sabato 31 agosto 2013

Regionali :M5S, votati i criteri di scelta

   Mentre la rete si è espressa raggiungendo il quorum su tutti i quesiti proposti,

 alcuni attivisti hanno avanzato la proposta di raccolte cartacee per gli iscritti 

impossibilitati ad accedere al web. La cosa a molti non è piaciuta, tant’è che la votazione è stata congelata


di VALERIO PANETTIERI
IL MOVIMENTO 5 Stelle ha chiuso le votazioni sui criteri da utilizzare 
per le “regionarie”,
 le votazioni sui candidati che finiranno nelle liste per le elezioni di 
novembre. Criteri che stabiliscono un po’ tutti quei nodi spinosi che
 hanno scatenato una caldissima discussione in questi mesi tra le file
degli attivisti. Ma mentre la rete si è espressa su Liquid Feedback,
 raggiungendo il quorum su tutti i quesiti proposti, dall’altra si apre un
 nuovo fronte per quanto riguarda le votazioni dei criteri direttamente su
 modulo cartaceo. Questa proposta, pubblicata
sulla piattaforma per il voto interno, è stata di recente congelata proprio 
perché rischiava di non raggiungere il quorum previsto. In pratica oltre alla
 scelta via web una parte degli attivisti ha avanzato la proposta di raccolte
cartacee per gli iscritti impossibilitati ad accedere alla rete. La cosa a molti
non è piaciuta, tant’è che la votazione è stata congelata.
Votazione “dal vivo” o sul web non importa, perché con i risultati ottenuti sulla 
piattaforma si può già stabilire quali saranno le scelte da applicare sia in fase
 programmatica, sia le regole da utilizzare sulla scelta dei votanti, dei candidabili
e sulla modalità di voto delle “primarie” del MoVimento 5 Stelle
. Ed ecco anche, finalmente, il verdetto della rete sulla proposta Petrocelli, 
che non è stata cassata (ha riscosso un buon numero di voti) ma non è stata
 neanche approvata. Al suo posto è stato deciso che
 gli unici incandidabili saranno quelli che si sono presentati in altre liste elettorali 
soltanto in competizioni dove c’era già una lista certificata del MoVimento 5 Stelle.
L’altra buona notizia riguarda invece l’applicazione stessa dei criteri. 
Un altro focolaio di polemiche infatti si è generato dopo l’intervento, tramite telefonata
fatta dall’attivista Francesco Filippetti, al guru Gianroberto Casaleggio.
 Stando alle direttive nazionale la Basilicata avrebbe dovuto applicare i criteri
 sulle regionali così come dettato dallo staff nazionale, altrimenti non sarebbe stata
certificata nessuna lista in
 regione. Anche questa cosa è stata messa ai voti su Liquid Feedback e alla fine,
 con un evidentissimo
 distacco, gli attivisti hanno preferito scegliere la votazione piuttosto che
 attendere la manovra risolutiva dai 5 Stelle nazionali. L’idea dell’autorganizzazione
 è stato il leit motiv di questi mesi, una cosa ampiamente confermata dopo le votazioni.
 E la scelta dei candidati sarà fatta per provincia. Ogni gruppo territoriale
 infatti sceglierà i potenziali candidati che verranno messi al voto su base provinciale.
Ma non sarà un voto pubblico, è stato deciso il voto segreto sul portale nazionale.
A questo punto, però, sorge un altro problema, che già si era verificato alle cosiddette
 “parlamentarie” e che ha creato non pochi problemi a Grillo e soci. Chi potrà votare?
E soprattutto, come si fa ad indentificare se un utente è iscritto al movimento entro
una certa data e che non ci saranno problemi di voti falsati o
 gonfiati? Per ora si sa che a votare nelle “regionarie” saranno gli iscritti entro
 il 24 aprile 2013, giorno della caduta del consiglio regionale dopo lo scandalo
 rimborsopoli. Meno chiara la questione candidati. Mentre
 su una delle proposte al voto è stata approvato il criterio di candidabilità per gli iscritt
 fino al 25 febbraio
 2013, giorno di chiusura per le elezioni nazionali, in un altro punto 
è stata votata (e approvata) lacandidabilità agli iscritti al MoVimento
fino al 31 dicembre del 2012.Ma già si sa qualcosa di più su come verranno effettuate
le votazioni: abbiamo già detto della divisione in province, quello che manca è la decisione
 sulla presentazione di due liste, dove gli elettori potranno esprimere doppia preferenza.
Una lista sarà per i candidati consiglieri, l’altra per i candidati presidente.
Chi sceglie di candidarsi in una lista non potrà farlo nell’altra. Una sorta di metodo che
 cercherà di evitare le esclusioni almeno alle regionarie.
Qui però la discussione è ancora in corso all’interno tra gli attivisti.
 Questo perché per molti il criterio votato stabilirebbe l’esclusione diretta di chi,
candidato presidente alle primarie, vorrebbe riprovarci come consigliere.
Ma attenzione ai candidati: prima bisognerà chiudere il programma e poi si potrà partire
 con le candidature. Da questa prima fase di scrematura sulle “regionarie” alla fine
 dovrà uscire una sola lista che comprenderà 20 candidati consiglieri ed uno soltanto
 in corsa alla presidenza.
v.panettieri@luedi.it
Quotidiano della basilicata

venerdì 30 agosto 2013

Nel PD la notte dei grandi coltelli , il tutto si gioca tra D'Andrea e Adduce. Verso le elezioni Regionali in primavera. l'incognita 5 stelle

Domani 31 Agosto alle 19.00 P.zza Heraclea Policoro , il Portavoce al senato movimento 5 Stelle  Sen. V. Petrocelli incontra i cittadini

E' stata la lunga notte del Pd questa che è passata , siamo all'epilogo di uno scontro senza precedenti in
De Filippo e D'Andrea
basilicata. Sembrerebbe ormai che tutto si giochi su due nomi Salvatore Adduce attuale sindaco di Matera e l'ordinario di storia dell' Università D'Andrea Giampaolo. Lo scontro nel PD  non non è stato su due  progetti alternativi  su un idea forte del futuro di questa regione ,  il tutto e circoscritto a una battaglia di potere, Pittella e di Filippo contro Follino e Bubbico, quest'ultimi divenuti alla bisogna giustizialisti. Il professore è sostenuto fortemente da De Filippo e dai fratelli Pitella  , mentre Adduce è un piccio di Follino il re sole l'illuminato , e sembrerebbe che lo stesso Bubbico si sia tirato fuori da questa contesa , visto i rapporti buoni con il professore.

Il PD partito di maggioranza relativo ma molto relativo in Basilicata vive e governa anzi governicchia o sarebbe meglio dire gestisce il potere grazie all'inesistenza di un centrodestra incapace rissoso e   compromesso. Ormai siamo in mano a un pugno di oligarchici , tutti gli altri  incapaci ancora (tra parentesi ancora ) di creare una vera alternativa. Infatti le speranze di cambiamento si giocheranno su cosa saprà fare il movimento 5 stelle , se avrà capacità di aprirsi ed aggregare un gruppo dirigente capace di proporre uomini e idee per governare , allargando ai movimenti la sua forza attrattiva , o riterrà sufficiente che basti un tour di Peppe Grillo ed essere autosufficiente  per vincere una partita che li potrebbe portare al governo di una regione , e che regione perchè in basilicata si decidono le sorti energetiche di questa nazione.

A Policoro invece si contendono un posto in lizza i consiglieri del PD ,  Fabiano  Montesano per l'area chiurazziana e Franco . Labriola legato da sempre a Vincenzo Santochirico.

Nessuno però ha ancora fatto i conti con quel che potrebbe decidere a giorni il Tar Basilicata , infatti giace al tribunale amministrativo di Potenza un ricorso fatto dal consigliere Mollica (tra l'altro si è costituito parte attiva come elettore un cittadino Policorese "Salvatore Silvestri) che contesta il provvedimento del prefetto di indizione dei comizi elettorali , perchè tale provvedimento  parla di elezione di 20 consiglieri compreso il presidente , mentre la legge parlerebbe di 20 consiglieri escluso il presidente. Se il Tar desse ragione a questa Tesi , le elezioni sarebbero spostate in Primavera.

giovedì 29 agosto 2013

Verso le Regionali : Follino e Bubbico e il pentitismo di comodo

  
il dibattito politico in vista delle elezioni regionali di novembre si fa serrato e pure un tantino cruento. Il fermento riguarda l’intero panorama politico ma i fari sono puntati sulla battaglia che infuria all’interno del PD. Folino e Bubbico contro i Pittella, l’anima democristiana che si contrappone agli ex comunisti, i giovani democratici che scalpitano reclamando vero rinnovamento.
Stavolta non sarà facile, come in passato,trovare un equilibrio.
Fra i vari interventi uno, sulle pagine de Il Quotidiano,  mi ha particolarmente colpito, è Francesco Perone, giovane imprenditore ritenuto vicino alle posizioni del PD anche per via della sua amicizia personale con Roberto Speranza, che le manda a dire senza peli sulla lingua a Folino e alla sua presunta volontà di cambiamento.
Le parole di Perone sono pesanti come macigni perché affrontano il nocciolo delle questioni legate alla politica regionale delle due ultime consiliature.
Da imprenditore alle prese con la crisi non fa sconti alla burocrazia regionale ed indirettamente al Partito Democratico che ha in mano da tempo le leve del comando.
Francesco accusa senza mezzi termini Folino di pentitismo di comodo facendo notare che non è bastato aver traslocato al Parlamento per tirarsi fuori dalle responsabilità che hanno portato la Basilicata nel baratro.  C’è un affondo anche per quanto riguarda le vicende di “rimborsopoli”, dallo scranno di Presidente del Consiglio regionale Folino non poteva non aver “visto”, quindi anche lui è ritenuto responsabile. Niente male la verve polemica nei confronti di Folino…..
A cercare di mettere tutti d’accordo ci tenta l’ex presidente della Giunta Regionale De Filippo che dal suo cilindro tira fuori una proposta di nomi che, a suo modo di vedere, potrebbe mettere d’accordo tutte le anime del partito per il nome del candidato a presidente della futura giunta.
Due dei nomi proposti, Giampaolo D’Andrea e Rocco Colangelo,   rappresentano l’archeologia politica lucana, gli altri due, Salvatore Adduce e Vincenzo Santochirico vogliono placare il campanilismo materano. Nulla di assolutamente nuovo sotto il sole. Non so come la prenderanno i Giovani Democratici questa proposta, chissà che ne pensano i cosiddetti alleati del PD…. E vediamo soprattutto che succede in questi giorni. Che si rendano conto però i capi-bastone del PD che hanno gravi responsabilità politiche per come hanno governato la Basilicata, hanno gestito, in maniera dissennata un mare di fondi pubblici, senza che la Basilicata abbia fatto un salto di qualità, anzi è tutto il contrario…. povertà, emigrazione, clientelismo, familismo (amorale), sperperi sono i TAG della Basilicata del 2013, una Regione che rischia seriamente di sparire sia dal panorama delle Regioni italiane che come comunità etnica

