molto dispiaciuto.

Sono le amare parole del presidente Pittella per quello che è accaduto a Marsico Nuovo , durante un convegno sul nuovo Pozzo. Le fragorose contestazione, lo hanno costretto ad andarsene. 
Non è facile vedere scene del genere in basilicata , loro abituati ad essere riveriti , difronte alla prima contestazione neanche così chiassosa , scandalizzati lasciano la sala. 

Il popolo da un segnale forte, lo ha dato alle elezioni regionali , oggi Marcello Pittella è il primo presidente di minoranza con sulla testa un probabile  rinvio a giudizio , facente parte di una classe politica definita con durezza dal procuratore generale di Potenza Accattoni arrivando a definire Tangentopoli più dignitosa del magna magna di rimborsopoli . Infatti il 53% dei lucani pensano peggio, tanto da non essere andati a votare per come hanno ridotto questa terra. Pittella continua a fare gli errori del passato pensando che la presenza sul social network possa colmare il vuoto di credibilità in cui è caduta la politica. Anche qui fa un errore grave ,  la gente vuole fatti non crede più alle loro parole.I fatti in  oggi parlano contro di lui visto che il primo provvedimento licenziato dal suo governo con la complicità di tutta l'assemblea Regionale è stata il salva rimborsopoli. 


Noi non amiamo le contestazione per impedire che qualcuno parli , siamo per il confronto duro ma che ci deve essere sempre , infatti loro evitano di confrontarsi con noi. Ci dispiace per quello che è accaduto, ma comprendiamo la rabbia dei contestatori , il nostro grido di rabbia nel chiedere giustizia e verità e di fermare lo scempio di distruzione di questa regione è andato sempre a vuoto e allora tutti affanculoooooo

lunedì 17 marzo 2014

Incendiato l'escavatore ditta D'Amato di Policoro

stanotte a Scanzano probabilmente un incendio doloso ha colpito un escavatore della ditta di Giuseppe D'Amato di Policoro. Sul posto sono intervenuti prontamente i poliziotti della caserma di Policoro che stanno facendo i primi accertamenti. Probabile un incendio doloso.

Dalla Tradeco alla Tradeco : nuovo appalto vecchi problemi. Polizza si polizza no

La notizia è quelle che non ti stupiscono ,  storie vecchie che si ripetono . Il comune di Policoro ha problemi con le polizze fideiussorie della Tradeco , non è comprensibile se con quella provvisoria oppure con quella presentata a garanzia del contratto definitivo. A svelarcelo dopo una serie di provocazione e il buon consigliere Porsia su FB.  Al dire la verità il ragazzo non è stato chiaro, cosa che a noi ha fatto aizzare le antenne  memori del giudizio grave di Lippo nei confronti della Tradeco (parlava di commissione antimafia e di ditta poco raccomandabile). La questione polizze Tradeco tra l’altro per noi non è nuova. Infatti ad Aprile del 2012 usci sul quotidiano online il Metapontino la notizia che parlava di ; “La società assicurativa  italo rumena City Insurance finita nel mirino della guardia di finanza di Venezia ha a che fare anche con la città di Policoro e con la zona del metapontino, oltre che con la sanità regionale lucana. La compagnia - sotto inchiesta da parte della Procura di Venezia per una presunta maxi truffa ai danni della regione veneta e che ha portato la Guardia di finanza a bloccare ieri il pagamento di un premio assicurativo da 76 milioni di euro per la sanità – è anche quella a cui si è rivolta la società Tradeco Srl per una polizza assicurativa di 765.000.00 euro come previsto dal già assai discusso contratto sull’affidamento dei servizi di igiene urbana nella città jonica
Inoltre oggi scade la proroga fatta dal Sindaco alla Tradeco per il vecchio appalto , e dovrebbe (il condizionale e di obbligo) partire il nuovo appalto. I cittadini però al di la della lettera piena di buoni propositi fatta recapitare in tutte le case del sindaco , dove ci informa che avremmo meno tasse già a partire da quest’anno sulla munezza , più differenziata e una città pulita , sono all'oscuro di tutto continuando a vedere invece la città in condizioni pietose , e non avendo nessuna ma nessuna comunicazione sul nuovo appalto e su come si dovranno rapportare a questa.

