RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Prendo spunto dalla notizia relativa all’assunzione
presso il Comune di Policoro di un ingegnere trasporti, orfano sul lavoro;
assunzione da effettuarsi sulla scorta solo di un colloquio verbale (quindi
senza alcuna garanzia di trasparenza, come nelle peggiori satrapie e nelle più
infauste baronìe feudali che ancora imperversano in tanti ambiti della pubblica
amministrazione italiana, tipo le università) per porre qualche ulteriore
considerazione e qualche domanda:
-
nei
concorsi pubblici spesso si pone la riserva di una percentuale (minoritaria) di
posti a favore di particolari categorie:
disabili, invalidi, orfani di guerra (o di ….pace), orfani del lavoro; ciò non
toglie che i concorrenti debbano avere le capacità ed idoneità a svolgere il
servizio per il quale concorrono, superando comunque un normale concorso;
-
è
molto curioso che il Comune di Policoro destini la totalità dei posti messi a concorso (1) ad esclusivo
beneficio non delle categorie protette, ma solo di una ben specifica categoria: ingegnere trasporti orfano del lavoro (mica un ingegnere
civile qualsiasi, disabile o invalido od orfano di guerra…);
-
con
tutto il riguardo per le categorie protette, viene da chiedersi: un giovane laureato in ingegneria civile per
lavorare al Comune di Policoro deve obbligatoriamente augurarsi che il proprio
genitore perisca in un incidente sul lavoro? e quale puntuta attività dovrà svolgere quel
vincitore per limitare il concorso ai soli ingegneri civili–trasporti, escludendo
dal concorso gli altri ingegneri civili (edili e idraulici)? E quanti ingegneri
civili trasporti orfani del lavoro (giammai orfani di guerra o di …pace!!!) si
possono immaginare interessati a quel concorso?
-
Vuoi
vedere che esiste un solo concorrente con quelle specificità, caso mai anche amico o elettore o parente di qualcuno
dell’amministrazione comunale?
Dice qualcuno che a pensare male non è bello
e si fa peccato, però spesso ci si azzecca!
Allargando le considerazioni su un aspetto
più generale che involge le canalizzazioni veicolari e quindi i semafori:
non so se ci sia una qualche attinenza tra la D.G.M. n. 66 del 25/07/2012
con cui l’amm.ne com.le ha varato un corposo programma di potenziamento degli
impianti semaforici a Policoro per un importo di € 250.000, con la decisione di
assumere un ingegnere trasporti; può essere solo una coincidenza o forse il
segnale che l’appellativo di “città” è
troppo riduttivo per l’attuale amm.ne com.le e si vuole ulteriormente
qualificarlo; non più “Città di Policoro” bensì “Metropoli di Policoro” oppure
“Area Metropolitana di Policoro”; cosicchè tutti i giovani laureati emigrati e fuggiaschi
da Policoro per mancanza di lavoro, ritorneranno nella terra natìa, avvinti dai
nuovi semafori e dalla nuova performance municipale!
Ma torniamo ai semafori.
È di dominio pubblico, e non solo per gli
addetti ai lavori, che le canalizzazioni del traffico urbano ed extra urbano
(salvo pochissime e particolari eccezioni), trovano nelle “rotatorie” le soluzioni più
efficaci, più naturali, più economiche, più integrabili nelle realtà
territoriali ed urbane in quanto suscettibili di performanti qualificazioni
paesaggistiche sia in termini di sistemazione delle aiuole sia in termini di
uso del soprassuolo anche per potenzialità comunicative.
La regolamentazione delle intersezioni
stradali a raso si basa quindi su criteri urbanistici e di pianificazione che
rispondono a obiettivi specifici di gestione del traffico e di qualificazione
dello spazio pubblico, urbano ed extra urbano.