Di Astronik Antonio Nicastro

mercoledì 28 agosto 2013

Lippo e Leone continuano a prendere in giro la città. Sulla spazzatura verso la denuncia per danno erariale alle casse del comune

Con un intervista sul metapontino il sindaco ci dice a chiare lettere che adesso la colpa è dei cittadini , lui sindaco oggi è sindaco ieri quando è stato  assegnato l'appalto dei rifiuti  con quel capitolato  alla tradeco ,  è il verginello del niente Saccio , e insieme al trentenne Lippo(ma solo anagraficamente , ha imparato subito le pratiche della peggiore politica , quella di mentire di fronte all'evidenza trattandoci come degli imbecilli) scionira una bugia dopo l'altra con grande irresponsdabilità come quando dice che il DEC " segnala irregolarità" che per norma e per legge andrebberò sanzionate , ma che loro ne" discuteranno nel nuovo capitolato " ( concetto quest'ultimo senza senso )
Lippo o è un grande bugiardo oppure il dirigente dell'ufficio tecnico del comune di Policoro ha scritto delle falsità nella determina Liquidazione del canone mensile di Luglio n° 1.144 , QUANDO  dice ; " visto la relazione positiva del DEC"
Continuano a giocare sulla nostra pelle e con i nostri soldi , avevano dichiarato non una lira in più invece ci troviamo non solo nella munezza ma a dover pagare il 20% per cento in più nella prossima bolletta della spazzatura , alla ditta che per inadempienza invece di applicare le penali , loro invece applicano gli adeguamenti contrattuali .
Caro Leone e Lippo questo significa danno erariale alle casse del comune , che noi prontamente segnaleremo alle autorità competenti insieme alle scellerate consulenze date irregolarmente su questa vicenda a società del nord.
Affermano che non vi è emergenza sanitaria , infatti non è ancora scoppiata nessuna epidemia , e la denuncia documentata di cittadinanza attiva di presenze massicia di topi in città , viene aggredita dal sindaco con parole gravi verso un'associazione , che è tra le poche a differenza di quelle vicine al primo cittadino e ai suoi prodi a non chiedere ed avere soldi pubblici , libera e indipendente.
Sono non solo intolleranti e settari ma anche di una violenza verbale  inaudità , e pretendono di non essere trattati alla stessa maniera , i cittadini sono stanchi delle loro manifesta incapacità di dare risposte alla città , si aspettavano il nuovo , ma si ritrovano il peggio , nulla è  cambiato anzi è peggiorato  a cominciare dall'ufficio tecnico , meno servizi e più tasse aspettando il nuovo appalto  , milionario , che sarà un salasso per i cittadini , la più alta della basilicata , loro questo primato ,quello di salassarci non lo vogliono perdere.  Eppure sul palco avevano spergiurato che non avvrebberò aumentato di una lira le tasse della raccolta dei rifiuti..... VERGOGNATEVI

ps. anche questa intervista sul metapontino , sarà un'ulteriore elemento di prova che utilizzeremo a nostro favore pr la riduzione della tassa di questo anno del 40 % così come prevede la legge. A settembre distribuiremo le istanze a tutti i cittadini

martedì 27 agosto 2013

Un'estate da Ricordare per Colobraro e da dimenticare per Policoro



Se c'è un paese da ricordare quest'estate è Colobraro , se c'è ne una da scordare questa potrebbe essere Policoro. Sono le cronache dei quotidiani che in estate hanno un'impennata notevole di vendita a darci queste indicazioni, Il primo articolo su policoro usci a Luglio su controsenso (controsenso è il settimanale più letto in regione anche perchè viene  distribuito gratuitamente) a raccontarci con una pagina intera di un luglio disastroso per il turismo locale complice anche il maltempo ed una città sporca come non mai. Spietata l'analisi sulla città.
Ad agosto invece abbiamo assistito  come meritatamente i giornali enfatizzavano le presenze a Colobraro , che sulla propria nomea aveva creato un evento di grande spessore culturale , dove diventava attrattiva turistica la propria tradizione mista alla riscoperta del borgo antico , con uno spettacolo che è un misto tra il teatro popolare e  la guida turistica alla scoperta del cuore del paese , tutto fatto con poche risorse , dove il protagonismo e il volontariato (quello senza scopo di lucro fatto da molti giovani del Luogo) davano uno spettacolo unico nel suo genere. Policoro i giornali se ne occuparono , tra il faraonico  (per costo ) premio Eraclea scippato al centro della città  e il Blues e Town ( che si dovrebbe chiamare Blues e Beach ) fatti di cronaca , tra cui uno grave , di un accoltellamento.
Poi su FB oltre le centinaia di foto della movida  Policorese  promossa dal gruppo Siritidestate profilo aperto dall'assessore del Turismo , vi erano poi su altri profili moltissime  foto , a centinaia postate da cittadini e turisti dove denunciavano lo stato di abbandono vergognoso della città.  Poi la scelta scellerata di concentrare tutte le attività  su lato destro del lungomare ha definitivamente messo in crisi la città , la sera il centro di Policoro era un deserto , svuotata , e tale dato ha prodotto un danno economico  incalcolabile a tutte aziende presenti nella città. Questa scelta di Leone e i suoi Trenta avrà ripercussioni gravi sulla tenuta di queste aziende , molti commercianti avranno notevoli difficoltà a tener aperta la propria attività quest'inverno , tra la crisi e l'amministrazione la prospettiva è il fallimento , altro che aumento della tassa della spazzatura............... e poi la chicca sulla torta , l'otto agosto fanno una delibera di 800 euro per promuovere sui giornali la città , ma mio dio siamo alla fine dell'estate , l'ennesimo spreco inutile di denaro , non ci volevano dei maghi della comunicazione per capire che 8 agosto la gente ha già deciso dove passare le vacanze , ma loro in testa non hanno i Turisti , ma solo movida........ Le prime pagine poi su tutti i quotidiani e l'apertura su rai TRE Policoro l'ha avuta grazie alla manifestazione della catena umana , ma guarda caso l'amministrazione a quella manifestazione era assente, volutamente non è stata invitata. Che dire poi che nell'anno dell'anniversario del  100 anno della nascita di Dinu Adamesteanu , non hanno promosso una iniziativa di spessore per portare turisti al museo o promuovere i nostri scavi archeologici .......forse perchè nel lato destro di Policoro non vi sono scavi.........................

p.s Noi distribuiremo in questi giorni un  questionario  anonimo affinchè tutti i commercianti ci facciano capire che estate è stata , poi chiederemo al comune di pubblicare i dati sul sito del comune , anche qui vorremmo capire chi decide cosa pubblicare e cosa no , ma di questo ne parleremo la prossima volta

lunedì 26 agosto 2013

Ferrara: 30% di turisti in più. Astronik : forse si riferiva all'aumento dei rifiuti per strada ?

  Il sole fa sempre dei brutti scherzi , quando picchia , eppure questa non è stata
un’estate caldissima , anzi , ma comunque il caldo ha prodotto lo stesso dei Danni. Facciamo questa considerazione perché molte volte non troviamo risposte comprensibili a delle dichiarazione e comportamenti di alcuni amministratori , che pure consideriamo persone di buon senso , ma cominciamo a convincerci che a furia di prenderci in giro con le loro strampalate convinzione di essere i migliori , cominciano seriamente a credere loro stessi alle loro  grossolane dichiarazioni. Ultima in ordine di tempo è quella del mio amico Ferrara , il supermen delle preferenze. Infatti Ferrara , sveste i panni dell’amministratore con delega alla manutenzione, veste quello del giornalista e fa un’inchiesta , dice e di aver interpellato una quindicina operatori , e arriva alla conclusione statistica che vi è stato un afflusso del 30 , 40% per cento turisti , niente meno molti stranieri  infatti siamo stati invasi inglesi e tedeschi che a iosa giravano per le nostre spiagge e i nostri borghi. Ci troviamo di fronte a un dato statistico o dato come tale ma in realtà non è altro che una mistificazione della realtà per auto assolversi per quello che è stato un’estate disastrosa soprattutto per le scelte scellerate compiute da questa amministrazione. E lo diciamo nella consapevolezza che la statistica è  l'analisi della realtà fatta  in modo intelligente e obiettivo, è l’essenza del metodo scientifico e non questo fatto in modo casareccio- Infatti a questa strapallata dichiarazione estiva gli risponde a stretto giro  di posta un operatore su FB :
Sono felice dell'incremento registrato dai miei colleghi operatori turistici del"lungomare lato destro" pari, come dicono, al 30%, mentre sul " lungomare lato sinistro" si e' registrato un decremento notevole di presenze di circa 50%.Non so se questo e' dovuto ad una programmazione turistica proiettata tutto verso il lato destro del lungomare.Questo e' un dato oggettivo, vorrei, pero', da imprenditore economico e contribuente capirne le motivazioni.
 Non  solo ,  ma addirittura un turista che annualmente da oltre dieci anni frequenta le nostre spiagge  , giornalista Free lance collaboratore di consontrosenso e TGURNO , attento osservatore dei costumi lucani  Astronik Antonio Nicastro , anche lui posta un commento di disapprovazione dicendo;
 Bisogna capire che si intende per incremento di presenze del 30 % sul lungomare, di sicuro non sono aumentati di tale percentuale i turisti..... il lungomare è frequentato per il 90% da abitanti di Policoro. Nell'indagine, a mio modo di vedere estemporanea, non si fa cenno al vergognoso stato in cui versano le strade per la massiccia presenza di rifiuti.....
 Rifiuti , infatti ci chiediamo come può un’amministrazione tracciare un bilancio positivo di una stagione che si è caratterizzata per la munezza ? Si chiedono quale immagine hanno dato della città e se si vergognano un po’ per questo ?
Non solo il lato sinistro è stato danneggiato , ma addirittura il centro della città è stato colpevolmente e per scelta svuotato creando un danno economico mortale alle attività presenti al centro.
Ma di questo e di altro parleremo domani con  la seconda parte  : Chi ha ucciso il centro di Policoro ? e quello spreco di denaro pubblico per la pubblicità a fine estate.