Inoltre segnaliamo ai cittadini ( cosa che ci preoccupa ) che al consigliere Di Pierri che ha chiesto tutta la documentazione dell’appalto ancora non gli è stato consegnato nulla , noi che come dice l'assessore Bianco amiamo buttare schizzi di Fango , la cosa non ci tranquillizza , oggi stesso chiederemo al Segreterio di rendere pubblica sul sito la polizza provvisoria a garanzia dell’appalto presentata dalla tradeco nella fase della gara , e di consegnare tutte le carte al capogruppo della Lista Policoro Futura , affinchè l’opposizione possa svolgere l’azione di controllo . So che questa viene definita Fango da questa maggioranza , ormai abituata all’inciucio , ma fatevene una ragione , noi facciamo le proposte alla luce del sole e l’opposizione non inciucista alla luce del sole

domenica 16 marzo 2014

L'inchiesta sul colonnello arrestato , spuntano i nomi dei dirigenti ASL. La procura Punta sugli appalti alla Regione.

Per  i trasferimenti in altre Asp delle colleghe dell’amante il colonnello si sarebbe rivolto, tra gli altri, direttamente al direttore del San Carlo. Nessuno, tra Maglietta, Maruggi e Marra è indagato
Tratto dal quotidiano della Basilicata
Vento del Sud
Spuntano i nomi di dirigenti sanitari
Maruggi -Zarrillo
Veronica Vasapolo
POTENZA - A pochissimi giorni dall’assunzione dell’amante all’Asp di Lagonegro il colonnello Mario Zarrillo era già all’opera per farle ottenere un trasferimento. E per fare questo si è avvalso di una serie di amicizie che arrivano fino al direttore generale dell’Asp di Potenza Mario Marra e di Gianpiero Maruggi, chiamato anche “il grande capo” da Zarrillo, direttore generale dell’Ospedale San Carlo. I due dirigenti non risultano indagati ma fanno parte della rete di relazioni del colonnello. E alla fine il trasferimento dell’amante al San Carlo c’è stato, più precisamente una settimana fa. A specificarlo è stato il procuratore Laura
Triassi durante la conferenza stampa, aggiungendo anche «che non è indagato nessuno» dei dirigenti sanitari.
Ma in questa storia entra in gioco anche il meccanismo della gelosia. Stando alle intercettazioni Zarrillo avrebbe più volte chiesto informazioni all’ospedale di Lagonegro, per capre chi era in servizio durante lo stesso turno della Vasapollo. Un modo per poter controllare la sua amante. E poi c’è un secondo trasferimento di un’amica della Vasapollo in servizio a Lagonegro, che avrebbe chiesto il favore assieme ad altre. A raccontarlo è lei stessa in un interrogatorio. Ma emblematica in questo caso è anche l’intercettazione di una conversazione tra il colonnello e una delle donna: «Io mò - dice Zarrillo - ti faccio pure vincere il concorso, però tu un cazzo di regalo me lo vuoi dare o no?». E stando a quanto scrivono gli inquirenti era la stessa amante, Veronica Vasapollo, a sfruttare la posizione del colonnello per favorire i trasferimenti delle sue colleghe dietro un lauto compenso. Ma in un passaggio, durante una telefonata con la zia della donna interessata, Zarrillo fa riferimento ad un appuntamento, fissato per il giorno dopo la telefonata. «Un appuntamento con il Presidente». La telefonata è del luglio del 2013, quindi si suppone che questo “presidente” possa essere l’ex governatore e attuale sottosegretario Vito De Filippo.
Nelle intercettazioni mentre la Vasapollo parla al colonnello di «soldi, va! Affari...affari» Zarrillo risponde di essere «a disposizione, pronti, quando si tratta di fare soldi». E c’era, come nel caso di due persone pronte a trasferirsi nelle Asp di Maratea e Matera, chi era disposto a pagare anche «qualunque cifra». A gestire gli affari alla fine era la stessa Vasapollo, che nelle ripetute conversazioni con la sua collega ha fatto capire la necessità di cospicui pagamenti. Dunque i rapporti con Maruggi e Marra avevano un ruolo importante, perché alla fine a decidere i trasferimenti erano i dirigenti. A Zarrillo però spettava il compito di “sondare” il terreno, capire se era possibile corromperli.  E nel caso della vicenda legata all’amica della Vasapollo ci sarebbe stato un incontro con un non meglio identificato dottore Maglietta, che con molta probabilità sarebbe il direttore dell’Asp di Matera, Rocco Maglietta. Stando all’interrogatorio effettuato alla donna in attesa di trasferimento «tale Maglietta prendeva 20mila euro per effettuare i trasferimenti all’interno delle Aziende Sanitarie. La somma di denaro sarebbe stata consegnate da Zarrillo alle persone in grado di farmi avere il trasferimento da Lagonegro a Matera». Qualcuno, quindi, in questo caso i dirigenti anche se non indagati, avrebbero intascato somme per fare ottenere i trasferimenti mentre dall’altra parte colonnello e amante progettavano l’andamento degli affari. In particolare in una intercettazione è lo stesso Mario Zarrillo a dire quanto ci si stava guadagnando da questi affari. Stiamo parlando di 80mila euro per diverse operazioni di “corruzione” dei dirigenti delle aziende sanitarie lucane.
v.panettieri@luedi.it