Lasciando da parte gli aspetti più
prettamente ingegneristici relativi alle problematiche del dimensionamento
delle rotatorie, si indicano invece i più importanti aspetti che ne favoriscono
la scelta e la preferenza rispetto ai
semafori:
- la moderazione del
traffico in prossimità della rotatoria indotta dalla necessità di dare la
precedenza e quindi poi l’obbligo a percorrere la rotatoria con una traiettoria
che comporta una riduzione della velocità, tanto più forte quanto più piccolo è
il diametro della rotatoria;
- il miglioramento
della sicurezza grazie sia alla eliminazione dei punti di conflitto dovuti alle
intersezioni delle correnti veicolari (che permangono nelle regolazioni
semaforiche) e sia alla riduzione della velocità;
- la riduzione dei
tempi di fermata rispetto a quelli con regolazione semaforica, in quanto la
rotatoria viene utilizzata in modo continuo, senza dover attendere le fasi
semaforiche;
- la riduzione delle
emissioni sonore dovuta ad un insieme di fattori: velocità inferiori, guida
meno aggressiva che riduce le frenate brusche e le accelerazioni o
decelerazioni improvvise, minore permanenza delle autovetture nelle rotatorie
rispetto agli incroci con semafori;
- la riduzione, a
parità di traffico, del consumo di carburante in un incrocio con rotatoria rispetto
al consumo nello stesso incrocio a controllo semaforico; aspetto questo che
concorre, ovviamente, alla riduzione delle emissioni inquinanti;
-
la
duttilità dell’inserimento nel tessuto urbano, in special modo quando si devono
raccordare alla rotatoria più rami di differente importanza;
-
la
regolamentazione fluida e continua del traffico con la eliminazione di soste
inutili, riducendo i tempi di fermata in relazione allo stato reale del
traffico e non alla cadenza delle temporizzazioni semaforiche che operano a
prescindere dal traffico; con trasformazione delle intersezioni in confluenze;
-
la
contenuta superficie di occupazione delle rotatorie compatte rispetto a quella
degli incroci con controllo semaforico e corsie multiple di preselezione;
-
la
flessibilità degli itinerari data dalla possibilità di inversione di marcia
(manovra proibita negli incroci tradizionali); in tal modo si può eliminare la
pericolosa svolta a sinistra sui rami di immissione all’incrocio e consentire
l’inversione di marcia (negata negli incroci a regolazione semaforica); si
consente quel che in gergo viene definito “diritto all’errore” : tornare sui
propri passi;
-
la
semplificazione della segnaletica verticale: di fronte alla massiccia presenza
sulla scena urbana di segnali luminosi e di segnaletica di direzione degli
impianti semaforici, la rotatoria consente la installazione di una segnaletica
più sobria e, in generale, maggiormente comprensibile;
-
rilevante
economia dei costi di realizzazione e
dei costi di manutenzione e gestione delle rotatorie rispetto ai corrispondenti
costi degli impianti semaforici;
-
maggiori
livelli di sicurezza;
-
ottime
potenzialità di qualificazione urbana.
PRINCIPALI ASPETTI
NEGATIVI DEGLI IMPIANTI
SEMAFORICI
Anche se già direttamente desumibili dai
precedenti aspetti comparativi, per essere maggiormente incisivi si vogliono
rimarcare gli aspetti negativi degli impianti semaforici:
-
negativa
alterazione del paesaggio urbano ed extra urbano;
-
elevati
costi di impianto e di gestione;
-
scarsa
fluidificazione del traffico veicolare a causa dei notevoli tempi di sosta
dovuti al ciclo delle fasi rosso – verde; per cui spesso, negli incroci di Policoro regolati con
semaforo, gli automobilisti sono costretti ad aspettare tutta la
temporizzazione semaforica anche quando l’incrocio non è interessato da altri
flussi di traffico (inducendo di conseguenza la possibilità per gli
automobilisti di violare il Codice della Strada, con ovvi potenziali pericoli
aggiuntivi);
-
maggiori
livello di emissioni inquinanti;
-
sicurezza
poco performante.
Dai dati statistici si rileva che oltre il
70% degli incidenti avvengono in ambito urbano. Fin dal 1997 l’Unione Europea,
dopo avere elaborato una serie di documenti e varato politiche specifiche per
promuovere la sicurezza stradale, ha emanato una serie di direttive atte ad
uniformare gli interventi e limitare l’incidentalità: le rotatorie (fatte poche
e specifiche eccezioni per le quali vanno preferiti i semafori) offrono i
requisiti migliori.
Policoro presenta una viabilità che, per
dimensioni di sedi stradali e per distanza dei fabbricati dagli incroci, si
presta in maniera ottimale per la realizzazione di rotatorie; e anche negli
incroci già dotati di semafori, è oltremodo consigliabile smantellare gli
impianti esistenti e sostituirli con rotatorie.
ALTRO
CHE
POTENZIARE I SEMAFORI!!!
E’ un vero peccato se Policoro, dopo i lunghi
periodi di decadente e infausta gestione amministrativa, dovesse ancora
continuare a sprecare occasioni per affrancarsi ad un ruolo di cittadina moderna
e brillante, cui pure meriterebbe di aspirare.
Già numerosi anni fa (anni 2004/2005), la questione delle rotatorie fu sollevata per
la prima volta dalla Consulta Cittadina voluta dall’allora sindaco Lopatriello
(e dallo stesso Lopatriello affossata); e anche se all’epoca non vi fu un sèguito
strutturato e organico nell’affrontare e risolvere tali problematiche, comunque
vi fu un primo sussulto in tale direzione con la costruzione di due rotatorie.
Oggi il problema non può più essere eluso e,
addirittura, confinato in scelte tecniche e urbanistiche obsolete ed antiquate,
con la beffa di assumere anche un ingegnere trasporti il cui costo graverà
sulle tasche dei cittadini, pur disponendo il Comune di un ufficio tecnico pletorico e sovrasaturo.
PERCHE’ POLICORO
PREDILIGE I SEMAFORI?
COSA C’E’
DIETRO QUESTA SCELTA
INOPPORTUNA?
PERCHE’ I
CITTADINI DEVONO SUBIRE UNA
SCELTA INADEGUATA
CON RILEVANTI
MAGGIORI COSTI?
Con questa pubblicazione che affido ai media locali, metto in discussione
gli argomenti esposti in modo che, con la collaborazione di tutti i cittadini di buona volontà, si
possa crescere nella conoscenza dei fatti e proteggere così Policoro da
opportunisti e incapaci che da troppo tempo affliggono la pubblica amministr