domenica 25 agosto 2013

lettera di un Motociclista : le strade di Policoro ? come mulattiere

Caro Frammartino, Le scrivo qui per avere un minimo di visibilità.
Sono un motociclista, e questa settimana ho girato per le strade della Basilicata.
Strade bellissime, panorami mozzafiato, come solo una terra selvaggia può offrire.
Purtroppo però di «selvaggia» c'è anche la condizione disastrata delle strade urbane ed extra.

Girare in moto nella cittadina di Policoro risulta quasi impossibile. E' semplicemente VERGOGNOSO!
Ogni strada, ogni via, presenta un asfalto che farebbe rabbrividire qualsiasi persona dotata di buon senso.
Buche profonde, crepe nell'asfalto che fanno cambiare direzionalità alla moto, avvallamenti, brecciolino nelle curve dossi artificiali altissimi e non segnalati... e molto altro.

Vogliamo parlare di via puglia (direzione cimitero), sembra una grattugia...
Via brennero? La nuova rotonda di viale salerno, con asfalto liscio di pessima qualità e brecciolino? La stessa viale salerno, con i suoi avvallamenti e tombini sopraelevati? Via d'azeglio...? Via siris?  La rotatoria del campo sportivo? Le strade rurali? Non c'è una sola strada che sia una, che si possa percorrere senza dover evitare una caduta a causa delle cattive condizioni dell'asfalto. Questo nel 2013 a fronte di numerosissime tasse pagate, non è ammissibile.

 Le tasse servono per pagare servizi ai cittadini, manutenzione strade, pulizia urbana, decoro etc... Invece cosa abbiamo in riscontro? Strade impraticabili, rifiuti in ogni dove, e decoro urbano che ormai è solo un lontano ricordo...(per non parlare dei cani randagi che in branchi numerosi attraversano la strada o ti abbiano contro)

Girare in moto è rischioso, e ne siamo consapevoli, ma almeno cercare di rendere le strade percorribili senza patemi d'animo dovrebbe essere un obbligo della amministrazione comunale.

Quanto mi piacerebbe sapere cosa pensano gli amministratori locali quando a bordo delle loro autovetture, subiscono le condizioni dell'asfalto? Non ci fanno più caso? Ormai è diventata una cosa normale, e non si pensa mai alle categorie più deboli della circolazione stradale.

La  ringrazio se pubblicherà questa mia, volevo esprimere un mio malcontento. Sono molto legato al mio paese natale, ma vederlo ridotto così mi fa pena e rabbia. Rabbia per chi dai palchi dei comizi si riempie la bocca di tonanti propositi per la comunità, e poi si ammutolisce negli uffici dalle comode poltrone, spendendo fior di quattrini, magari per inutili e leziose manifestazioni. Dovrebbero chiudersi si nei loro uffici, ma per vergognarsi!

Con questo La saluto, e saluto tutti i motociclisti, consigliando loro di prestare il doppio dell'attenzione quando percorrono le «mulattiere» di Policoro.


M.

sabato 24 agosto 2013

Odori e immagini di un'estate da dimenticare

Ci vogliono convincere che sia stata un'estate splendida e danno i numeri ,  in un'operazione di mistificazione della realta' senza precedenti. Di questo parleremo lunedi', oggi vi facciamo vedere solo qualche immagine della citta'e di come e' ridotta , gli odori li sentite quotidianamente

venerdì 23 agosto 2013

«Bonus benzina scippo Veneto» Ecco come vanificare 172 mln

POTENZA - «Per il terzo bonus idrocarburi non si sa come andrà a finire per via del Consiglio di Stato, ma quando avrò quei 140,25 euro del secondo bonus che il Ministero dello Sviluppo economico ha riconosciuto che mi spettavano, come ho verificato collegandomi al sito?». Domanda ancora senza risposta. Perché se è certo che quella somma sarà riconosciuta a tutti quei cittadini che ne avevano diritto (verifica che è possibile ancora fare fino al 30 settembre accedendo alla pagina web del Ministero dello sviluppo economico http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/bonus/verifica/verifica.asp), non è ancora certo cosa succederà dopo la nuova ripartizione del Fondo idrocarburi lievitato a 172 milioni di euro per le produzioni del 2011 e del 2012 dopo i versamenti di Eni e Shell nel 2012 di 78,9 milioni e di 93,2 milioni nel 2013. Ferragosto è passato e dalla prossima settimana al Ministero dello sviluppo economico si ricomincerà a lavorare per sbrogliare quella difficile matassa: includere nel beneficio del bonus idrocarburi le regioni dove si trovano i rigassificatori. Come fare? Dopo la notifica della decisione del Consiglio di stato Il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell’Economia e Finanze provvederà a riformare il Decreto ministeriale prevedendo il ristoro nei confronti delle attività di rigassificazione. Ma non sarà cosa facile, perché gli uffici predisposti dovranno chiarire esattamente in cosa consiste la produzione di un rigassificatore, che tecnicamente è costituita dalla trasformazione di stato da liquido a gassoso. Questioni di natura tecniche per determinare quanto spetta in percentuale, alle regioni dove c’è attività estrattiva e a quelle dove ci sono rigassificatori. Questioni sostanziali per decidere se dimezzare il bonus dei lucani a beneficio di veneti o liguri o attribuirgli, togliere solo una piccola percentuale. Salvo poi, fatti salvi gli effetti dei primi due bonus, trovare un modo per compensare con il nuovo Fondo le mancate entrate nei due anni precedenti alle regioni dei rigassificatori. Ma nella ridda di numeri per quantificare il terzo bonus, che nella peggiore delle ipotesi sarebbe ridotto a meno di 80 euro e nella migliore a circa 160 euro contro i previsti circa 170 euro, si perde di vista lo spirito della norma. E se il coordinatore regionale del Pdl Guido Viceconte, intervistato alla Gazzetta sul bonus ricorda «è una storia antica.... C’è un piccolo blocco, con una sentenza del Consiglio di Stato che lo ha ridimensionato... È un sacrosanto diritto e faremo, in tempi rapidi, provvedimenti legislativi per averlo». Ma questa storia antica vale la pena di ricordarla. E proprio mentre arrivava la bozza del decreto di ripartizione del primo Fondo nel 2010, anche allora sull’ammontare del bonus si discuteva. Era il 30 luglio e la Gazzetta titolava : «Sconto sulla benzina ma è guerra sulle cifre. De Filippo: solo 70 euro. Latronico e Taddei: no, 100 euro». E se il Pd tuonava «decreto contro la regione... mossa propagandistica, ma il governo non si occupa degli ultimi e mostra la sua scarsa sensibilità sociale». «E la vecchietta che non guida e non ha l’auto? La famiglia con un solo patentato?» Non è un’elemosina replicava, infatti, il Pdl. «Abbiamo vinto una battaglia cominciata nel 2006 a cui non credeva nessuno puntando sull’art. 45 che ha aumentato di 3 punti le royalty portandole dal 7 al 10 per cento». E poi ricordava: «ci fu un attacco del centro sinistra che paventò il dirottamento dei soldi al Veneto. I fatti dimostrano che avevamo ragione noi». Ma al di là dei «botta e risposta» che continuano, sono quei 172 milioni per fare benzina che dovrebbero far riflettere. [l.ier.]

Tratto dalla gazzetta del mzzogiorno

giovedì 22 agosto 2013

Sommersi dall'immondizia ,diffidato il comune di Policoro,abbiamo il diritto di non pagare la tassa .

nella determina 1144 del 8/8/2013  di liquidazione della raccolta dei rifiuti alla Tradeco  , che porta il canone da 155 mila euo  a 185 mila con un aumento di circa il 20% , il dec con una nota 20799 del 06/08/2013attesta la regolare esecuzione del contratto da parte della Tradeco. In pratica l'ufficio tecnico del comune di Policoro dice , paghiamo, visto che la Tradeco ha attemperato al contratto. Peccato che noi comuni cittadini ( abbiamo ricchissima documentazione video , foto e segnalazioni) non ci siamo accorti di questo servizio.