sabato 15 marzo 2014

Ospedale di Policoro ; presido di Polizia Fisso. 7 deputati Lucani, ma noi tutelati dall'on.le Burtone.

Dott.re P. Suriano
 Ora non se ne puo' piu'. Aspettiamo che ci scappi il morto? Svegliamo le coscienze che sembrano addormentate”. Furono le parole drammatiche pronunciate al pronto soccorso da più di un operatore sanitario dopo l'aggressione subita allora dal Dott.re Suriano medico del pronto soccorso. Si accese un un forte dibattito sulla sicurezza dell'ospedale , anche con toni aspri con la direzione della ASL.
Giordano UGL
 A gran voce prima il Dott.re Suriano e poi l'UGL hanno chiesto da sempre maggior controllo che garantisse la sicurezza nell'ospedale. Ad occuparsi della vicenda fu anche (mentre i nostri parlamentari erano latitanti) l'on.le Giovanni Burtone (Catania) che il 18 dicembre fece un interrogazione parlamentare con all'l ordine del giorno della seduta :" l'attenzione in merito ad una aggressione avvenuta nell'ospedale di Policoro, chiedendo  al Governo quali iniziative intende assumere per rafforzare i presidi di sicurezza presso le strutture sanitarie regionali." 
Burtone in quell'ordine del giorno evidenziava come quel caso del pronto soccorso non era un caso isolato , ma che si erano verificati altre aggressioni che mettevano in discussione la sicurezza del presidio Policorese., evidenziando che tale situazione era stata affrontata anche dal comitato provinciale della sicurezza presieduta dal Prefetto. L'onorevole non si è accontentato all'ora del governo che rispose genericamente sulla scorta delle rassicurazione dell'ASL di Matera sempre più propensa a smantellare l'ospedale , che avevano potenziato il servizio di sorveglianza privata , e continuo con le sue richieste . Infatti del suo incensante impegno c'è traccia nei lavori parlamentari.  

Ieri finalmente la notizia , con una amara considerazione , abbiamo 7 deputati e due sottosegretari , per fortuna che ci sono i Burtone in parlamento...............a Pittella che li ha riuniti per fare squadra consigliamo di affidarsi a Giovanni Burtone , è uno con le P...e 

Ecco perchè vogliamo la preferenza..........Settimana prossima riunione del comitato dell’ospedale per parlare della situazione di disaggio e depotenziamento che l’Asl di Matera sta attuando nei confronti del nostro presidio.