La città era sporca ed è rimasta sporca  , anzi e diventata una munezza. Ma ciò è il minimo , in intere zone del paese a cominciare dal mare si è abbandonato la raccolta differenziata per ritornare alla indifferenziata ,  questo aspetto che non è sfuggito ai più è sfuggito al DEC , probabilmente costui avrà le sue buone  ragioni  (lo speriamo per lui)  ,  oggi chiederemo formalmente copia di detta relazione e la pubblicheremo. Presumiamo che la positiva relazione del DEC per il servizio di raccolta , non abbia evidenziato neanche lo stato di abbandono delle strade , dove è evidente che in interi quartieri lo spazzamento non si fa da mesi e mesi  come scandaloso è lo stato di abbandono della zona che va dalla chiesa Buon Pastore alle case popolare , dove vi  è una situazione da terzo mondo da emergenza sanitaria. Ci chiediamo nessuno è passato da li  nessuno si è accorto di una situazione che dura da settimane ? Probabilmente i nostri amministratori erano tutti a Policoro Beach a godersi la movida Policorese , si sa al buio la schifezza non si vede e la brezza del mare allontana la puzza.
Oggi invieremo anche su questo una diffida ad adempiere al comune e segnaleremo la cosa alle ASL, oltre a segnalare IL TUTTO alla prefettura.
Inoltre vi segnaliamo la nota che pubblichiamo per intero ell'avv.to Bellizzi , in cui ci spiega  che come cittadini abbiamo il diritto a non pagare integralmente la tassa e che non dobbiamo vivere questo degrado come una sorta di male inevitabile , anzi secondo noi i responsabili hanno un nome e cognome ben individuabili e che ci stanno preparando sull'emergenza  bel cappotto , un nuovo appalto  ricco molto  ricco ci farà rimpiangere quello di Sanza , eppure Leone aveva giurato sui palchi non una lira in più .............probabilmente volva  dire che non le avrebbe lasciate nelle tasche dei cittdini.

A settembre partirà insieme alle altre associazioni che aderiranno  l'iniziativa per la riduzione della  tassa della spazzatura così come prevista dalla legge , NOI LE MANI IN TASCA DA QUESTI NON C'è LI FACCIAMO METTERE SENZA DIFENDERCI...

Nota dell’avv.to Bellizzi
SE IL COMUNE NON GARANTISCE LA RACCOLTA DEI RIFIUTI IL CITTADINO DEVE OTTENERE LO SGRAVIO DELL’IMPOSTA SUI RIFIUTI.
Oggi come già un anno fa a Policoro si vive l’emergenza rifiuti con un servizio approssimativo in alcune zone  mancante. Ad agosto dell’anno scorso poiché la ditta appaltatrice non  rispettava il calendario per la raccolta dell’umido alcuni cittadini hanno dovuto segnalare la questione al locale Comando della Polizia Municipale che ha constatato l’omessa raccolta dei rifiuti e il grave disagio dei cittadini e, soprattutto, degli operatori commerciali.Poiché il mancato o inefficace servizio di raccolta differenziata, con conseguente stazionamento dei rifiuti negli appositi contenitori, comporta l’obbligo per il Comune di ridurre o addirittura  sospendere il tributo lo studio legale Bellizzi ha inviato formale diffida con specifica richiesta di sgravio per gli importi non ancora pagati.
Tuttavia, il Comune di Policoro non ha inteso adempire rendendo necessario ricorrere alla Commissione Tributaria di Matera per difendere gli interessi dei cittadini di Policoro.In effetti, la legge che disciplina la tassa per la raccolta dei rifiuti prevede da una parte l’obbligo del cittadino di pagare ma,dall’ altra anche il diritto di ottenere un servizio efficace e puntuale. Se in realtà i rifiuti stazionano nei cassonetti e il cittadino è costretto a vivere con enorme disagio anche da un punto di vista igienico-sanitario reso ancor più grave dalle alte temperature estive, ha il diritto di non pagare integralmente la tassa. E’ opportuno sensibilizzare l’opinione pubblica al riguardo che spesso vive il degrado urbano come una sorta di male inevitabile.
Ogni cittadino deve sapere che ha dei diritti da esercitare e che l’amministrazione comunale ha l’obbligo di di assicurare alla comunità un servizio adeguato al sacrificio economico imposto a tutti.E’ per questo motivo lo studio legale Bellizzi ha deciso di sottoporre la questione alle autorità giudiziarie competenti al fine di 
poter ottenere il riconoscimento del diritto dei cittadini alla riduzione del’imposta così come stabilito per legge.
Avv. Giovanna Bellizzi





mercoledì 21 agosto 2013

Petrolio: inchiesta della Procura di Potenza: sospetti sugli affari della moglie del dg regionale all’Ambiente, Donato Viggiano.

Nuova inchiesta della Procura di Potenza: sospetti sugli affari della moglie del dg regionale all’Ambiente, Donato Viggiano. Acquisite dalla Finanza due delibere con cui la Giunta nel giro di meno di due mesi, ha concesso prima l’autorizzazione integrata ambientale all’infrastruttura fondamentale per le estrazioni di petrolio in Val d’Agri, e poi l’ok per i «lavori di ammodernamento e miglioramento delle performance produttive». 
di LEO AMATO
Centro oli Eni di Viggiano:
autorizzazioni al vaglio dei Pm

di LEO AMATO
POTENZA - C’è una nuova indagine della Procura della Repubblica di Potenza sul Centro oli Eni di Viggiano, e ruota attorno a due autorizzazioni della Regione. Motivo? Il conflitto d’interessi del capo del dipartimento Ambiente della Regione, dal momento che all’epoca sua moglie era in affari con alcuni imprenditori proprio nell’orbita dell’Eni, e con loro si sarebbe guadagnata una commessa per la progettazione proprio di alcuni dei lavori autorizzati.
Sono allo studio degli uomini della polizia tributaria della Guardia di finanza ormai da qualche settimana le delibere numero 313 e 627 del 2011, con cui la giunta regionale nel giro di meno di due mesi, ha concesso prima l’autorizzazione integrata ambientale all’infrastruttura fondamentale per le estrazioni di petrolio in Val d’Agri, e poi l’ok per i «lavori di ammodernamento e miglioramento delle performance produttive». A dare il “la” al lavoro degli investigatori coordinati dal pm Sergio Marotta sono stati gli articoli pubblicati in proposito a marzo sul Quotidiano della Basilicata. 
In primo piano c’è una giovane società di progettazione, la Med.Ing. srl (Mediterranea Ingegneria), nata un mese dopo la nomina di Donato Viggiano a direttore generale del Dipartimento ambiente della Regione, con l’idea che «solo una profonda conoscenza del territorio e dei meccanismi socioeconomico-politici che ivi sottendono, unita alle migliori competenze e risorse, possa consentire di rispondere in modo efficace e efficiente alle richieste» delle compagnie che operano nell’industria dell’oil & gas. Così sul loro sito internet. Fatto sta che la Med. Ing sarebbe entrata a tempo di record nel gotha delle ditte più quotate dell’indotto petrolifero locale e non. In più nel giro di pochissimo è arrivata anche «una prima commessa importante» da un’azienda nell’orbita dell’Eni: il gruppo Cosmi della famiglia Resca, che esprime anche un membro nel consiglio di amministrazione guidato da Giuseppe Recchi e da Paolo Scaroni. In pratica, dei «rilievi ingegneristici inerenti le modifiche da apportarsi sulla linea 4 del CO.VA», che poi sarebbe il Centro oli della Val d’Agri. «Modifiche» nell’ambito dei lavori da quasi 300 milioni di euro autorizzati  a maggio del 2011 dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Ambiente, con parere favorevole del Comitato tecnico regionale presieduto dal direttore generale Donato Viggiano. Un salto clamoroso rispetto ai lavoretti che costituiscono il resto del portafoglio di realizzazioni della Med. Ing. effettuati perlopiù sui capannoni delle ditte riconducibili al socio di maggioranza ed amministratore della società, un imprenditore di Polla  a sua volta da tempo nell’orbita della compagnia del cane a sei zampe. Forse troppo clamoroso, se poi scopre che tra i soci che avevano costituito la Med. Ing. c’è la moglie di Donato Viggiano, di professione insegnante di matematica del Liceo classico di Pisticci, senz’altre esperienze imprenditoriali di rilievo alle spalle.
Maria Grazia Panetta, questo il nome della signora, risulta aver ceduto la sua quota a un nuovo socio a dicembre dell’anno scorso: 4mila euro nominali di cui 1.250 versati. Né un euro in più ne un euro in meno di quanto registrato nell’atto di costituzione. Un pessimo affare insomma, come ha sostenuto lo stesso Viggiano replicando al Quotidiano. «La società ha svolto tra il 2011 e il 2012, incarichi per attività di ingegneria per 326mila euro da parte di una società fornitrice di quella titolare del centro olii». Così il dg regionale all’ambiente Qualcosa tipo «lo 0,1%» rispetto a una stima approssimativa del valore dei «lavori di ammodernamento e miglioramento delle performance produttive» del Centro nel comune di Viggiano. Lavori su cui sempre il Quotidiano ha portato alla luce un documento dell’Eni in cui si parla di un «potenziamento» già realizzato, sfruttando le giornate di fermo dell’impianto già previste (ognuna vale circa 7 milioni di euro), nell’ottica di un aumento delle estrazioni, quindi della produzione. Solo che questo, in realtà, non è stato ancora autorizzato dalla Regione, dato che le trattative a riguardo sono, tutt’altro che concluse, ma a via Verrastro sembra che non se fosse accorto nessuno. 
POTENZA - C’è una nuova indagine della Procura della Repubblica di Potenza sul Centro oli Eni di Viggiano, e ruota attorno a due autorizzazioni della Regione. Motivo? Il conflitto d’interessi del capo del dipartimento Ambiente della Regione, dal momento che all’epoca sua moglie era in affari con alcuni imprenditori proprio nell’orbita dell’Eni, e con loro si sarebbe guadagnata una commessa per la progettazione proprio di alcuni dei lavori autorizzati.Sono allo studio degli uomini della polizia tributaria della Guardia di finanza ormai da qualche settimana le delibere numero 313 e 627 del 2011, con cui la giunta regionale nel giro di meno di due mesi, ha concesso l’autorizzazione integrata ambientale all’infrastruttura fondamentale per le estrazioni di petrolio in Val d’Agri, e l’ok per i «lavori di ammodernamento e miglioramento delle performance produttive».
A dare il “la” al lavoro degli investigatori coordinati dal pm Sergio Marotta sono stati gli articoli pubblicati in proposito a marzo sul Quotidiano della Basilicata. In primo piano c’è una giovane società di progettazione, la Med.Ing. srl (Mediterranea Ingegneria), nata un mese dopo la nomina di Donato Viggiano a direttore generale del Dipartimento ambiente della Regione, con l’idea che «solo una profonda conoscenza del territorio e dei meccanismi socioeconomico-politici che ivi sottendono, unita alle migliori competenze e risorse, possa consentire di rispondere in modo efficace e efficiente alle richieste» delle compagnie che operano nell’industria dell’oil & gas. Così sul loro sito internet. Fatto sta che la Med. Ing sarebbe entrata a tempo di record nel gotha delle ditte più quotate dell’indotto petrolifero locale e non. In più nel giro di pochissimo è arrivata anche «una prima commessa importante» da un’azienda nell’orbita dell’Eni: il gruppo Cosmi della famiglia Resca, che esprime anche un membro nel consiglio di amministrazione guidato da Giuseppe Recchi e da Paolo Scaroni.
In pratica si tratta dei «rilievi ingegneristici inerenti le modifiche da apportarsi sulla linea 4 del CO.VA», che poi sarebbe il Centro oli della Val d’Agri. «Modifiche» nell’ambito dei lavori da quasi 300 milioni di euro autorizzati  a maggio del 2011 dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Ambiente, con parere favorevole del Comitato tecnico regionale presieduto dal direttore generale Donato Viggiano. Un salto clamoroso rispetto ai lavoretti che costituiscono il resto del portafoglio di realizzazioni della Med. Ing. effettuati perlopiù sui capannoni delle ditte riconducibili al socio di maggioranza ed amministratore della società, un imprenditore di Polla  a sua volta da tempo nell’orbita della compagnia del cane a sei zampe. Forse troppo clamoroso, se poi scopre che tra i soci che avevano costituito la Med. Ing. c’è la moglie di Donato Viggiano, di professione insegnante di matematica del Liceo classico di Pisticci, senz’altre esperienze imprenditoriali di rilievo alle spalle.
Maria Grazia Panetta, questo il nome della signora, risulta aver ceduto la sua quota a un nuovo socio a dicembre dell’anno scorso: 4mila euro nominali di cui 1.250 versati. Né un euro in più ne un euro in meno di quanto registrato nell’atto di costituzione. Un pessimo affare insomma, come ha sostenuto lo stesso Viggiano replicando al Quotidiano. «La società ha svolto tra il 2011 e il 2012, incarichi per attività di ingegneria per 326mila euro da parte di una società fornitrice di quella titolare del centro olii». Queste le parole del dg regionale all’ambiente. Qualcosa tipo «lo 0,1%» rispetto a una stima approssimativa del valore dei «lavori di ammodernamento e miglioramento delle performance produttive» del Centro nel comune di Viggiano. Lavori su cui sempre il Quotidiano ha portato alla luce un documento dell’Eni dove si parla di un «potenziamento» già realizzato nell'ottica del prossimo aumento delle estrazioni dalla Val d'Agri - quindi della produzione - sfruttando le giornate di fermo dell’impianto previste (ognuna costa circa 7 milioni di euro di greggio in meno). Solo che questo - l'aumento delle estrazioni e il potenziamento dell'impianto - in realtà non è stato ancora autorizzato dalla Regione, dato che le trattative a riguardo sono tutt’altro che concluse. Ma a via Verrastro sembra proprio che non se fosse accorto nessuno.

martedì 20 agosto 2013

Spazzatura e schifezze 2° parte , Siamo al festival delle Bugie , il costo aumentato per stare nell’imondizia

Vi ricordate appena pochi mesi fa avevamo  scritto un post dove prevedevamo  che la
il vip Lippo alla festa della Fragola
tassa della spazzatura al netto dei 30 centesimi al metro quadrato di aumento  della Tares  , sarebbe aumentata del  20- 30%  quest’anno e del 50 per cento con il nuovo progetto quello calato dalle alpi   già pronto da mesi nel cassetto dell’amministrazione .  Purtroppo per noi cittadini che dovremmo pagare di tasca nostra le scelte scellerate di costoro non mi sbagliavo , anzi le mie previsioni per adesso sono confermate , ma saranno destinate a peggiorare.   Nel mese di marzo , aprile  le fatture saldate alla Tradeco ammontavano comprensivi di iva a una somma che si aggirava più o meno a 155 mila euro  , mentre nel mese di luglio questa somma è salita a ben 185 mila euro  , quindi con un aumento secco del 20% .  Un aumento ingiustificato visto la qualità del servizio che è peggiorato ma come in questi giorni dimostreremo la tradeco ha abbandonato la raccolta  differenziata per passare all’indifferenziato almeno nella zona lido. Eppure in conferenza stampa in modo pomposo  Leone e il suo prode mancato assessore avevano promesso nessun aumento anzi …….. addirittura d aver piegato la tradeco nel gioco forza , Tutte palle , siamo alla fiera della bugia , fanno a gara a chi la spara più grossa.  La  determina di pagamento di luglio ( 1,144 dell’08/08/2013 )  tra l’altro  il DEC certifica la regolare esecuzione del servizio , siamo curiosi di leggere  questa dichiarazione di regolarità , perché una cosa è certa tutto possiamo dire fuorchè  che il servizio della raccolta a Policoro abbia rispettato i minimi termini del contratto in essere ,  ma su questo parleremo domani , pubblicando anche la documentazione corposa che abbiamo realizzato in questo mese di silenzio.

Vi preghiamo di segnalarci e raccontarci nei commenti come avete vissuto questa esperienza nell’estate che stiamo lasciando alle spalle , vi raccomandiamo un linguaggio non offensivo se no saremo  costretti a censurare , oppure questi passeranno solo se identificati.

lunedì 19 agosto 2013

Un'estate nella munezza schifezza. A settembre pronti i ricorsi contro l'amministrazione comunale

foto presa dal profilo FB di com.propietari lido policoro
Sara'ricordata come l'estate della munezza Policorese. C'e' ne e' stata di munezza sia al centro che in periferia , ma per la gioia dei turisti anche nelle campagne. 

Abbiamo dovuto  sopportare il disaggio e la vergognosa immagine che abbiamo dato della citta' ai turisti , e come se non bastasse ne dovremmo pagare anche i costi di questo schifo. Infatti questo capolavoro estivo dell'assessore Lippo anzi mancato ass.re , è costato di più , altro che risoluzione del contratto a costo zero , ma le schifezze non finiscono qua , sulla spazzatura in questo mese si sono consumati incarichi ai soliti noti ed omissioni di atti di ufficio, tutte cose di cui scriveremo documenteremo  in questi giorni su questo blog. 

Tali sono le inadempienze e i disaggi che abbiamo dovuto subire, che abbiamo deciso che da settembre con l'aiuto dei nostri leali metteremo su una vertenza contro l'amministrazione sulla tassa dei rifiuti, cosi come sancito dalla corte costituzionale, che sui rifiuti si paga il servizio reso,  mentre a noi Lippo e i suoi hanno reso solo munezza e schifezza.  

domenica 18 agosto 2013

Trani SLOW e Policoro DIRTY

Ieri a Barletta oggi a Trani , due città meravigliose , ricche di arte e cultura , buona cucina e una popolazione cordiale e gentile. Al di la della bellezza di queste città , mi stupisce la cura maniacale che hanno dei centri storici , e come tutte le iniziative pubbliche vengano concentrate al centro. Mi spiegava un addetto dell'ATP , che questa era una scelta ragionata , spinta dal bisogno di rafforzare la propria identità , la gente si riconosce come comunità solo se ritrova il proprio vissuto e negli spazzi temporali dove questi si sono succeduti. La folla di gente , non solo teenarger , ma anche anziani , che vivono la loro città fino a tarda notte , trascinano con se i turisti ,che  solo il sonno e la stanchezza del turista ti fa abbandonare  questo splendido vivere , Trani slow recita il cartello disseminato per la città , goditi la città ai ritmi più umani  , mentre se penso a Policoro , la prima immagine che mi viene e quella di una città sporca e svuotata al centro , questi sono riusciti la dove anche a volerlo non si riusciva a fare , svuotare la fragile identità di una citta e tenerla scientificamente sporca , ma di questi cominceremo a parlare da domani , questa è stata un'estate DIRTY per Policoro 

venerdì 16 agosto 2013

A Colobraro la scaramanzia attira turisti. Una lezione per i nostri amministratori. Diteci che estate è stata..

Riportiamo l'articolo su Colobraro della Gazzetta del Mezzogiorno. Un modo di fare turismo facendo
affidamento sulla propria identità e spendendo pochi soldi. Una lezione che i nostri dovrebberò imparare ed apprendere , ma sono così supponenti e poco umili , autoreferenziali che non se ne sono neanche accorti........

E proprio sull'estate policorese apriamo i commenti vogliamo sapere da voi che estate è stata.....

Articolo Gazzetta su Colobraro

MATERA - Riuscire a trasformare la cattiva nomea di portare “jella” al solo pronunciare il nome in un’occasione turistica: è quello che sta accadendo a Colobraro, piccolo paese della provincia di Matera perseguitato da decenni dalla brutta fama di portare male e per questo diventato il “paese innominabile” o “quel paese”, altrimenti scattano corna e i consueti gesti plateali contro la malasorte. E così a Colobraro sono stati così bravi da utilizzare la scaramanzia come un volano per attirare attenzioni e ci stanno riuscendo tanto che quest’anno, per la terza edizione, il centro storico del piccolo Comune di 1500 anime sarà animato due volte alla settimana dallo spettacolo teatralizzato ed itinerante “Sogno di una notte... a quel paese”.

Appunto, la stessa comunità ormai abituata gioca con questa credenza facendola diventare un modo per far arrivare turisti e in questo modo prendendosi anche un “risarcimento morale” per tanti decenni di imprecazioni. In realtà questa eredità del passato è più legata ad una leggenda urbana ed è stata alimentata dalle malelingue degli altri paesi lucani. Si dice, infatti, che tutto nascerebbe da un aneddoto. Negli anni '40, nel salone della Provincia di Matera, un professionista di Colobraro avrebbe “profetizzato” la caduta di un lampadario. Vedendolo infatti penzoloni o poco sicuro, avrebbe detto qualcosa come “quello lì tra poco crolla”. Il guaio è che, stando alla storia che si racconta, il lampadario cadde davvero e s'infranse. Non solo, provocò anche un grosso incendio. E da quel momento, soprattutto per i materani, il paese fu “segnato”.

Se questo è molto probabilmente un chiacchiericchio di paese, ingigantito per le solite ragioni di campanile, è possibile che la particolare etichetta di portare male, o, se si vuole dirlo nel politicamente corretto, di non portare bene, al paesino della valle del Sinni più probabilmente è stato affibbiato perchè l’antropologo Ernesto De Martino dedicò un capitolo del suo “Sud e magia”, uno studio che esplora il persistere nella Lucania profonda di pratiche di magia cerimoniale, tra fatture, possessioni, esorcismi e fascinazione stregonesca. E' anche vero che De Martino girò molti luoghi della Basilicata e già Carlo Levi, nelle pagine di “Cristo si è fermato a Eboli”, scolpì i ritratti di consuetudini locali legate alla magia e alla superstizione, tuttavia solo Colobraro ha “guadagnato” tale vulgata. E così l’amministrazione comunale e le associazioni culturali del posto hanno deciso di sovvertire tale etichetta usandola come un boomerang per un effetto contrario, ottenendo dei vantaggi per far conoscere davvero il paese e per smentire le leggende. Nel contempo, è stato creato un modo per far arrivare gente a Colobraro che altrimenti se ne sarebbe guardata bene. Giocando in attacco, anzichè in difesa, Colobraro riesce a combattere la triste nomea che ancora resiste. 

Quante volte abbiamo sentito nominare Colobraro con uno scaramantico “quel paese”? Da questa domanda, Colobraro ha fatto nascere lo spettacolo “Sogno di una notte d’estate... a quel paese”. Una rappresentazione teatralizzata che si svolge nel centro storico, con un sapiente gioco di luci sulla rupe del castello, attraverso diversi “quadri viventi”, per poi concludersi con la degustazione di piatti tipici di Colobraro. Divertimento assicurato tra storie del passato rilette tra “affascini” e “monachicchi” fino a svelare le origini del mito, tutto con un tenore lieve e ironico. Finora il riscontro è stato positivo tanto che rispetto allo spettacolo settimanale dell’anno scorso, quest’anno ad agosto gli appuntamenti sono raddoppiati (ogni martedì e venerdì, a partire dalle 19.00 in piazza Vittorio Veneto). Inoltre gli attori e figuranti, diretti da Giuseppe Ranoia, vengono spesso chiamati anche in rassegne culturali estive di altri Comuni. Un intero paese, praticamente, è coinvolto nello spettacolo. L'obiettivo dei cittadini di Colobraro, a cominciare dal sindaco Andrea Bernardo, è di sfatare la nomea del “paese jella” per farlo diventare piano piano “il paese portafortuna”. Anche lo spettacolo è tutto costruito intorno agli elementi della leggenda. Tanto che gli spettatori, prima di iniziare nel “viaggio” dello spettacolo, possono munirsi di un apposito amuleto.

mercoledì 14 agosto 2013

Napolitano a Berlusconi: “Ti dò la grazia se fai il bravo”

Tecnicamente è una “dichiarazione”, non una nota, vergata nella tenuta presidenziale di Castelporziano, vicino a Roma, e che il capo dello Stato fa pubblicare sul sito istituzionale del Quirinale, verso sette e mezzo di sera. Giorgio Napolitano risponde a Silvio Berlusconi e lo fa nel peggiore dei modi per il Cavaliere. Il Colle, infatti, apre alla grazia per B., dopo la condanna definitiva in Cassazione per i diritti tv Mediaset, ma nella sua lunga dichiarazione si addensano, uno dopo l’altro, tutti i paletti posti come condizione per dare il gesto di clemenza, a patto che venga chiesto. A PARTIRE dal fatidico passo indietro di Berlusconi che Gianni Letta, ambasciatore tra “Silvio” e “Giorgio”, aveva già anticipato nei giorni scorsi. I passaggi che vanno in questa direzione sono due. Il primo funge da premessa: “È comprensibile che emergano – soprattutto nell’area del Pdl – turbamento e preoccupazione per la condanna a una pena detentiva di personalità che ha guidato il governo (fatto peraltro già accaduto in un passato non lontano) e che è per di più rimasto leader incontrastato di una formazione politica di innegabile importanza”. Tra parentesi, Napolitano si riferisce ad Arnaldo Forlani, ex segretario della Dc, che venne condannato definitivamente per la maxi-tangente Enimont. Non un esempio a caso. A differenza del democristiano Forlani, B. è “rimasto leader incontrastato” di una forza cui comunque il Colle riconosce il merito di aver contribuito alla nascita del governo Letta. Detto questo, e subito dopo aver elencato meticolosamente la procedura della grazia e puntualizzato che “nessuna domanda mi è stata indirizzata”, Napolitano dà una lezione di realismo estremo al Cavaliere nel passaggio finale: “Toccherà a Silvio Berlusconi e al suo partito decidere circa l’ulteriore svolgimento – nei modi che risulteranno legittimamente possibili – della funzione di guida finora a lui attribuita”. Qui, il capo dello Stato tira in ballo la questione della successione nel centrodestra. Per un motivo semplice: la grazia, se richiesta e poi concessa, non risolverà il problema dell’incandidabilità di B. secondo la legge Severino. In pratica, guardando in filigrana la dichiarazione del Colle, si scorge il profilo di un Cavaliere ridotto al ruolo di padre nobile, che si ritira dalla politica attiva dopo aver ottenuto la grazia. È lo scenario immaginato dalle colombe del Pdl (Gianni Letta, Alfano, Schifani), non certo dai falchi della Santanché. Il secondo paletto del Quirinale è che la sentenza va accettata, altra condizione anticipata sempre da Gianni Letta nei giorni scorsi: “Nell’esercizio della libertà di opinione e del diritto di critica, non deve mai violarsi il limite del riconoscimento del principio della divisione dei poteri e della funzione essenziale di controllo della legalità che spetta alla magistratura nella sua indipendenza. Né è accettabile che vengano ventilate forme di ritorsione ai danni del funzionamento delle istituzioni democratiche”. Non solo, il capo dello Stato specifica pure che un “eventuale atto di clemenza” non toccherà “la sostanza e la legittimità della sentenza passata in giudicata”. Niente Aventino parlamentare o campagna di Ferragosto sulle spiagge. Berlusconi continui a rimanere in silenzio e a dare ascolto alle colombe. SOLO COSÌ, in autunno, Napolitano, in caso di domanda a lui “indirizzata”, valuterà sulla grazia. E qui siamo al terzo paletto, che il Colle pianta dopo aver fatto un giro di consultazioni con Pdl (Brunetta e Schifani) e Pd (Epifani, Speranza, Zanda, Finocchiaro): il governo Letta non si tocca e basta con la “tendenza ad agitare, in contrapposizione a quella sentenza, ipotesi arbitrarie e impraticabili di scioglimento delle Camere”. È un manrovescio violento ai falchi berlusconiani che predicano il ribaltamento del tavolo di governo: “Fatale sarebbe invece una crisi del governo faticosamente formatosi da poco più di cento giorni; il ricadere del Paese nell’instabilità e nell’incertezza ci impedirebbe di cogliere e consolidare le possibilità di ripresa economica finalmente delineatesi”. Senza dimenticare la “revisio – ne della legge elettorale” e il percorso delle riforme (compresa quella della giustizia) che con B. padre nobile e colomba convinta potrebbero maturare in una “prospettiva di serenità e di coesione”. Questa, dunque, è la traduzione della risposta di Napolitano, “chiamato in causa in modo spesso pressante e animoso”. Il capo dello Stato non ritiene più la grazia a B. un caso di “analfabetismo istituzionale”. L’ipotesi adesso c’è. Nero su bianco. Dopo la visita di Brunetta e Schifani al Quirinale, a inizio agosto. Ma il prezzo per B. è altissimo: fare il passo indietro, accettare la sentenza, niente elezioni anticipate in autunno.
mentinformatiche.it

Petrolio : Lo scippo annunciato . Primo comandamento . Liberiamo la basilicata

 due miliardi in arrivo per il memorandum e la gestione al Mise: uno scippo annunciato
di GIAMPIERO D’ECCLESIIS*
Come volevasi dimostrare
Estrazioni petrolifere in Basilicata
DOPO il montante destro arrivato con l’esproprio dei fondi della Card Benzina, conseguente una postilla inserita nella legge da parte dei “soci leghisti” del governo Berlusconi, senza che i rappresentanti lucani in  seno all’allora maggioranza di governo se ne rendessero conto, dopo aver lasciato passare l’enunciato di principio contenuto nella relazione collegata all’art.16 del Memorandum che di fatto declassa tutte le attività della Basilicata al rango di “attività minori” sacrificabili per il superiore interesse della Nazione di sfruttare il petrolio lucano, un ulteriore pugno in faccia arriva ai decantatori delle merabilie del Memorandum: i soldi che verranno erogati (se mai succederà) non saranno gestiti dalla Regione Basilicata ma utilizzati di concerto con il MISE dando alla nostra Regione solo la possibilità di esprimere un “parere vincolante”.
Purtroppo le cose stanno anche peggio di come giustamente faceva notare nel suo editoriale il Direttore del Quotidiano Lucia Serino: «sarà il Mise, il ministero dello Sviluppo economico a gestire progetti e destinazione. In pratica una sfiducia totale nella capacità valutativa della nostra classe dirigente. Un brutto colpo, della serie: eccovi i soldi, ma vi diciamo noi come spenderli», perché questo elemento coniugato con quello di principio, già espresso nella formulazione dell’art.16 «lo sviluppo delle attività petrolifere (...) risulta rallentato o impedito dalle difficoltà derivanti dall’insediamento degli impianti di estrazione di idrocarburi, spesso in competizione con altre attività di sfruttamento del territorio, generalmente di minore valore economico ma fortemente radicate e che generano occupazione» dovrebbe far intendere a chi è dotato di ragione che le scelte di sviluppo regionale hanno cambiato mano e sono tornate strettamente nelle mani del Governo centrale espropriando, di fatto, la Regione Basilicata del potere di scelta e indirizzo, espropriati per manifesta incapacità.
Questi i formidabili risultati di una gestione politica fatta da Roma, pensando alle cose romane, con il seggio garantito da una legge elettorale vergognosa e dal “brand” Berlusconi ai rappresentanti nazionali del Pdl, questi i risultati della politica del non-fare della giunta De Filippo e del Partito Democratico che governa questa Basilicata del disastro da 20 anni.
Negli ultimi tre anni le royalties erogate ammontano in totale a: Regione 307.597.000; Comuni 58.200.000; Bonus 156.779.000. Che benefici per la Basilicata oltre al mantenimento del Sistema Basilicata? Che fine hanno fatto questo soldi? Quale recupero produttivo strutturale e di posti di lavoro a tempo indeterminato hanno prodotto? Tutto questo al netto dei danni gravissimi prodotti all’ambiente e ai cittadini della Val d’Agri in questi anni di sfruttamento senza controllo, senza una rete di protezione e monitoraggio sanitario attiva, senza una salvaguardia delle risorse idriche superficiali e sotterranee.
Nella nostra Regione ci vorrebbe un po’ di attenzione e competenza, piuttosto che blaterare scriteriatamente ad ogni piè sospinto di infrastrutture, bisognerebbe informarsi, mi pare incredibile che figure politiche di primo piano di questa regione ignorino che le opere di cui parlano non solo sono già state finanziate (Piano per il Sud) ma si trovano in uno stato di progettazione avanzato tanto che potrebbero vedersi i primi appalti partire nel prossimo autunno.
Un idea innovativa per la nostra Regione?
 Che questi Signori vadano a casa a rioccuparsi del loro lavoro (chi ce l’ha) o, finalmente, a trovarsene uno; una idea di sviluppo nuova per la Basilicata è possibile, ma quando una terra è occupata da nemici (anche se questi ahimè sono nemici nati da questa stessa terra) il primo obbligo è liberarla. Liberiamo la Basilicata.

martedì 13 agosto 2013

Rosa Mastrosimone la passionaria mastelliana , colei (secondo i Giudici ) che aveva il dono dell'ubiquità nel gratta e gratta regionale , è pronta a tornare.

Ci mancava , rosa per gli amici Rosetta la passionaria Mastelliana , poi passionaria dipietrista grazie a tale sua repentina giravolta è diventata assessore Regionale dopo essere stata bocciata alle elezioni regionale . Qui  a policoro mise in fretta e furia una lista che le portarono nientemeno che 900 voti a sostegno del candidato di centrosinistra . Protagonista assoluta dell'inchiesta Rimborsopoli dai noi ribattezzata il gratta gratta regionale , fu nell'aprile scorso emesso contro di lei un provvedimento cautelare di arresti domiciliari secondo quanto scrivono i giudici, “è risultata imbarazzante la sua ubiquità”, (che si sarebbe “appropriata” di 12.193 euro in totale): in un solo giorno avrebbe ad esempio chiesto rimborsi per spese sostenute a Potenza, Roma e Matera. Ci sono poi pranzi consumati nello stesso momento in posti distanti centinaia di chilometri, e rimborsi per “un elevato numero di pasti” che il gestore del ristorante ha poi dichiarato di non aver mai servito. Senza contare i rimborsi per i viaggi dei collaboratori (che questi dichiarano di non aver mai fatto), l’acquisto di salumi in un autogrill del Lazio (25,88 euro), di “Caramelle Vivident” e sigarette “Ms Club slim” (9,30 euro), grissini (3,80) e pane, un “Bed and breakfast” per la figlia a Roma, e pasti di Capodanno e Santo Stefano. -  Se le accuse verranno confermate , la signora come si dice , potrà essere annoverata tra le grattiste regionali di tutto rispetto.

Ieri infatti ci ha comunicato nell'intervista resa al quotidiano della Basilicata che lei alle prossime regionali è pronta a scendere in campo , con il suo movimento adcc , non chiedeteci cosa sia , ma immaginiamo cosa sarebbe capace di fare..........


Rosa Mastrosimone torna a parlare dopo Rimborsopoli
«Sono pronta a tornare in campo»

In un'intervista esclusiva al Quotidiano l’ex assessore regionale non esclude la sua ricandidatura e spiega la rottura con Di Pietro e l'Idv: «Un errore la scelta di seguire Ingroia». E sulle questioni legali: «Se ne parla in Tribunale», dice   
di ANTONELLO GRASSI
Rosa Mastrosimone torna a parlare dopo Rimborsopoli
«Sono pronta a tornare in campo»
L'ex assessore regionale di Idv Rosa Mastrosimone
MATERA - Rosa Mastrosimone, il ritorno. Dopo mesi di silenzio, l’ex vicepresidente della Regione decide di parlare. Lo fa con il Quotidiano della Basilicata, ma a una condizione. Che non si entri nel merito della vicenda giudiziaria che la riguarda, la cosiddetta Rimborsopoli lucana.
«Le questioni legali vanno risolte nelle aule di tribunale, non sui giornali», dice. «E comunque – aggiunge – io sono serena. Ho la coscienza a posto e so che tutto finirà rapidamente».
Nata politicamente nell’Udeur, partito nel quale ha militato fino al 2008 in ruoli di primissimo piano, Mastrosimone fonda successivamente Alleanza democratici di centro, il movimento che alla sua prima uscita - le elezioni provinciali del 2009 - raccoglie a Matera il 6 per cento dei voti. Il 2010 è l’anno dello sbarco in Regione (sull’onda di 4 mila preferenze), mentre si consolida il rapporto con l’Idv di Antonio Di Pietro.
Da questo momento in poi incarichi istituzionali, incombenze politiche e responsabilità di partito si accumulano a un ritmo vertiginoso. Assessore regionale alla Formazione e al Lavoro, poi alla Cultura, quindi all’Agricoltura: deleghe pesanti che Mastrosimone gestisce senza perdere di vista l’Idv lucano, di cui è responsabile regionale e che con lei, nel giro di tre anni, triplica i suoi voti. E intanto si dà da fare per promuovere i referendum lanciati dal partito e per tenere in piedi il rapporto con la frastagliata anima del centrosinistra locale. Un’attività frenetica che si infrange, all’alba del 24 aprile, sullo scoglio dell’inchiesta per i rimborsi gonfiati in Consiglio. Un’inchiesta che imprime, di nuovo, una svolta repentina nella vita privata e politica di Rosa Mastrosimone. Intanto l’Idv nazionale si perde nelle nebbie della fallimentare campagna di Ingroia. Ma lei è pronta a ricominciare. Le occasioni di Rosa non finiscono qui.
Da quel 24 aprile che le ha cambiato la  vita sono passati solo quasi quattro mesi. Ma l’inchiesta non pare aver contribuito a diradare le nebbie della politica lucana.  Il Partito democratico si avvita in una crisi di identità che per ora non sembra avere sbocchi. Il centro destra? Non pervenuto. E lei si allontana dall’Idv, che non s’è ancora ripresa dall’effetto  Ingroia…
«Per la verità non sono stata io ad allontanarmi dall'Idv ma è stata l'Italia dei valori ad allontanarsi dalla sua naturale collocazione politica. Era nata per essere una forza di centro, alleata con il centrosinistra, e invece si è persa dietro Ingroia... In ogni caso la storia nell’Idv in Basilicata non è soltanto quella di Rosa Mastrosimone. Nel partito ci sono entrata con la mia associazione, la Addc, che ha raccolto migliaia di voti alle ultime  elezioni provinciali, raggiungendo a Matera il 6 per cento. E' grazie all'Alleanza dei democratici di centro (confluita in Italia dei Valori conservando identità e struttura territoriale, con sezioni attive ancora oggi in tutti i comuni del Materano e in gran parte di quelli del Potentino),  che l’Idv ha potuto ottenere risultati elettorali a due cifre. Tutti sanno che prima di noi quel partito aveva difficoltà a eleggere anche un consigliere comunale...».
Che fa? Rinnega l'esperienza politica fatta col partito fondato da Di Pietro?
«No, ovviamente. Prima di tutto per il rispetto e la lealtà che ci sono sempre stati tra me e Antonio Di Pietro. Ma il problema è che, assieme al mio Movimento, non mi riconosco nella strategia e nell'attuale vertice nazionale di Idv, che ha la grave responsabilità  di aver indotto Di Pietro all'alleanza con Ingroia. Io avevo espresso subito, in Direzione, il mio dissenso, attirandomi critiche feroci  proprio dalla attuale Dirigenza nazionale».
Addio Idv, dunque. E ora?
«Va da sé che l'attività politica prosegue con il mio Movimento e con chi da sempre ne fa parte. Dagli incontri che ho ogni giorno con gli aderenti  dell'Addc di tutta la Lucania, arriva la richiesta chiara, e non più rinviabile, di riprendere la nostra autonomia e avviare un dialogo a 360  gradi con le altre forze politiche per portare avanti, con chiunque le condivida, le linee fondamentali del nostro progetto».
Pensa di candidarsi?
«Candidarmi non è mai stato lo scopo principale della mia attività politica. Altrimenti alle ultime elezioni regionali non avrei perso tempo a preparare le liste badando soprattutto all'esito complessivo del nostro partito e mancando l'elezione per una manciata di voti. A me interessa una politica fatta di passione, programmi, progetti, non di poltrone.  Quella dei candidati sarà una scelta collettiva, frutto della discussione con amici e collaboratori dell'Addc».
La sua vicenda giudiziaria inciderà su questa scelta? Qualcuno sostiene che c'e' gente pronta ad approfittare dell’inchiesta per operazioni di dubbio spessore politico. Che ne pensa?
«No.  Rispetto, ma non condivido, l'opinione di chi dice: teniamo fuori dalla lista gli indagati. Mi spieghi perché questi ultimi dovrebbero impegnarsi a portare consensi a chi non li ritiene degni. Per quel che mi riguarda ho la serena certezza che la mia vicenda giudiziaria si chiarirà. E quindi vado avanti per la mia strada, cercando convergenze su programmi e soluzioni per i problemi della gente, senza timore di perderne la la fiducia, l'unica cosa che mi interessa. Quanto alla seconda domanda, vedo che c'è chi agita strumentalmente questo tema, chi vuole cavalcare la tigre dell’antipolitica, chi pensa di sfruttare l’onda giustizialista per raccattare qualche voto in più e chi spera di avvantaggiare, con un moralismo quantomeno sospetto, la propria parte politica o “particella” partitica».
Perché non vuole parlare della sua situazione giudiziaria?
«Perché i processi si fanno nelle sedi idonee. Non mi piace che i giornali facciano da cassa di risonanza delle Procure, ma neanche il contrario. Mi difenderò nei luoghi deputati. Non trasformerò i momenti di dibattito pubblico e di confronto politico in occasioni di polemica  giudiziaria».
Insomma Rosa Mastrosimone torna in campo per lanciare un messaggio rassicurante ai suoi: il blitz giudiziario che l’ha colpita ha  rafforzato la sua determinazione. E’ così?
«Anche se piano politico e giudiziario sono intrecciati, le due sfere hanno traiettorie divergenti.  Del resto, mentre io, con i miei amici, mi arrovello sul mio impegno personale per il presente e per il futuro, vedo che altri indagati enunciano i loro ambiziosi obiettivi senza chiedersi se l'inchiesta in corso possa in qualche modo costituire un ostacolo. E nessuno ha obiettato, mi pare, che essi non possano aspirare alla presidenza della Basilicata o a un incarico di governo. Finalmente, dopo un'opportuna pausa di riflessione e di verifica anch'io posso serenamente riprendere il mio impegno politico».
Su cosa ha riflettuto, allora, che cosa ha verificato?
«Quando ti capita ciò che è successo a me (con tutta la sovraesposizione mediatica, ai limiti dell'accanimento, che ho dovuto subire) il dubbio ti viene. “In cosa ho sbagliato?”,  ti chiedi, e ti trovi a dover fare un bilancio della tua attività umana e politica. Ecco,  posso dire ora con tutta tranquillità di avere la coscienza a posto. Il mio bilancio è nettamente positivo. E può apparire un paradosso, ma è stata proprio l'attività amministrativa, più che quella di partito a produrre i maggiori risultati».
Non si direbbe, a giudicare dagli umori dell'opinione pubblica. Anzi, si sottolinea  che lo sperpero e gli alti costi della politica non sono più tollerabili, mentre cresce l'inefficienza.
«Ora è di moda dar retta solo  a quel che dicono i detrattori a oltranza. Ma non è stato sempre così. Posso assicurarle che grazie ai miei provvedimenti (possibili anche per l'abnegazione di tutto il Dipartimento Agricoltura, che voglio ancora ringraziare) sono stati erogati e utilizzati centinaia di milioni di euro: finanziamenti europei che rischiavano di andare perduti. Con ricadute positive per migliaia di cittadini lucani».
I soliti problemi di comunicazione, quindi?
«Sarebbe facile prendersela con lo strabismo dei media, inclini a enfatizzare alcuni aspetti, magari marginali, della vita amministrativa rispetto ad altri di primaria importanza che nascondono un lavoro titanico. Ma non  si tratta solo di questo. Non dimentichiamoci di essere dentro una crisi epocale nella quale, come in tutti i periodi di passaggio, prevalgono umori negativi, pessimistici. E c'è chi ne approfitta per alimentare una visione distorta, apocalittica della realtà. Ma attorno a noi non c'è solo sfascio».
Beh, ci parli allora delle cose fatte alla Regione...
«Tralasciando il lavoro svolto da consigliere (le cito solo la legge sulla gestione integrata della patologia diabetica, che fa della Basilicata una regione pilota in questo campo) le ricordo le misure prese da assessore alla Formazione e al Lavoro: dagli ammortizzatori sociali all’alta formazione in ogni settore, alle politiche attive per l'occupazione: con lo scorrimento delle graduatorie del progetto “generazioni verso il lavoro”, le work esperience che hanno finanziato oltre mille pratiche d’inserimento in aziende e studi professionali. E poi i seicento giovani del "Ponte per l'occupazione", l'incentivazione dello sport agonistico e amatoriale,  l'impiego dei  precari della scuola. Guardi che parliamo di investimenti per centinaia di milioni di euro  per migliaia di lavoratori e di giovani. Ma non basta...»
Dica...
«C'è tutta l'attività svolta da assessore all’agricoltura: gli interventi per la pesca, la castanicoltura, la tutela della biodiversità, il sostegno alla zootecnia e all’apicultura. E poi i progetti integrati di filiera per cercare di essere competitivi nelle produzioni di olio,vino,carne, latte, ortaggi, frutta. Il lancio del coordinamento lucano delle città dell’olio, delle le piazze del bio, di Olivarum..... gli interventi nei settori di crisi, il caso Alsia, i Consorzi di Bonifica. E, sempre, con un occhio ai giovani: in 500 hanno avuto fino a 40 mila euro per progetti agricoli. E chiedete ai Comuni che cosa pensano dei milioni di euro da me stanziati per la viabilità e gli acquedotti rurali. E l’Enoteca regionale, che è stata costituita a gennaio, ma poi a inaugurarla è stato il mio successore…»
Sta seguendo il dibattito aperto dallo scrittore Andrea Di Consoli sul Quotidiano? Lei che è stato assessore alla Cultura e poi all’Agricoltura che visione ha del futuro di Matera?
«Matera rappresenta oggi il destino stesso della regione. La candidatura a capitale europea della cultura è un'occasione imperdibile per rilanciare nel mondo l'immagine di tutta la Basilicata – cosa di cui tutti parlano - mettendone a frutto le straordinarie prerogative naturali e storiche. Però, attenzione. E' vero che l'opera meritoria di pochi intellettuali ha contribuito a fare della città dei Sassi un polo turistico-culturale di qualità, ma non ci si può fermare qui. Matera può diventare un volano non soltanto turistico, ma produttivo, capace di stimolare tutta l'economia della provincia. Insomma: fatta la nuova Matera, bisogna fare i nuovi materani. E' necessario che cresca la “cultura” di appartenenza alla città, alla sua arte e soprattutto alla sua densa tradizione contadina che costituisce l’autentica memoria storica dei materani. E proprio il recupero di quell'antica vocazione può aprire le porte a nuove prospettive di sviluppo».
A che cosa si riferisce?
«Le parlo da  ex assessore alla Agricoltura. Matera ha una caratteristica formidabile, unica al mondo. Ed è, per l'appunto, la sua  millenaria cultura contadina. Questa tradizione ha espresso una civiltà di altissimo livello fatta di arte, architettura, artigianato; ma anche una cultura dell'alimentazione che segue, spontaneamente, i principi e le regole della cosiddetta Dieta Mediterranea. Tutto questo costituisce il brand Matera: il grimaldello per scardinare il nostro atavico isolamento e farci conoscere al mondo, e il volano per il rilancio della nostra economia. E poi mi permetta una battuta:  stanziare fondi pubblici nei Sassi rappresenta un investimento produttivo e a lungo termine: i Rioni di tufo dopo qualche anno non chiudono e non vanno via, delocalizzando l’attività in Cina o nei paesi dell’Est».
Qual è il suo rapporto con la città?
«Sono nata a Matera, qui ho sempre vissuto, qui mi sono sposata. Mio marito, medico cardiologo,  è nato in Via Madonna delle Grazie nel Sasso Caveoso. Le mie due figlie sono nate a Matera  benché oggi, come tantissimi giovani di questa terra, siano costrette per lavoro e per studio a stare lontane. E noi genitori non abbiamo fatto nulla per trattenerle.  E' anche pensando a loro che considero il primo dovere di ogni politico occuparsi dei giovani. Ma io mi sento legata a tutto il territorio della provincia (grazie anche ai tanti militanti che mi seguono e credono in me). E oltre ad avere un rapporto speciale con Sant’Arcangelo, la città natale dei miei genitori, coltivo tantissime amicizie nella Val d’Agri e in tutto il Potentino, dove l’Addc è ormai ben radicata».
L’ultima domanda è sulle manovre politiche in corso in vista delle Regionali. Gli alleati di sinistra del Pd vogliono porre vincoli al sistema di alleanze prima di dar vita alle primarie di coalizione. Considerato che voi riprendete il cammino con Addc, come vi regolerete?
«Non siamo noi a rifiutare i vincoli. Quella che si sta per giocare è una ben strana partita, in cui, per usare una metafora calcistica, non si conoscono le squadre in campo,e le stesse squadre non sanno chi sono i propri giocatori, gli arbitri tirano calci negli stinchi e ogni tanto qualcuno fa sparire il pallone. Fuori di metafora è il campo di gioco stesso a subire continue scosse di assestamento. E del resto con il caos che regna nel quadro nazionale chi può pretendere in Basilicata di assurgere a censore rispolverando ideologie ormai cancellate dalla storia e definire preclusioni e discriminanti? In questa fase, invece, bisogna avere l’umiltà e il coraggio di ascoltare e di confrontarsi con tutti. Per poi decidere. Da soli e senza alcun condizionamento o timore, con la decisione che sempre ci ha caratterizzato. Ed è quello che intendiamo fare».
a.grassi@luedi.it